Chapter 19.

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Martina's pov.

"N-no" sussurra come se stesse parlando con se stessa "non è vero, non può essere." Il suo volto rimane impassibile, mentre una lacrima riga silenziosamente la sua guancia.

"Sí, sono io Mer." Le labbra mi tremano dall'emozione, non riesco a muovermi, non so bene cosa dire o fare.

"Piccola mia." Singhiozza avvolgendomi le braccia esili al collo, continuo a piangere stringendola più forte. Non avrei mai pensato di riuscire ad abbracciarla un giorno, era da sempre stata un'utopia. Si sta realizzando quello che ho sempre sognato e che aspetto da otto anni, da quando mi hanno strappata via da quell'orfanotrofio, riverderla, poterla abbracciare. L'ho amata come fosse una sorella, parte fondamentale della mia vita.

"Voi donne siete proprio strane." Interviene Ruggero, che aveva assistito sconvolto alla scena, ignaro di cosa stesse succedendo.

"Rugg che ne dici di andartene? Io e lei abbiamo molte cose da dirci." Lo caccia Mercedes trascinandomi da una mano, lui rotea gli occhi infastidito.

"E la birra?" Mi guarda pietoso e scuoto la testa, un po'mi dispiace lasciarlo in tronco così, ma ho bisogno di stare con lei.

"La prenderete un'altra volta!" risponde saccente la bionda "io e lei adesso dobbiamo andare."

Il ragazzo ci saluta con un cenno della mano, salendo nuovamente nella sua auto, dirigendosi chissà dove. Quando io e Mer siamo nuovamente da sole, la vedo rivolgermi un sorriso a trentadue denti, per poi abbracciarmi di nuovo.

" Mi sei mancata tanto!" Stridula sciogliendo l'abbraccio, le sorrido, stento a crederci.

"Anche tu non hai idea." Le prendo le mani e sospiro "non immagini quanto ti abbia cercata."

"Sei cresciuta tanto Tinita, sei stupenda, sei una donna" sorride affettuosamente "come ho fatto a non riconoscerti? In effetti sei totalmente diversa."

"Nemmeno io ero sicura fossi tu la prima volta che ti ho vista, però avevi un'aria così familiare... ho dovuto chiedere a Ruggero come ti chiamassi per averne la certezza." Le spiego, sentivo fosse lei la prima volta che la vidi in questa piazza, ricordo che chiesi subito informazioni a Ruggero.

" Tesoro scusami davvero, ti ho trattata proprio male per tutto questo tempo, mi dispiace non ne avevo idea..." diventa un attimo cupa, poi sorride maliziosamente "ma dimmi un po' tra te e Ruggero?"

"No no no, non succede nulla. Siamo solo amici. Oddio, amici è un parolone, l'ho conosciuto tramite Jorge, che poi con lui è un casino. È una storia troppo lunga." Inizio a balbettare, mi capita sempre quando devo raccontare le mie cose.

"Non c'è problema, mi racconterai tutto nel tragitto." Sorride lei facendo spallucce, dove vuole andare?

"Tragitto? Perché, dove andiamo?" alzo un sopracciglio confusa, facendola ridacchiare.

"Abito a pochi passi di qui, possiamo farcela a piedi. Secondo te non ti vedo da otto anni e mi lascio perdere l'occasione di farti dormire a casa mia?" esclama e annuisco contenta, sprizzo felicità da tutti i pori. Mi chiedo come sia la sua famiglia adottiva, ma non me la sento di chiederglielo subito. Abbiamo una notte a disposizione per raccontarci tutto e gli argomenti verranno da sé.

" Okay, allora inizio a raccontarti. Dovremmo forse iniziare da un tasto dolente, Jorge." Le dico mentre camminiamo, la storia è più complicata di quanto pensassi.

"Prima che tu possa parlare é giusto che io ti dica una cosa Tini, Jorge ed io siamo migliori amici e tra di noi non c'è nient'altro, in passato però avevamo una storia, o meglio, ci piaceva divertirci insieme. Voglio che tu lo sappia ed evitare che in qualche modo escano i fantasmi del passato."
Rimango un po'spiazzata, Jorge non me l'aveva mai detto, ma d'altronde io e lui non abbiamo mai parlato di Mercedes, e a prescindere era prima che ci conoscessimo.

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