Chapter 14.

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Martina's pov.
Mi stiracchio ancora avvolta tra le bianche lenzuola, ripenso a ieri e non potrei essere più felice. Mi sento completa. Era da tanto che non stavo così bene. Dopo ciò che è accaduto ieri tutti i miei dubbi si sono trasformati in certezze. Jorge è la mia unica certezza. L'avvenimento di ieri mi ha dato la conferma di ciò che provo lui. Non è una cosa da niente quello che abbiamo fatto, o almeno, per me è importantissimo e vale più di qualsiasi altra cosa. Ho capito che lui è quello giusto, quindi al diavolo le incertezze, non mi importa se verrò giudicata perché lo conosco da poco, infondo ieri è avvenuto un gesto d'amore, quindi amore é la parola giusta, l'esatta definizione di quello che provo. Infondo esiste anche l'amore a prima vista, no? O meglio, forse il nostro potrebbe definirsi un amore a seconda vista, dato che fino a pochi giorni fa ci detestavamo. Ma infondo l'amore è imprevedibile, ed io i sentimenti non riesco a frenarli, né tantomeno a nasconderli.

Il mio cellulare emette la suoneria di quello che sembra un messaggio, questa musichetta fa svegliare Jorge, che mi fulmina con lo sguardo per poi mettere la testa sotto il cuscino.
"Diavolo Martina, spegni quel fottuto cellulare." Borbotta cercando di dormire, non ha tutti i torti, sono le sette del mattino e vorrebbe dormire. Adesso che ci penso alle nove iniziano le lezioni, ma mi sa che entrambi oggi salteremo la scuola. Mi sorprendo di me stessa, è la prima assenza che faccio. Quando controllo il cellulare per vedere di che si tratta, mi accorgo che è solamente una notifica di Facebook. Una nuova richiesta d'amicizia. Curiosa controllo, e un nome apparentemente familiare appare sulla schermata. Quando guardo le sue foto mi rendo conto di chi tratta, è il ragazzo con l'accento italiano che l'altro giorno mi riaccompagnò a casa, lo stesso ragazzo che pateticamente ci provava con me. L'amico di Jorge.
"Mh, Ruggero Pasquarelli." Leggo involontariamente ad alta voce il nome, Jorge sussulta non appena sente quel nome e mi fulmina nuovamente con lo sguardo. È geloso per caso?
"Come cazzo fai a sapere il suo nome?" Mi domanda lui con la voce ancora impastata dal sonno, è così bello con i capelli scombinati e gli occhi mezzi chiusi.
"Mi ha appena inviato la richiesta su Facebook" mi limito a rispondere facendo spallucce "ad ogni modo l'ho conosciuto ieri mattina sotto casa tua, io e te avevamo litigato e lui si é offerto di accompagnarmi a casa."
Lui mi guarda malissimo per poi "Non accettare quella fottuta richiesta" borbottare. Non nascondo che mi faccia piacere il fatto che lui sia geloso. Ridacchio per quello che ha appena detto, saltandogli addosso abbracciandolo e lui mi stringe ridendo insieme a me.
"Ma hai visto come ti appendi?" ridacchia per poi "avevo ragione l'altro giorno, sei proprio una scimmietta." Aggiungere con un sorriso, e nuovamente sento quella bella ma al contempo strana, sensazione al petto. Credo sia giunto il momento di parargli dei miei sentimenti, prima che sia troppo tardi, e magari sentire cos'è che ha lui da dirmi.
"Sai, quando ieri parlavamo d'amore ero molto confusa riguardo questo termine" faccio una piccola pausa "ora però sono sicura di ciò che significa. L'amore non si spiega a parole, l'amore si fa. Noi l'abbiamo fatto ed adesso sono sicura che l'amore per me sei tu, Jorge." Non appena finisco di parlare noto che lui si irrigidisce e si alza dal letto. Che gli prende?
"C-Con questo che vuoi dire Martina?" Sembra come contrariato alle mie parole. Non capisco.
"È più forte di me, Jorge. Non riesco a nascondere i miei sentimenti con le persone, tutto qui" borbotto per poi "io c-credevo che dopo quello che è successo ieri, s-saremo stati insieme." La mia voce si spezza alla fine, ero sicura di amarlo, e pensavo che per lui fosse lo stesso.
"Io non ho relazioni, Martina." Mi poggia una mano nella spalla, come se non volesse che quelle parole mi ferissero. Ma per me è come una coltellata al petto.
"M-mi hai usata ancora una volta Jorge." La mia voce è fioca, tremo dal pianto. Stupida, stupida, stupida.
"N-no piccola, non è come pensi tu" mi segue mentre cammino verso l'uscita della casa, non voglio più ascoltarlo "tu sei perfetta Martina e non hai nulla che non va. Io invece sono dannoso. Un cazzo di disastro. Sono rotto Martina, e non voglio distruggere anche te con le mie fottute imperfezioni."
"Sono tutte scuse." Continuo a piangere, lui mi ferma bloccandomi da un polso e si avvicina a me per abbracciarmi, ma mollo la sua presa.
"Martina cazzo, cerca di capirmi!" Urla "io non sono in grado di amare. Ti farei solamente soffrire, non potrei darti nulla di positivo."
"Invece adesso credi che non stia soffrendo?" Tiro su col naso "saresti dovuto essere chiaro fin dall'inizio, Jorge."

