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"Prendo le chiavi della macchina?" Mi chiede Fabrizio.

Io scuoto la testa per dire di no e poi usciamo dal ristorante.

"Andiamo, dobbiamo andare dritti per questa strada e poi girare a sinistra e siamo lì" Gli spiego, cercando di essere il più neutrale e il meno vulnerabile possibile.

"Va bene...ehi, che hai? -mi chiede, fermandosi davanti a me e scostandomi una ciocca di capelli dal volto- Va tutto bene amore?" Mi chiede.

"Mhmh" Annuisco io, cercando di evitare il suo sguardo.

Lui mi accarezza una guancia dove, un attimo dopo, lascia un bacio leggero.

Io gli sorrido, anche se con difficoltà, e poi riprendiamo a camminare.

Lui mi prende per mano, facendomi sentire al sicuro nonostante la strada che stiamo percorrendo, la quale ci porterà ad una cruda verità che Fabrizio ancora non conosce.

Appena arriviamo davanti al cancello del cimitero lui si ferma. Non so se abbia capito o meno, so solo che a causa dei suoi occhiali da sole non riesco a guardare i suoi occhi.

Questa cosa mi fa male, dato che i suoi occhi sono uno dei pilastri che tiene in piedi il tempio del mio cuore.

Prima di fare un altro passo gli chiedo di toglierseli.

Ho bisogno che lui se li tolga.

Lui accetta e poi proseguiamo.

Arriviamo dinnanzi alla tomba dove è deposta mia nonna, nonché la sua babysitter.

"Mi stai dicendo che..." non fa in tempo a finire la frase che io scoppio a piangere.

"È successo quasi un anno fa...non ho potuto fare nulla...lo giuro, io c'ho provato ma il male se l'è divorata. Fabrì, ti prego, capiscimi, non sapevo fosse lei la tua babysitter...sicuramente adesso stai soffrendo e io non ti posso aiutare, ma forse avrei potuto aiutare lei...mi sarei dovuta rendere conto del suo stato di salute precario prima...e invece, niente...sono una stupida, perdonam-" dico tra le lacrime.

"Non dire più nulla. Finiscila. Non è colpa tua. Amore mio, non pensare sia colpa tua perché non lo è. Tu non hai nulla di cui rimproverarti...viè qua, facciamoci forza...sorridi ancora amore, che il peggio è passato..." mi canticchia nell'orecchio stringendomi a sé e accarezzandomi la schiena.

Appoggio la testa al suo petto. Aspiro il suo profumo, la mia droga, ne faccio un'overdose. Non mi importa delle conseguenze, ormai lui è il mio unico amore. Voglio stare tra le sue braccia per sempre, lontano da tutto e da tutti. Qui si sta così bene...

Canticchiamo a bassa voce "Il peggio è passato". Quando terminiamo, salutiamo mia nonna lasciando un bacio con la mano sulla sua fotografia e poi torniamo alla mia vecchia casa, dove un anno fa vivevo con lei, l'unica mia parente di sangue rimasta su questo mondo.

Camminiamo stretti, abbracciati: lui ha un braccio attorno alla mia vita e io ne ho uno appoggiato alla sua schiena.

"Amore..." mi chiama lui.

"Dimmi Fab" rispondo.

"...sei tutto per me. Solo questo...volevo dirtelo. Volevo ricordartelo, perché, spesso, noto che non ti rendi conto di quanto sei speciale...e non solo per me, ma per tutti. Per questa terra, per questa galassia, per questo Universo, per tutto ciò che esiste. Ricordatelo...e se lo farai o meno non mi importa, perché da qui all'Infinito ci sarò io a ricordartelo. Ti amo" mi dice, mentre guardiamo le macchine scorrere sulla strada da un marciapiede come l'acqua di una cascata scorre impetuosa dalla cima di una montagna con qualche ghiacciaio sciolto che da origine al meraviglioso spettacolo che è la Signora Natura.

Nota autrice
Ehi lettori! Vi è piaciuto questo capitolo? Siate sinceri, apprezzo critiche e opinioni personali...ma apprezzo anche dei dolcetti se proprio volete! 😂 A parte gli scherzi, se volete dirmi qualcosa fatelo...basta che non offendiate niente e nessuno, va bene? Adesso vado...grazie per aver letto anche questo capitolo. Buonanotte cari!
Baciniiii,
Martina

Amami, da ora all'infinito - Fabrizio MoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora