Decisioni Avventate

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Mi siedo sul divano mentre Alessia prende coraggio per parlarmi della "NOTIZIONA" di cui mi aveva avvisata in precedenza.

<Dimmi, dimmi. No aspetta. Indovino io: qualche bel ragazzo ha chiesto di uscire alla mia amica?>
<Ehm no. Direi proprio di no.>
<Allora parla! Dai!>
<Non so come reagirai a questa notizia ma io non riesco più a tenertelo nascosto. Avrei voluto dirtelo prima ma non ne avevo il coraggio.>
La guardo preoccupata. Molto preoccupata. Di cosa vorrà parlarmi adesso? <Ale, parla.>
<Mi hanno chiamata in un'altra squadra.>
Per un momento mi sento la terra mancare sotto ai piedi. Cerco di elaborare tutto ciò che sto pensando per formulare una frase di senso compiuto che abbia un senso, ma non so quanto possa riuscirci.
<Fammi capire: ti è stato offerto un posto in una squadra qua in Italia, no?>
Probabilmente i miei occhi implorano la mia amica di rispondere affermamente alla mia domanda, ma il suo sguardo non lo dà a vedere.
Mi guarda in modo comprensivo ma dopo le scende una lacrima che le scorre veloce lungo la guancia, che lei asciuga subito per non dimostrarsi debole. Lei è Alessia. Lei non può essere debole. O forse no?
<Ami, mi dispiace>
<Da quanto tempo lo sai?>
<Un mesetto circa. I direttori dell'Ankara mi hanno chiamata e io devo ancora dare loro una risposta>
Ankara? Turchia? Asia?
<Oh santoiddio. Ankara? Quell'Ankara? L'Ankara che conosciamo noi? Oh Ale, sono così contenta per te!>
La stringo in un abbraccio mentre anche a me scendono delle lacrime, che rigano le mie guance.
<Io...non ho ancora richiamato.>
<Cosa aspetti? Forza!> la incoraggio più che posso, anche se ammetto che una parte di me vuole che lei rimanga qua, con me. Perchè lei è la mia persona, e nessuno potrà mai togliermela.
<Ami io...non voglio lasciarti sola> Mi avrà letto forse nel pensiero? Siamo sempre state telepatiche, sin da piccole.
<È per me che non hai ancora accettato? Diamine, Ale. Che cos'hai nella testa? Io starò bene. Magari mi mancheranno le cagate che dici appena sveglia, i tuoi occhiali che perdi sempre dalla mattina alla sera, le sbronze nel barettino in centro Bologna. Ma, anche se dovessi fare a meno di queste abitudini, di sicuro starei bene.>
<Sicura?>
Annuisco mentre sorrido.
<Sicura sicura?>
Prendo il telefono che c'è sul tavolo e glielo lancio ad Alessia e lei, con i suoi scatti felini, lo afferra al volo.
<Andiamo, Ale. Non vorrai farti scappare un occasione del genere?>
<Sei la sorella che non ho mai avuto>
<Beh, a volte qualcosa di sensato e intelligente esce anche dalla tua bocca!>
Mi fa la linguaccia mentre digita dei numeri sul telefono.
La guardo mentre aspetta segni di vita dall'altro capo del telefono. Amiche per sempre? Ci eravamo dette da piccoline. Ma piccole piccole. Piccole piccole piccole. Avrei dovuto aggiungere in quel momento: "Anche se una si trova in Italia e l'altra in Turchia?" Certo. Amiche per sempre, no?

<Beh?>
<Inizio la settimana prossima!>
E io che pensavo che fosse questione di mesi, non di giorni. Andiamo, ho solo sette giorni. Sette dannatissimi giorni che posso trascorrere con la mia migliore amica prima che lasci l'Italia. Insomma, non ero pronta per questo.
<Inizi così? A metà campionato?>
<Hanno un estremo bisogno di opposti nella loro squadra. Hanno avuto molti problemi fisici durante l'anno e hanno cercato di reclutare chiunque, ma in pochi hanno accettato.>
<Che dire, prima vai, prima ti abitui!>
Smettila Amanda, lo sai anche te che avresti voluto tardare la sua partenza per stare più tempo con lei.
Sono un'egoista solo a pensarci. E se lei non avesse accettato per causa mia? Come mi sarei sentita? Una merda, semplice. Quindi, in un certo senso, ho fatto bene a lasciar scorrere. Sì.
A volte l'autoconvinzione serve davvero.

