Sia Anastasija che Newt si erano vestiti pesantemente, notò Thomas non appena arrivò davanti l'entrata del Palazzo. Newt indossava un sorriso sincero mentre Anastasija indossava un brutto broncio. Il pianista sospirò, la conversazione avuta poco prima con Newt l'aveva fatto rattristare e l'odio che Anya provava proprio per il pianista di certo non aiutava. Ma decise comunque di uscire fuori con loro.
Lo spettacolo che si parò davanti ai suoi occhi era meraviglioso: non aveva avuto occasione di uscire dal Palazzo in quei giorni, anche perché era molto pericoloso. Gli alberi spogli erano completamente ricoperti di neve, e il freddo si insidiò nelle sue ossa immediatamente, in una sensazione fastidiosa ma anche leggermente piacevole. Piccoli fiocchi di neve danzanti scendevano giù dal cielo cupo russo, ma nonostante tutto ciò, Thomas pensò che il giardino imperiale innevato era uno dei luoghi più belli che avesse mai visto.
Anastasija si era già immersa in quel paesaggio dal bianco manto. Andava in giro correndo, lasciando le impronte dei suoi stivaletti ovunque e prendendo tra le mani quei soffici fiocchi, per poi lanciarli in aria di nuovo.
"Hai freddo?" chiese Newt avvicinandosi al pianista di soppiatto. Thomas scosse la testa in segno di negazione, anche se in realtà stava gelando. Non aveva molta voglia di parlare, quindi si limitò a infilare le mani in tasca e a nascondere il viso dentro l'enorme sciarpa.
Newt ancora una volta rattristato, si allontanò da lui, andando a giocare con Anastasija e rinunciando ad una qualsiasi parola del pianista.
Thomas si sedette su una panchina, osservandoli in silenzio. Anastasija indossava un cappotto bianco e quasi si confondeva con l'ambiente intorno a lei se non fosse stato per i suoi capelli rossicci. Era così felice in quel momento che anche a Thomas si scaldò il cuore a vederla così allegra, nonostante il brutto rapporto.
Newt invece non sembrava poi così tanto allegro. Era un sorriso di gentilezza nei confronti di Anastasija quello che indossava, ma non era felice quanto la ragazzina. Thomas si domandò se fosse causa sua. Gli faceva un po' male al cuore vederlo così, per colpa sua. Avrebbe voluto che sorridesse sempre, perché lui era il suo sole e doveva sciogliere la neve che aveva dentro, ma pensare che tutto ciò era causa sua lo faceva stare malissimo. Thomas era completamente confuso. Doveva scegliere se fargli del male lasciandolo perdere completamente o se fargli del male stando accanto a lui, con tutte le sue fobie e paure. In un modo o nell'altro, l'avrebbe ferito, di questo Thomas ne era certo. Tuttavia per quel giorno, decise di ferirlo avvicinandosi al pupazzo di neve in costruzione e regalando al soldato, oltre ad un sorriso, un "Posso aiutarvi?"
La piccola Anya sbuffò a quella richiesta, ma a Thomas non importava perché Newt aveva appena rilasciato nell'aria una delle sue risate più belle con un "Certo pianista.". Il ragazzo dagli occhi blu iniziò quindi a raccogliere con le mani quanta più neve poteva, ammassandola in quello che sembrava essere la pancia del pupazzo. Ci misero un bel po', anche perché la piccola Anastasija aveva praticamente deciso di distruggere ogni parte del corpo che Thomas faceva, o forse perché Newt non stava più costruendo nulla, troppo impegnato a lanciare palle di neve al pianista e a trovare una qualsiasi scusa per sfiorargli la mano.
Thomas non rideva così tanto da tempo. Aveva dimenticato quale fosse il suono della sua risata, come fosse il dolore agli angoli della bocca e anche quella sensazione di pace interiore. Si erano divertiti tutti e tre in una battaglia di neve senza fine, forse da una parte lo fecero per dimenticare la battaglia che c'era fuori dai cancelli del Palazzo, forse dall'altra parte per dimenticare le battaglie interiori.
Successe poi che il destino voleva fare di nuovo la sua parte, facendo scivolare Thomas per terra in una disastrosa caduta poco elegante e successe anche che Newt ne voleva un po' approfittare di quel destino amico che era dal suo lato, così si piegò in ginocchio accanto al povero pianista con il sedere dolorante, appoggiando le mani ai lati della sua testa e non preoccupandosi della presenza di Anastasija.
"Ti sei fatto male?" aveva chiesto il riccio, guardando più le labbra dell'altro che gli occhi. Thomas alzò un poco la testa, diminuendo la distanza tra quelle due bocche che tanto si bramavano ma troppo timide per confessare il loro desiderio.
"Scusa se non ti permetto di farti conoscere i miei occhi." disse il pianista, con lo sguardo lucido di chi voleva quasi mettersi a piangere. "Scusa se sono fatto così." aggiunse poi con un tono sinceramente dispiaciuto.
"Sono bravo a fare amicizia con tutti. Vorrà dire che con i tuoi occhi ci metterò un po' più di tempo." riuscì a rispondere il soldato con quella sua voce roca che tanto faceva impazzire Thomas, prima di essere trascinato via dalla granduchessa che lanciava ad entrambi sguardi d'odio così intensi che il pianista pensò di morire. Ma poteva benissimo morire, perché comunque la sua ultima immagine nella mente sarebbe stata il volto di Newt, della sua chioma che ricadeva sulla fronte come i fiocchi di neve stavano cadendo su di lui e dei suoi occhi che finalmente brillavano di nuovo.
Il cuore di Thomas batteva in 'vivace'.
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sinfobie | newtmas
Fanfiction"Vedi Luke, questa storia parte da molto lontano. Però devi sapere una cosa. La melodia che hai sentito non è stata scritta a caso, né per scopi economici. Thomas scrisse quello spartito per una e una sola persona a questo mondo: il suo amato Newt."