Ma cosa credeva? Che da adesso in poi sarei stata solamente la sua amichetta di letto? Una compagna di scopate? Mi chiudo in bagno sbattendo la porta, lui non mi segue. Prendo il cellulare premendo sulla rubrica, e senza volerlo finisco sul numero di Diego. Decido di chiamarlo. Uno, due, tre squilli. Sarà troppo incazzato con me per volermi parlare. In mia sorpresa al quarto squillo risponde.
"Ehy." È strano sentire la sua voce dall'altro campo del telefono, singhiozzo pensando a quanto sono stata cogliona, avevo al mio fianco un ragazzo che mi amava davvero e che non mi avrebbe mai fatta soffrire.
"D-Diego, sto malissimo" tiro sul col naso "so che ce l'hai ancora con me, ma ti chiedo solo un passaggio. Voglio andarmene da qui."
"Non piangere Tini" mi rassicura, è così gentile con me malgrado io l'abbia trattato male "dove sei?"
"Ti mando la posizione" mormoro "e ti ringrazio, ti voglio bene." Concludo chiudendo la telefonata. Per quanto gli voglia un infinità di bene però, non tornerei con lui.  Ho bisogno di stare da sola. Mi fa piacere però che come amica lui mi abbia perdonata. Mi lavo il viso e mi rimetto i vestiti di ieri. Lego poi i miei capelli in una coda, quando mi guardo allo specchio mi rendo conto di essere uno schifo, ho gli occhi rossi e gonfi dal pianto. Il karma alla fine, mi ha dato la giusta punizione. Fa male sentirsi rifiutata, e adesso capisco come si sentì Diego quando feci la stessa cosa con lui. Qualche minuto dopo sento bussare fortissimo alla porta, esco dal bagno e trovo Jorge in lacrime. Cerca di farmi pena? Non me ne fa affatto. Mi avvio verso l'uscita della casa e lui mi ferma.
"Che cazzo fai Martina?" I suoi occhi sono furiosi. È danntamente serio? Dovrei essere io furiosa, non lui.
"Me ne vado. Diego sta venendo a prendermi." Rispondo fredda e lui sembra crollare a quelle parole.
"Non dire stronzate, ti accompagno io a casa." Sembra parecchio incazzato, vorrei rispondergli ma sento il motore di un'auto, e un clacson che suona. Sarà arrivato Diego.

Jorge's pov.
Esco furioso di casa, prima che possa farlo lei e mi precipito davanti la macchina del coglione che ha intenzione di portarmela via.
"Dov'é Martina?" Domanda lui calmo uscendo la testa dal finestrino, come se volesse darmi la dimostrazione che non ha paura di me. Dovrebbe averne invece, e molta.
"Non sono cazzi tuoi" ringhio per poi "lei se ne va con me!" aggiungere.
"Sicuro che lei voglia?" Mi provoca, la rabbia sta ribollendo in me, giuro che lo faccio scendere da questa cazzo di auto e lo massacro di botte.
"Senti coglione, ti conviene andartene. Ti ho già dato un pugno una volta e non ho problemi a farlo di nuovo." Lo minaccio, ricordandogli di quando gli tirai un pugno sulla mascella durante quella famosa serata in discoteca. Fui poi l'artefice del litigio tra lui e Martina. Quel coglione apre la bocca per rispondermi, ma ecco che spunta Martina che si rende subito conto dell'atmosfera tesa .
"Lascialo perdere Diego, non voglio avere niente a che fare con lui." Annuncia lei con tono freddo, guardandomi con disprezzo. Sale poi nell'auto del moro, il quale sorride soddisfatto, come se avesse vinto lui. Stringo i pugni serrando la mascella, non mi rimane che guardare in silenzio quell'auto che si allontana e se ne va.

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