*una settimana più tardi*
Inutile dire come è stato il momento dell'imbarco di Alessia. L'ho accompagnata in macchina e durante il viaggio ognuno era preoccupata per l'altra. Io pensavo: ma Alessia se la caverà in Turchia? E con la lingua? Chissà cosa si mangia lì...
Mentre Alessia pensava: vediamo entro quanto Amanda manderà a fuoco la casa cucinando dei muffin... perfetto!
Fiumi di lacrime scendevano dagli occhi di tutti al momento della partenza e Alessia ha avuto un momento in cui non voleva più partire.
Quasi la prendevo a calci nel culo per questo pensiero.
Appena sono entrata in casa c'era silenzio e ordine. Troppo per i miei gusti. Quindi ne ho approfittato per lasciare giacca, borsa e scarpe in giro per la casa, in modo tale che sembri che ci sia ancora quel caos che tanto caratterizzava le nostre giornate.
Entro in camera di Alessia. C'è un biglietto: "Mi raccomando Ami, se un giorno riuscirai a farti scopare da quel pazzo di Matteo, fammi un fischio, che io sarò sul divano della mia nuova casa a saltare di gioia. Tua e per sempre,
Ale"
Rido ma piango. Strano vero? In me prevalgono due sentimenti contrastanti: la gioia per aver letto questo messaggio che mi ha fatto spuntare un sorriso, e la rabbia, la frustrazione per non poter condividere quel momento assieme a lei. Il secondo stato d'animo prevale sul primo e la battaglia nel mio corpo viene vinta dalla tristezza. Scoppio a piangere sul letto di Alessia e il suono di qualcuno che bussa alla porta mi riporta alla realtà. Mi asciugo le lacrime e mi sistemo i capelli, cercando di rendermi spensierata e a posto agli occhi dell'ospite.
Apro lentamente ed irrompono in casa mia due sagome che conosco fin troppo bene. Matteo e Luca sono davanti a me, con un libro in mano e dei film.
Mi fiondo nelle braccia dei due singhiozzando e il mio buon senso sta andando a farsi benedire.
<Ehi, Ami. È normale. Lo so.>
La voce di Luca mi rassicura come quando, da bambini, lui aveva 12 anni e io solo 9, mi ero sbucciata il gomito e non riuscivo più a smettere di piangere.
<Come avete fatto voi due a cambiare così tante amicizie e quindi tante squadre?> chiedo tra un singhiozzo e l'altro.
Matteo comincia a parlare mentre mi prende il viso tra le mani.
<Ti ci devi solo abituare. Svolgendo questo lavoro, saprai bene che la gente va e viene, sia per soldi sia per famiglia. È normale>
<È troppo fottutamente normale>
I due si guardano divertiti mimando un "Questa ragazza ha bisogno di sostegno morale"
<Ti va se ci andiamo a sedere sul divano? Sono già le undici di sera e io voglio vedere un bel film e... VACCAMERDA, AMANDA LE TUE SCARPE...>
Ops. Le scarpe che ho lasciato prima sul pavimento hanno fatto inciampare Matteo che, automaticamente, per punirmi mi ha preso di peso sulle spalle come se fossi un sacco di patate, e mi ha buttata sul divano con non molta delicatezza per punirmi del mio comportamento disordinato.
Finalmente, dopo una giornata prevalentemente buia e tempestosa, Matteo è riuscito a farmi comparire un sorriso in viso, seguito poi da un bacio dolce che mi ha fatto sentire meno debole.
<Ragazzi, potete evitare di riprodurvi davanti a me? Potreste causarmi uno shock emotivo>
Ridiamo entrambi mentre decidiamo che film guardare. Optiamo per "Una notte al Museo", non che uno dei miei film preferiti in assoluto.
Dopo una serata trascorsa tra risate (Già, anche io sono stata fregata e mi hanno strappato una risata) e coccole da parte di Matteo, i miei occhi si fanno pesanti ma non dormo, mi riposo semplicemente nelle braccia di Matteo.
<Sì è addormentata?> chiede Luca al suo amico.
<Sì sì. Cosa mi dovevi dire?> i due cominciano a sussurrare per non svegliarmi.
<Io Ami la conosco da molto e, come avrai visto anche tu, può essere molto sensibile. Inoltre ti devo fare un pò di raccomandazioni>
Matteo ride e io sento il suo petto vibrare
<Sentiamo>
<Amanda ODIA IL CIOCCOLATO AL LATTE, se dovessi farle un regalo SOLO CIOCCOLATO FONDENTE. Se invece avesse il ciclo STALLE VICINA MA NON FARLE RIFERIMENTI TROPPO ECCO DICIAMO... SENSIBILI, se no poi si arrabbia> mi conosce. Eccome se Luca Vettori mi conosce.
<Grazie Luca, sei un vero amico>
<Cosa non farei per i miei migliori amici! Ti prego trattala bene e non prenderla in giro come se fosse un giocattolo>
<Mai e poi mai. Io la stimo questa ragazza> sorrido senza farmi notare e non potrei essere più felice. Mi stima? Sono così tanto per lui?
<È quella giusta per te. Hai fatto centro> Luca ha appena approvato la mia scelta. É come un fratello iperprotettivo: a volte è uno scassamaroni, ma altre volte è affettuoso.
<Va beh, Matte, vieni con me o resti qua?>
<Resto qua, così non rimane sola per la prima notte> il mio cuore fa una capriola nel petto. Resta a dormire perchè si preoccupa per me.
<Buonanotte, a domani!> sussurra Luca a Teo.
Viene chiusa la porta e questo vuol dire che siamo rimasti solo noi due.
Sento il respiro di Matteo sul mio collo, e ciò mi provoca molti brividi lunga la schiena.
Ad un certo punto mi sento più leggera del solito, segno che Matteo mi ha presa in braccio.
<Sei una piccola piuma, è un piacere tenerti in braccio> bisbiglia tra se e se. Sento odore di vaniglia, ciò vuol dire che siamo arrivati in camera mia.
Matteo mi appoggia delicatamente sul letto avvolgendomi sotto le coperte, mentre io sono troppo stanca per reagire.
Il materasso si piega comunque sotto al suo peso e sento una fonte di calore proveniente dalla mia destra. Delle braccia mi avvolgono la pancia e Matteo appoggia la testa sul mio collo, e ogni volta che respira, un brivido mi scorre per la schiena.
Sento la sua pelle contro la mia schiena e, per la prima volta i nostri corpi sono così vicini. Pelle contro pelle. E io non potrei essere più felice in questo momento. È Matteo la cura a tutti i mali, è lui la mia medicina.

