che ci crediate oppure no, la metà è vicina...
abbiate fede, ci siamo quasi...
fatemi sapere se il capitolo vi piace!!
-----
Marinette aprì gli occhi nel letto di Adrien, si guardò intorno disorientata. Si sentiva calda, caldissima, febbricitante quasi, ma non era una sensazione spiacevole.
Si voltò e lui dormiva ancora accanto a lei, il viso tuffato nel cuscino e un braccio allungato verso di lei. Non ricordava del tutto quello che era successo, ma era vestita, anche lui lo era.
Si alzò in piedi e attraversò la stanza diretta in bagno, pensando che fosse strano che si fosse addormentata con la luce accesa, di solito doveva creare il buio totale per riuscire a prendere sonno.
Avevano lasciato la luce accesa anche in bagno, forse Adrien si era svegliato.
Si guardò allo specchio e... forse no. Era lei. Brillava.
E non era la sola novità, Tikki le svolazzò intorno ridacchiando.
«Marinette!» esclamò con la sua vocina stridula.
«Tikki» mormorò lei guardandola. Era sana, sanissima, sorridente e allegra. Si coprì la bocca con le mani per impedirsi di mettersi a gridare dalla gioia. «Sei fuori! Sei...»
«Marinette, è così bello vederti.»
Lei annuì febbrilmente. Lo era, lo era davvero. Credeva fosse morta, credeva che non l'avrebbe più guardata negli occhi, credeva che...
«Ora posso trasformarti di nuovo completamente.»
Marinette smise di sorridere. C'era una cosa a cui nessuno pensava, non lo facevano mai perché sembrava banale: prima delle cicatrici, delle fasciature, degli ospedali, prima di qualsiasi altra cosa, bruciare faceva male.
Aveva pensato che sarebbe impazzita dal dolore. Era intenso sembrava attraversare strati e strati di lei per aggrapparsi in profondità e non erano fitte, era un dolore continuo e sordo. Le medicine lo placavano per un tempo limitato, poi tornava, lo ricordava crescere e ricordava il terrore di dover aspettare prima di poter avere di nuovo una dose di antidolorifico.
Si ricordava piangere, ma le sue lacrime non bastavano, e si ricordava urlare, inutilmente, i medici, le infermiere accorrevano ma non potevano fare niente: nessuno poteva fare niente.
«Io...» voleva, una parte di lei lo voleva davvero, come aveva voluto baciare Adrien la sera prima. Le mancava quel formicolio sulla pelle, come di elettricità statica che le vibrava lungo le vene. Le mancava saltare e correre sui tetti. Le mancava sentirsi potente e forte, ma...
«Io non voglio mai più trasformarmi.»
Tikki la guardò turbata e lei si sfiorò gli orecchini, a quel punto con Tikki di nuovo in grado di svolazzare in giro avrebbe potuto semplicemente trovare un'altra ragazza meritevole e passarle quella responsabilità.
Avrebbe potuto semplicemente smettere di essere Ladybug.
«Ma, Marinette, tu sei Ladybug.»
Scosse la testa lanciando un'occhiata al proprio riflesso sullo specchio del bagno. Luccicante oppure no, era mostruosa come sempre. Si aggiustò i capelli con abitudine in modo da non farsi venire l'angoscia passando di fronte a qualsiasi materiale riflettente.
Non poteva restare lì, da Adrien, non poteva farlo.
Ripensò al loro bacio a quel letto, le venne da ridere, erano stati talmente sopraffatti e ubriachi di magia da non prendere in considerazione la possibilità di fare altro.
STAI LEGGENDO
Another Ladybug
FanfictionNemmeno gli eroi vincono sempre. Ci sono ferite che non si possono sanare. Chat Noir lo sa. Come sa che qualsiasi cosa dica non riuscirà a fermarla, non riuscirà a tenerla. Anche se i loro Miaraculous sono complementari, anche se loro devono stare i...