CAPITOLO 10. MIRANDA.

713 20 0
                                    


IL PERDONO E LA SCONFITTA.

Nei giorni seguenti al fattaccio accaduto fra me ed Ignazio lui si fece sentire.

Mi mandava dei messaggi prima di "scuse", poi minatori tant'è che volevo andare già alla polizia ma non lo feci per paura o solo per amore.

Era Lunedì ed ero al lavoro ed avevo quasi finito il mio turno, quando uscì fuori mi ritrovai Ignazio con un enorme mazzo di rose rosse e uno sguardo da cucciolo. Si avvicinò e io mi allontanai.

"Non aver paura di me Miranda ti prego, mi manchi e ho voglia di riaverti in casa. Ho sbagliato è stato un errore che non capiterà mai più. Ti prego, perdonami se puoi."

Lo guardavo ed ero combattuta da una parte lo volevo da una parte non volevo nemmeno sfiorarlo per paura di dover rivivere quello che già mi aveva fatto. Era stato uno schiaffo, un semplice schiaffo ed io la stavo facendo tragica. Potevo perdonarlo, io lo avevo provocato mettendo quel vestitino e non dovevo.

"Ti dò una possibilità altra Ignazio, poi se succede ancora ciò che è già successo tu sei fuori dalla mia vita sappilo. Ti amo purtroppo e mi sei mancato anche tu."

Lo abbracciai e lo baciai, ritornammo insieme a casa, cenammo e facemmo l'amore. Mi era mancato tanto la nostra quotidianità.

Ignazio poteva essere l'uomo della mia vita, quello sbaglio lo aveva commesso e non lo avrebbe mai più fatto, ne ero sicura, mi amava tanto e non mi avrebbe più sfiorato.

La nostra storia aveva ricominciato a navigare dinuovo in un mare calmo e tranquillo pieno di amore, fiducia e affetto.

Il giorno seguente Ignazio tornò a casa con un solitario e mi chiese ufficialmente di essere la sua fidanzata. Quell'anello era bellissimo ed io ero emozionata e felice. Ignazio era veramente un uomo da sposare, da vivere e da avere accanto per il resto della vita.

"Perchè non proviamo ad avere un figlio?"

Mi si gelò il sangue al suono di quelle parole. Diventai pallida e divenni un pezzo di marmo.

"Non credo sia il momento giusto.." biascicai a fatica per non far trasparire nessuna emozione.

"Come no? Abbiamo fatto pace e siamo ritornati insieme. E' il momento giusto e noi siamo prontissimi." esclamò Ignazio con troppa enfasi.

"HO DETTO NO." urlai.

Ignazio mi venne davanti e mi abbracciò non so perchè lo fece, dopo però si allontanò quel poco e mi guardò neglio occhi per dirmi: "Si fa come dico io, tu mi darai questo figlio capito Miranda? Non mi interessa il tuo passato. Non mi interessa quello che magari hai subito, perchè si, lo sanno tutti ciò che hai passato. Non mi interessa nemmeno che stavi per avere un figlio con quello stronzo del tuo ex. Tu mi darai un figlio. ORA."

Urlò l'ultima parole e sobbalzai. Avevo ricominciato ad avere paura e volevo solo scappare. Non volevo un figlio, non da lui. Mi stavo rimangiando mentalmente tutti i pensieri che avevo fatto in precedenza. Mi caddero delle lacrime, involontariamente aveva menzionato Bea e Mirko e questo non lo permettevo a nessuno. Nemmeno a lui.

Mi staccai da lui e lo guardai e sussurrai: "Non ti permettere mai più di menzionare il mio passato. Tu da quello stronzo potresti solo imparare. Non menzionare ciò che mi ha resa felice. Non te lo permetto. Non ti darò un figlio, perchè con te, non lo voglio."

Lui appena finì di dire queste cose mi si buttò addosso per prendermi a pugni sullo stomaco e a schiaffi. Cercavo di dimenarmi ma non riuscivo lui era più forte e pesante.

Mi prese in braccio, mi portò in camera da letto mi spogliò e mi violentò. Era rude, manesco e volgare.

Mentre mi violentava diceva cose insensate. Biascicava che un figlio lo voleva,che ero la sua vittima e dovevo fare quello che diceva lui. Dopo che si svuotò dentro me mi lasciò lì inerme sul letto a piangere ed uscì.

Era l'inizio di un incubo.

𝓐𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓶𝓪𝓵𝓪𝓽𝓸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora