12. Afraid of you

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Stiamo scappando in cantina, il suono delle sirene è sempre più forte e fastidioso, mentre suona nelle nostre orecchie.

La cantina è buia, solo una luce al neon la illumina in parte e a scatti, essendo poco funzionante.

Harry apre velocemente una porta rovinata, con la vernice grigia e mi fa entrare, o meglio, uscire.

Varcata la porta ci ritroviamo in un piccolo bosco, lo ricordo, era praticamente attaccato al palazzo.

"Scappiamo."

Sposto lo sguardo sul suo viso quando sento le sue parole e schiudo appena le labbra, non capendo se è serio o meno.

Scappiamo? Per sempre?

Questo ragazzo mi sta facendo il lavaggio del cervello. Io ero venuta qui per una piccola vacanza e le cose si stanno complicando, troppo. Non capisco davvero che senso abbia coinvolgere la polizia e tutte queste merdate, non sono una criminale o qualche cosa del genere.

Ritorno nel mondo reale quando noto Harry che comincia a camminare. Magari io no, ma lui si? In fondo non lo conosco, chissà cosa mi nasconde...

Lo seguo a passo svelto, raggiungendolo velocemente e gioco nervosamente col bordo del mio vestito.

"Dove andiamo? E i miei vestiti?"

Lo vedo scuotere la testa e poi le sue dita affusolate sono tra i suoi morbidi ricci e li sistemano sulla sua fronte.

Osservo attentamente il corpo del ragazzo che cammina affianco a me.

È molto più alto di me, ed io mi sento così piccola vicino a lui. È anche molto bello, i ricci folti gli ricadono sulla fronte e lui continua a scostarli sbuffando, facendomi ridere.

Gira il capo verso di me, probabilmente non capendo il motivo della mia risata, dato che non siamo in uno dei momenti migliori.

Mi avvicino velocemente a lui, appoggiando le mani sulle sue spalle larghe e lo blocco davanti a me, spostando poi una mano sulla sua fronte per sistemargli i ricci.

"Non credo che qui ci troveranno, rallenta."

Rimane per qualche secondo in silenzio, distogliendo lo sguardo dal mio e annuisce debolmente, tornando a guardarmi.

"Mi dispiace."

Mormoro a voce bassa, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe che si muovono sul terreno e calciano un piccolo bastoncino.

"Non hai motivo per essere dispiaciuta, non hai colpe."

E la sua voce è ancora senza emozioni, fredda, mi fa gelare.

"Ma tu stai scappando per colpa mia."

La mia voce è tremolante, mentre afferro il suo braccio con una mano e premo con poca forza i polpstrelli sulla sua pelle morbida.

"Voglio solo che tu sia al sicuro."

"Non pensi che sarei piu' al sicuro a casa mia, con la mia famiglia, che qui in un bosco sperduto?"

Mi affrtto a rispondere, e il silenzio cala su di noi.

"Al sicuro, con me."

Rompe il silenzio, allontanando il braccio dalla mia presa ed efferrando poi la mia mano con la sua, riprendendo a correre velocemente.

Lo seguo a passo svelto, senza avere piu' la possibilità di rispondere, mentre lui schiva gli alberi come un lupo, come se sapesse esattamente dove sono situati gli ostacoli.

"E' molto buio, Harry, forse dovremmo fermarci."

Parlo a voce alta perché so che se sussurrassi, lui nemmeno mi ascolterebbe, per quanto è concentrato a fuggire.

"Sei stanca?"

Rallenta il passo, smettendo di correre e si blocca velocemente,girandosi verso di me e facendomi sussultare.

I suoi occhi cadono in un pozzo di odio. Neri come la pece.

"Un po'..."

Indietreggio di qualche passo, leggermente spaventata.

Non voglio impazzire, non voglio che succeda ancora. Rivoglio i suoi occhi verdi.

O magari tutto questo è solo un incubo? Frutto della mia immaginazione?

Le sue braccia che si avvolgono intorno al mio corpo e mi sollevano, mi fanno ritornare alla realtà.

I miei piedi non sono piu' a contatto col terreno ma a penzoloni mentre calciano l'aria, e le sue braccia mi tengono stretta a lui.

"Dormi."

Mi ordina.

Deglutisco rumorosamente, non sentendo però la saliva bagnarmi la bocca.

In mente mi ritornano i ricordi di quella sera, del mostro e della voce del ragazzo.

La sua voce.

Comincio a dimenarmi tra le sue braccia, cercando di scappare e schiudo le labbra, sentendo la mia voce uscire in un urlo.

"Delice!"

La mano del ragazzo e premuta sulle mie labbra, mentre gli urli ormai escono in piccoli mugolii, bloccati dalla sua mano. Il suo sguardo ancora piu' cupo di prima, le sopracciglia aggrottate nel centro, sembra davvero arrabbiato.

"Che cazzo ti salta in mente!?"

Mi urla contro e mi getta a terra, abbassandosi con me, senza allontanare la sua mano dalla mia bocca.

"Potrebbero venirti a prendere."

Sussurra al mio orecchio con tono duro, prima di spostare la sua mano sulla mia guancia, accarezzandola con delicatezza.

"Non voglio che ti portino via da me."

E in fondo nemmeno io lo voglio, ma ho così tanta paura.

"Ho paura."

Sussurro con un filo di voce a poca distanza dal suo viso, posso sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra.

"Di cosa?"

I nostri nasi si sfiorano, ormai le mie labbra sono praticamente sulle sue, quando sussurro un fleibile "Tu."

SPAZIO AUTRICE.

Ce l'ho fatta!!!!!

Finalmente sono riuscita a scrivere il capitolo dodici, anche se è molto corto, ma volevo che finisse esattamente in questo punto, il prossimo capitolo lo farò molto piu' lungo, per farmi perdonare.

Devo dire che mi sono appassionata molto a questi horror romantici, credo siano il mio genere preferito, da ora.

Spesso vedo alcune ragazze che mi scrivono che anche se non capiscono molto, la storia le appassiona molto. Capisco che sia difficile da capire, dopo tutto è un horror e devono esserci cose mistoriose, che piu' avanti diverranno piu' chiare.

Sono davvero contenta per tutte le visualizzazioni e i voti che ricevo a questa storia, ho visto stamattina che sono a 3.5 K di visualizzazioni e stavo tipo urlando, non so davvero come ringraziarvi.

In corso c'è anche un'altra storia, che però ancora non ho postato, voglio andare avanti con i capitoli per essere sicura che piaccia anche a me. :)

Spero che continuiate a leggere la mia fanfiction, vi ringrazio davvero tanto.

Un bacio.

- L'autrice.

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