We get what we deserve?: parte I

16.9K 732 1.3K
                                    


Parte IV: We get what we deserve?

Harry era rimasto immobile, con gli occhi sgranati, ad osservare il punto in cui, un attimo prima, aveva visto il corpo inerme di Louis sparire.

In verità, erano tutti fermi, in silenzio, incapaci di metabolizzare tutto ciò che era appena successo. Incapaci di rendersi conto di aver appena perso Louis.

L'unico rumore che si percepiva era il loro respiro pesante.

Non appena comprese a grandi linee ciò che gli era appena sfuggito dalle mani, le mani di Harry iniziarono a tremare visibilmente e uno strano di lacrime appannò lentamente il suo sguardo.

Completamente dominato dal panico, Harry si voltò verso Cara, seduta sul pavimento, a mala pena cosciente, con il braccio che ancora sanguinava abbondantemente.

"Riapri il portale!" gridò, interrompendo finalmente quel tragico silenzio. "Riportami lì!"

Cara non rispose, ingoiando un groppo di saliva e spostando il suo sguardo verso gli altri. Tentò di sistemarsi meglio sul pavimento, ma un lamento di dolore lasciò la sua bocca, ancora molto stordita dall'immenso sforzo che aveva appena compiuto.

"Hai sentito cosa ti ho detto?" urlò ancora Harry, avvicinandosi a lei con fare minaccioso. "Riapri quel dannato portale!"

"Harry..." Zayn, titubante, si avvicinò a lui.

Ma un "NO!" esclamato dalla sua bocca, bloccò immediatamente qualsiasi frase avesse intenzione di dirgli. "Dobbiamo portarlo qui!" affermò, con voce poco ferma. "Loro lo uccideranno!"

"Non possiamo tornare indietro" disse, lentamente, il moro. "Cara non ce la fa, e loro sono troppi."

"Non m'interessa" ringhiò, a denti stretti. "Dobbiamo portarlo qui!" ripeté, ancora una volta.

"Harry, prova a ragionare" intervenne Liam. "Non siamo in grado di fronteggiarli. Non adesso" sibilò, tentando di mostrargli dolcezza. "Non così."

"No, no, no" Harry iniziò a scuotere sempre più freneticamente la sua testa. Il suo respiro stava diventando sempre più accelerato e pesante. "No!" urlò, portandosi un braccio attorno alla sua vita, per cercare di calmarsi. Dopo, appoggiò una mano al muro, in modo da potersi reggere, visto che le sue gambe stavano iniziando a tremare. "Non possiamo perderlo!" affermò. "Io non posso perderlo."

"Questa è tutta colpa tua" disse la voce severa di Aaron.

Harry, ancora con il respiro pesante, portò il suo sguardo verso il ragazzo, di fronte a lui, che lo stava guardando con uno sguardo sprezzante.

"E' tutta colpa tua, maledizione!" gli urlò, avvicinandosi velocemente a lui. Harry non ribatté, si limitò ad osservarlo con il respiro pesante e gli occhi sgranati. "L'ha fatto per te! si è sacrificato per te, di nuovo! E adesso, rischio di non vederlo mai più perché tu non hai saputo stargli accanto!" disse, ad alta voce, in preda all'ira, prendendogli il colletto della sua camicia e sbattendolo direttamente con le spalle al muro. Harry, ancora una volta, rimase immobile, incapace di ribattere alle sue parole e, anzi, nell'ascoltarle, una lacrima si liberò dai suoi occhi e gli rigò la guancia. "Adesso sarai contento, eh?" disse, a denti stretti. "Siete finalmente pari. È questo che volevi? Volevi che lui finisse in quel posto come te?"

"Smettila!" esclamò Liam, appoggiando una mano sulla spalla di Aaron e spingendolo via, per allontanarlo da Harry. "Non è colpa di nessuno e non ha senso perdere tempo nell'urlarci addosso. Dobbiamo pensare ad un modo per salvarlo, e in fretta."

Way down we go.Where stories live. Discover now