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"Andrà tutto bene, Martì, dai" mi dice lui, mentre guida la sua auto portandomi all'Università dove tra una decina di minuti si svolgerà il mio esame.

"Ma se non so niente! Non peggiorare la situazione, Fabrizio, sto per...non so nemmeno io cosa sto per fare!" Rispondo io, quasi urlando.

"Io lo so, invece. Stai per andare ad un esame. Stai per prendere un bel voto, ne sono certo...se non dovesse accadere, si può sempre riprovare. Perciò ora va', scendi da sta macchina e spacca il culo (Nota autrice: scusate il termine scurrile :P) a quel professore!" Mi incita lui.

"Sì signor capitano!" Rispondo io.

"Non ho sentito bene!" Controbbatte lui.

"SÌ SIGNOR CAPITANO!" ripeto io a voce più alta.

"Uhh" Risponde lui, emettendo lo stesso verso che ha emesso in una vecchia storia su instagram di Ermal.

Faccio per scendere dalla macchina, apro lo sportello ma lui mi blocca tenendomi per un braccio.

"Aò, ragazzi', te stai dimenticando 'na cosa" mi dice.

Io mi giro verso di lui e lui si piomba sulle mie labbra, baciandomi e sussurrandomi un:

"In bocca al lupo...anzi, che Ermal corra con te!"

Dopo aver riso insieme, scendo dall'auto e mi rendo conto che è arrivato il mio momento.

Devo davvero spaccare il culo a quel professore, gli farò capire chi è che comanda.

Arrivo nell'aula dove si svolgerà l'esame e vado a sedermi accanto ad una collega che conosco abbastanza bene, seppur fuori dall'Università non ci siamo mai viste.

"Ehi, ciao! -mi dice, salutandomi- Sei pronta?" Mi chiede.

"Mh, diciamo" rispondo, sedendomi con un po' di difficoltà dato il tremolio delle mie gambe causato dall'ansia.

"Ripassiamo qualcosa?" Mi chiede, prendendo il libro dalla borsa.

"Sì, prendo anche il mio libro-" non faccio in tempo a finire la frase che la porta in fonda all'aula si apre. Ci giriamo tutti ad osservare l'individuo che adesso respira la nostra stessa aria, piena dei nostri respiri affannati misti ad una tensione palpabile con la mano.

"Buongiorno ragazzi. Forza, cominciamo" è il professore.

Si siede al tavolo dove poggia la sua cartella.

Non prende l'elenco dei nostri nomi, né c'è già sul tavolo.

"Dai ragazzi, oggi non ho voglia di fare le cose formalmente, lo sapete come sono io -dice lui, agitando la mano. È vero, è un tipo alla mano, ma spesso se ne infischia dell'ufficialità che un professore universitario dovrebbe possedere- chi vuole cominciare?"

Nessuno fiata: sembra che anche solo respirare potrebbe attirare l'attenzione. Chi sposta lo sguardo al muro anche se è spoglio e bianco, chi mette la borsa sulle gambe e si nasconde dietro di essa, chi continua a ripassare facendo finta di non aver sentito e tenendo gli occhi incollati al libro. Sembriamo una classe di primo superiore alla prima interrogazione dell'anno.

Vi state chiedendo di quale categoria faccio parte io? Dell'ultima, ovviamente!

"Ehi, signorina! -pronuncia lui queste parole- Lei, potrebbe lasciare quel libro a posto e venire qui a chiacchierare un po' con me degli argomenti trattati?"

Non oso alzare lo sguardo. La mia collega mi da una gomitata: è chiaro, sta parlando con me.

"S-sì...eccomi, mi scusi" dico io, alzandomi per andare a sedermi davanti a lui e cominciare il mio temutissimo esame.

Nota autrice
Ehi lettori! Come va? Scusate per l'assenza ma, come sapete, questi sono periodi importantissimi per gli studenti come me, ci troviamo ad un bivio: o mandi per aria il lavoro di un anno, o ti dai uno sprint finale per raggiungere valutazioni più alte. Ecco, io sto cercando di prendere la seconda strada. Coooomunque, secondo voi, Martina passerà l'esame? Vi annuncio che nella prossima puntata accadrà una cosa stupenda...non vi rivelo altro! Adesso devo proprio andare.
Baciniiii,
Martina

Amami, da ora all'infinito - Fabrizio MoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora