CAPITOLO 3. MIRANDA.

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L'INCONTRO.

Eravamo in un locale che pieno zeppo di gente era dire poco. Eravamo più di quelli che questi cento metri quadri potevano contenere.

Linda mi aveva detto che avevamo un tavolo riservato. I suoi amici avevano preso un tavolo infondo al locale ed erano già mezzi ubriachi.

Quando arrivammo tutti salutarono Linda io sorrisi e basta mentre lei mi presentava, un ragazzo dalla faccia fin troppo divertente mi fece accomodare accanto a lui chiedendomi se volessi un bicchiere di vodka. Accettai quel bicchiere di vodka, e ne seguirono tre altri finchè non cominciai a ridere in faccia alle persone che raccontavano anneddoti divertenti ma anche cose serie.

Risi in faccia ad un ragazzo che era bellissimo: capelli ramati ed occhi verdi. Aveva un fisico da puglie ed era alto da far paura, la cosa che mi fece più ridere fu il suo nome: Ignazio.

"Per carità tu sarai anche bellissimo carotino, ma il tuo nome fa veramente schifo. I tuoi genitori a cosa pensavano quando te lo hanno dato?"

Tutti cominciarono a ridere tranne lui, che con sguardo da duro e la mascella contratta mi disse: "Tu hai un nome da strega invece lo sai?"

Voleva offendermi e non ce la fece perchè di rimando gli dissi: "Bene con te non ho bisogno di fare incantesimi allora, sei uno stronzo di tuo caro Ignazio."

Linda mi guardò sorpresa ma allo stesso tempo rideva a crepapelle, sapeva che sapevo tenere testa a tutti non mi ero mai fatta mettere sotto i piedi da nessuno.

"Caro Ignazio, credo che hai trovato pane per i tuoi denti" esclamò il ragazzo accanto a me che avevo capito si chiamasse Federico.

Ignazio prese di tutta risposta un altro bicchiere di vodka e uscì fuori.

Dopo cinque minuti andai fuori anche io, volevo scusarmi e non volevo essere vista come una sbruffona. Uscì fuori e lo viddi mi avvicinai piano, stava fumando.

Era bello veramente e mozzava il fiato.

"Scusami per prima non volevo essere scortese, solo che l'alcool a volte fa dire cose che nessuno pensa. Scusami ancora."

Si voltò verso di me e notai che stesse ridendo e mi disse: "Sai effettivamente non so a cosa stessero pensando i miei genitori quando mi hanno voluto dare questo nome, che fa schifo anche a me, ma tu sei stronza forte."

Scoppiammo a ridere entrambi e quando notai che fu troppo vicino a me smisi di ridere e avvampai.

Mi baciò. Un bacio leggero e tenero di quelli che si danno ai bambini.

"Questo è per farti perdonare. E questo, è il mio numero."

Per un attimo sentì il mio cuore ritornare a battere. Tutto in una sera non poteva essere. Ma ero felice, ero ritornata ad essere felice.

Volevo rinascere e quello mi sembrava il momento giusto, Ignazio sembrava la persona giusta per poter scacciare completamente Mirko dalla mia vita.


QUESTO CAPITOLO E' SOLO DI PASSAGGIO INFATTI E' UN PO' PIU' CORTO MA NON VI PREOCCUPATE, NE HO UNO GIA' BELLO E PRONTO. BUONA LETTURA BABIEEES.

𝓐𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓶𝓪𝓵𝓪𝓽𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora