RICORDI.
Quando ho conosciuto Ignazio avevo ventiquattro anni ed ero uscita da una storia bellissima durata sette anni.
Quell'amore mi aveva devastata nel vero senso della parola. Avevo vissuto sette anni bellissimi ma allo scoccare del settimo, anno della fatidica crisi, la bellissima favola che stavo vivendo con Mirko svanì.
Tutto fu reso devastante dopo la perdita di quello che doveva essere il frutto del nostro amore. Quel giorno fu tragico, fu il giorno decisivo dove la me forte e guerriera, andò a farsi un giro.
Ero in sala parto e stavo dando alla luce la nostra bambina. Avevo avuto le doglie due settimane prima del previsto e la principessa decise di nascere. Avevo attraversato sedici ore di travaglio e dopo tanta agonia e dolore che mi avevano portato ad essere stremata ci vollero tre spinte per far venire alla luce la bambina, solo che, non piangeva e non dava segni di vita. I dottori cercarono di rianimarla e farla vivere,fu tutto inutile, la bambina era nata morta: il cordone ombellicale l'aveva strozzata ore prima durante il travaglio.Beatrice nacque esattamente il giorno degli innamorati: il quattordici di Febbraio.
Fu orribile quando l'ostetrica tentava in tutti i modi di far piangere Bea, era una visione dolorosa, oltre al livello fisico subito. L'ostetrica mi guardava mentre urlavo e piangevo, Mirko mi teneva la mano ma anche lui piangeva silenziosamente solo per non crearmi ancora più dolore. Avevo perso tutto. Avevamo perso tutto.
Mi sentì vuota, apatica e nulla quando mi dissero che la mia bambina che avevo sentito scalciare dentro me per nove mesi, che avevo accarezzato nel buio della notte per calmarla dal singhiozzo, a cui avevo dedicato migliaia di canzoni già e a cui parlavo per non sentirmi sola, era morta strozzata dal cordone che l'aveva nutrita per mesi.
Avevamo scelto quel nome insieme io e Mirko, amavamo leggere la "Divina Commedia". Eravamo appassionati della letteratura italiana, una delle migliori diceva sempre lui, ed era vero.
Un giorno eravamo sul divano a leggere una poesia di Dante dedicata a Beatrice e al nominare quel nome la bambina scalciò per la prima volta, fù in quel momento che entrambi ci guardammo e capimmo immediatamente che avevamo pensato la stessa identica cosa: Beatrice era il nostro frutto.
I giorni a seguire furono effettivamente i peggiori della mia vita.
Sia fisicamente ma soprattutto ero crollata psicologicamente. Guardavo la cameretta con i mobili con sopra disegnati i coniglietti. Avevamo preso quei mobili con amore e cura, avevamo scelto ogni minimo dettaglio, la nostra Bea doveva avere tutto ed infatti avevamo comprato addirittura il girello, in caso precocemente avesse iniziato a camminare, non si poteva prevedere tutto ciò quindi non volevamo esserne sprovvisti.
Aprivo i cassetti e vedevo lì, a giacere, le tutine tutte rigorosamente rosa, gialle e lilla coi fiorellini, i cuori, le pecorelle e il pigiama intero a forma di panda che avevo comprato sola perchè Mirko non lo avrebbe preso mai.
Io e Mirko eravamo arrivati a non dirci nemmeno più "ciao", nessuno dei due aveva più avuto la forza di parlare dell'accaduto, mangiavamo insieme e dormivamo nel silenzio. Non ci sfioravamo più, non facevamo più l'amore. Eravamo delle persone nulle prive di senso, non avevamo più senso insieme e non sapevo nemmeno come aiutarci.
Un giorno lui mi disse solo: "Penso che sia finita Miranda. La nostra storia è finita perchè siamo finiti noi. Ormai insieme non possiamo più essere felici abbiamo troppo dolore. Ti amo e ti amerò come non ho mai amato nessuna ma insieme abbiamo solo dolore e dobbiamo andare avanti. Bea sarà sempre la piccola creatura che penserò nel giorno di San Valentino. Miranda ricorderò te sempre come la cosa più bella cosa che mi sia capitata. Sei la donna più importante della mia vita ma il dolore che ci accomuna è troppo forte e insieme non possiamo combatterlo."
Così mi diede un ultimo bacio e chiuse la porta. Entrambi avevamo ventidue anni e lì, in quel preciso istante la mia vità finì.
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𝓐𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓶𝓪𝓵𝓪𝓽𝓸.
Chick-Lit[COMPLETA]L'amore è bello ma a volte può far male. Miranda ha ventisei anni e da due anni vive un amore malato. Ignazio è un uomo bellissimo e socievole ma ha un difetto: la gelosia e la possessione per le sue cose. Miranda e Ignazio vivono un amor...