Harry continuò a dimenarsi tra la presa ferrea della sentinella, agitando braccia e gambe per cercare di liberarsi. Più di una volta aveva tentato di usare il suo potere ma l'unico risultato ottenuto era stato il forte mal di testa e il sangue dal naso.
Ad un certo punto, la sentinella, quel robot enorme che lo teneva prigioniero, iniziò a scendere lentamente verso uno spiazzale oltre il fiume del parco e, senza alcun tipo di gentilezza, lo fece cadere direttamente sul terreno.
Harry, imprecando per il dolore, rotolò per diversi metri, fino a che non si arrestò di pancia in su.
Con il respiro pesante, Harry tentò di mettersi seduto sul terreno ma un forte dolore alla spalla bloccò, per un attimo, ogni suo movimento.
L'impatto, infatti, non era stato delicato ed il riccio sospettava fortemente di essersi fatto male alla clavicola. Ingoiando un groppo di saliva, Harry si sistemò sui gomiti, puntando il suo sguardo verso la sentinella che si avvicinava lentamente a lui.
Quel robot, comunque, si arrestò poco dopo, rimanendo fermo e sull'attenti, come se volesse fargli da guardia.
Iniziò, così, a strisciare sul terreno, aiutato dai gomiti e ignorando appositamente il dolore alla spalla, ma poi un "Harry" gli fece sgranare gli occhi, portandolo a pietrificarsi all'istante.
Lo vide, poco dopo, spuntare da dietro le grandi gambe metalliche della sentinella e, per un attimo, ogni sua certezza iniziò a vacillare.
"Gregor" sussurrò il riccio, per istinto.
Il dottor Stein stava camminando lentamente verso di lui, con un leggero sorriso sulle labbra e gli occhi commossi, come se fosse felice di rivederlo, finalmente, dopo tutto quel tempo in cui erano stati separati.
Harry rimase immobile, a fissarlo con gli occhi spalancati e il respiro pesante, incapace di sistemare la confusione che aveva nella testa.
Voleva fuggire, in verità, voleva cercare la forza di alzarsi e scappare via, lontano da lui, ma sembrava ci fosse una forza superiore a bloccarlo, ad intimargli di rimanere lì, fermo, con lui.
Il dottor Stein arrivò, alla fine, di fronte a lui e, poco dopo, si inginocchiò al suo fianco. "Ehi" disse, con dolcezza. "Mi hai fatto soffrire, lo sai?" affermò, avvolgendo la sua schiena con un braccio in modo da portarlo più vicino a lui. "Ti ho cercato a lungo, Harry" gli sorrise.
Il corpo del riccio iniziò a tremare visibilmente e, con la poca forza rimanente in corpo, mosse piano le spalle per potersi liberare di lui. "Lasciami" lo pregò, a mala pena.
"Ah-ah" lo ammonì, sistemandolo meglio tra le sue braccia. "Sono qui per aiutarti, Harry" affermò, sfilando dalla tasca della sua giacca un fazzoletto e iniziando a pulire il sangue che stava sporcando il suo viso. "Sono qui per curarti."
"Non ho bisogno di essere curato" rispose flebilmente.
"Invece sì" lo contraddisse. "Non vedi, tesoro? Stai morendo" gli fece notare. "Hai bisogno di me."
"N-no" negò, scuotendo forte il capo. "Non ho bisogno di te."
"Adesso parli in questo modo perché sei confuso" sorrise ancora. "Ma ora che ti riporto a casa, tutto ti sarò più chiaro" lo tranquillizzò, appoggiando subito dopo il palmo della sua mano sul suo viso.
"No, per favore" lo supplicò. "Non di nuovo."
"Non vedi, Harry, cosa ti provoca il tuo gene x?" gli chiese. "Sei privo di forze, privo di vita" gli fece notare. "Ma sono qui per questo. Sono qui per liberarti dalla tua maledizione. Io faccio parte dei buoni" affermò sicuro. "Non ti ricordi tutto ciò che abbiamo passato insieme?"
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Way down we go.
FanfictionHarry/Louis; accenni Liam/Zayn | kind of X-men!AU Mutant!Louis, Mutant!Harry Conteggio parole: 140 k in cinque parti. I mutanti sono odiati e perseguitati ovunque. Louis cerca di proteggere tutti quelli della sua specie. Harry, invece, cerca rispost...