Mi sveglio nel mio letto. Accanto a me c'è Matteo che dorme nella stessa posizione in cui l'ho lasciato. Mi sta abbracciando e muove leggermente le labbra quando sonnecchia. È bellissimo: con il suo petto scoperto, i suoi capelli un pò arruffati e con il suo profilo quasi imperfetto è la persona più bella al mondo.
Apre gli occhi e mi guarda, come non mi ha mai guardata prima. <Sei forte, sei consapevole di questo, Ami?>
Mi avvicino di più a lui sdraiandomici letteralmente.
<Fino a ieri non lo sapevo. Grazie per avermelo fatto scoprire insieme>
Mi dà un bacio, di quelli veri, belli. Senza un se o un ma, un bacio che mi fa iniziare una bella giornata accanto alla persona di cui mi sono innamorata.
Ebbene sì, ho meditato tanto su questa cosa. Penso che una persona che si ammira per ciò che è realmente, con tutti i suoi aspetti positivi ma anche quelli negativi (che per me sono quasi impercettibili) sia il primo passa per amarla.

@teuzzo ha pubblicato una foto

Quel gesto sottile chiamato attenzione☝🏻💘@amandorlaa Piccolo koala 🐨

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Quel gesto sottile chiamato attenzione☝🏻💘
@amandorlaa Piccolo koala 🐨

Commenti:
@amandorlaa: Non potrei chiedere nulla di meglio, GRAZIE❤️
@teuzzo:❤️
@lucavettori_17: #diabets 💞
@teuzzo: il premio al miglior fotografo va a... il Vetto!💪🏻
@its.alessia: vi lascio e già prendete conclusioni così affrettate? Non sono pronta per diventare zia! #nonoiononcisto 😂🤔❤️
@amandorlaa: ma smettila cogliona @its.alessia💞 mi manchi donna

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