Cinque anni prima
Chat Noir era tornato a casa.
Suo padre era nel suo studio, impeccabile, imperturbabile come lo aveva sempre ricordato. Quella era la stessa espressione che aveva avuto in chiesa al funerale di sua madre. Quella era la stessa espressione che aveva avuto mentre lo accompagnava in ospedale a far visita alla sua amica rimasta ferita durante l'incendio.
Aveva pensato cataclisma, era stato sul punto di dirlo e ucciderlo.
Era colpa sua, era...
Suo padre lo aveva guardato sorpreso, non aveva capito.
Voleva che capisse, voleva che sapesse che la ragazzina che aveva mandato in ospedale aveva sedici anni, che andava a scuola con suo figlio, che... dio, suo figlio l'amava e lui...
Si era sfilato il Miracolous di Chat Noir e aveva avuto il privilegio di vedere suo padre sgranare gli occhi. Per la prima volta dopo quelli che gli erano sembrati secoli aveva visto un sentimento fare capolino nei suoi occhi.
Sorpresa.
No, si era reso conto che si trattava di terrore.
Ora aveva paura, aveva paura che lui...
«Eri tu?» aveva domandato portandosi una mano alla bocca, quasi potesse rimangiarsi anni di malefatte. «Eri tu!» aveva insistito avvicinandosi.
Adrien era rimasto interdetto, indeciso sul ritrasformarsi oppure no, oppure...
Suo padre l'aveva abbracciato, con il respiro frammentato. Adrien aveva sentito il suo cuore battere all'impazzata, poi la sua voce rompersi, esplodere.
«Eri in quell'incendio ed eri... sempre...» suo padre stava piangendo e lui non ricordava di averlo mai visto ridere, figurarsi piangere e...
Lo aveva allontanato, gli aveva scostato i capelli, i vestiti. Adrien ci aveva messo un po' a capire che stava controllando ognuno dei punti dove era stato colpito e aveva realizzato con una certa sorpresa che suo padre non aveva paura di lui, ma per lui.
Era stato troppo, tutto quello era troppo e lui era solo un ragazzo. Aveva sentito gli occhi riempirsi di lacrime. «Mar... Marinette» aveva singhiozzato allora Adrien e suo padre gli aveva preso il viso tra le mani.
«Non lo sapevo» aveva confessato, troppo sconvolto per non essere sincero. «Se avessi saputo...»
Adrien era scoppiato a piangere come un ragazzino scemo e suo padre l'aveva stretto. «Oddio, avrei potuto ucciderti.»
Sì, ci aveva provato molto spesso.
«Perché?» aveva strillato Adrien sconvolto allontanandolo.
Suo padre l'aveva guardato desolato. «Per te. Volevo che avessi indietro tua madre.»
L'avrebbe voluta indietro, in quel momento non avrebbe desiderato nient'altro, ma sapeva, lo sapeva che era sbagliato e se non fosse bastata la sua consapevolezza c'era Plagg che gli sussurrava nell'orecchio di ragionare, non perdere la testa, ricordare cosa era giusto e cosa era sbagliato.
Adrien non poteva combattere suo padre.
«Andrebbe bene anche se avessi indietro mio padre.»
Aveva allungato una mano verso di lui, nel palmo aperto c'era il Miracolous di Chat Noir. Lo voleva? Lo prendesse.
Suo padre si era avvicinato, osservandolo sorpreso, aveva posato una mano sulla sua e gli aveva lasciato il Miracolous di Papillon.
«Hai un padre» gli aveva detto soltanto.
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Another Ladybug
FanfictionNemmeno gli eroi vincono sempre. Ci sono ferite che non si possono sanare. Chat Noir lo sa. Come sa che qualsiasi cosa dica non riuscirà a fermarla, non riuscirà a tenerla. Anche se i loro Miaraculous sono complementari, anche se loro devono stare i...