Capitolo 2

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Cinque anni prima.

«Marinette, tesoro, c'è il tuo amico Adrien qui fuori. Vorrebbe parlarti.»

«Non farlo entrare.»

«Ma è preoccupato per te, è rimasto in ospedale tutti i giorni.»

«Non voglio che mi veda.»

Cinque anni dopo.

Per una parte consistente della sua vita Adrien sapeva di essere rimasto a pensare a cosa dire in un momento come quello.

Marinette lo guardò, sorpresa.

Adrien fece lo stesso, percependo la voce del fotografo che gli chiedeva cose, che gli dava ordini come un brusio in sottofondo, poco più di un fruscio.

La fissò negli occhi fino a imprimersi la loro forma dietro le palpebre, poi, odiando fermamente quella parte tanto stupida di se stesso, spostò lo sguardo sul lato sinistro del suo viso. Quel poco che si vedeva sotto i capelli acconciati ad hoc per coprirlo.

Cicatrici. Bruciature.

Marinette abbassò lo sguardo ritirandosi in silenzio dall'insistenza dei suoi occhi e Adrien avrebbe voluto scusarsi, non lo aveva fatto a posta, non voleva ferirla, non...

«Monsieur Agreste, le presento Marinette. Se c'è qualcuno che può rendere quei pantaloni indossabili quella è lei.»

Fine di tutto.

Aveva avuto un'occasione per dimostrarle che non era una persona frivola e superficiale e l'aveva buttata alle ortiche.

Era un disastro.

«Adrien, puoi tornare a Marcey.»

Annuì piano cercando di ricreare l'illusione di due persone che stavano per baciarsi, ma scoprì che era davvero molto più difficile riuscirci se lì con loro c'era lei.

Sapeva di stare arrossendo, ma finse di non accorgersene, in fondo gli avevano spiaccicato in faccia così tanto trucco che non se ne sarebbe accorto nessuno. Si avvicinò alle labbra soffici di Marcey e intrecciò le dita ai suoi capelli pregando che tutto finisse più in fretta possibile.

Scatta. Avanti, muoviti, scatta!

«Bene. Vai pure a sistemare gli altri pantaloni.»

Adrien raggiunse la stilista e Marinette che gli porse il primo paio di jeans che aveva provato. Erano ancora grandi.

«Vedi?» disse Madame Puton a Marinette, sollevandogli l'orlo della t-shirt.

«Già. Posso mettere dei punti provvisori sul retro, se lo fotografate di fronte non dovrebbero vedersi.»

«Proviamo» acconsentì la stilista con un sospiro.

Recuperò un piccolo sgabello pieghevole accanto all'appendiabiti e lo posò ai piedi di Adrien perché ci salisse.

Obbedì a quella muta richiesta con gli occhi fissi su Marinette che stava recuperando un rotolo di filo e un puntaspilli dalla propria borsa.

«Hai bisogno di me o posso dare una mano alla ragazza a vestirsi?» domandò.

«Sono a posto» rispose semplicemente Marinette.

Adrien realizzò di non aver spostato lo sguardo da lei nemmeno per un istante. Tikki l'aveva protetta fino all'ultimo, per quel che poteva fare: le bruciature le percorrevano il lato sinistro del viso girando intorno ai suoi occhi, disegnando una "C" sulla sua tempia, imprimendole per sempre addosso la forma di una mascherina.

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