Compromessi

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Non saprei dire che cosa mi aspettassi di preciso.
Sapevo che avrei dovuto prepararmi a qualcosa di assurdo, quando il druido davanti a noi aveva aperto la bocca per rivelarmi quale fosse la mia natura, ma non riuscii comunque a trattenermi dal guardarlo con gli occhi sbarrati e il corpo congelato dalla sorpresa.
Viandante?
Me ne aveva parlato quella stessa sera, uscendo dalla serra.
Mi aveva detto che era una persona importante all'interno di quel territorio, ma anche invidiata e temuta a causa delle sue capacità.
Era stato affascinante per me ascoltare le storie di un passato così fuori dal comune come quello del mondo in cui mi trovavo ora, ma non mi era passato per la mente neanche per un secondo che anch'io avrei potuto essere collegata agli avvenimenti che avevano creato guerre e distruzione secoli prima.
«Credevo che il Viandante non esistesse più» dissi confusa, alternando lo sguardo da Bran, che mi guardava comprensivo, a Trent che invece sembrava stupito dal fatto che io conoscessi in parte quella storia.
Non avevo rivelato quella parte di conversazione, quando il mio compagno mi aveva chiesto di raccontargli per filo e per segno che cosa era successo tra me e il druido. Non l'avevo fatto di proposito.
Semplicemente, erano così tante le cose che mi aveva detto il vecchietto, che avevo riassunto il tutto in poche parole, convinta che comunque quei dettagli non sarebbero stati importanti in quel momento.
Evidentemente mi sbagliavo.
«È quello che credono tutti» mi rispose Bran, costringendomi a distogliere lo sguardo Trent che, a sua volta, mi aveva studiata pensieroso per diversi secondi.
«Ma la verità è che per mantenere un... equilibrio è necessaria la presenza di un Viandante per generazione» continuò.
Io lo guardai accigliata «ma adesso anche i nobili, o comunque i potenti di ogni popolo, hanno la possibilità di attraversare i portali» gli ricordai «quindi a che serve un'altra persona con questa possibilità?».
Bran si sistemò meglio il cappuccio che gli pendeva sulla schiena, con gesti lenti e affaticati.
Quasi non riuscivo a credere che fosse lo stesso uomo che mi aveva colta alla sprovvista, aggredendomi senza preavviso.
«I nobili sono ancorati alla loro gente, mia cara...» disse «non potranno mai ricoprire una posizione di neutralità. Se qualcuno trovasse il modo di privare gli altri popoli di questo potere, cosa credi che accadrebbe?».
«Che quel qualcuno potrebbe governare su tutto il territorio magico?» azzardai.
Bran annuì.
«Quindi il Viandante è solo una sorta di garanzia?».
«Più o meno» sospirò Trent, girandosi nella mia direzione «gli Dei, dopo aver diviso il potere tra tutti i popoli, hanno ritenuto più saggio creare un piano b, per evitare che il passato si ripetesse».
Io lo guardai aspettando che continuasse.
«E infine hanno decretato che se qualcuno fosse riuscito a monopolizzare il potere di superamento, allora quasi immediatamente non solo esso gli sarebbe stato strappato via, ma tutte le persone coinvolte sarebbero morte con dolore, punite per forse il più grande dei crimini» si passò una mano tra i capelli corvini che, dopo la sua sfuriata, erano rimasti leggermente spettinati.
«E...?» domandai, intuendo che non fosse finita lì.
«E... se questa situazione si verificasse, allora tutto tornerebbe come un tempo. Il Viandante in carica otterrebbe tutto il potere, innalzandosi ad un ruolo di guida e sostegno».
«Ma tutti cercherebbero ancora una volta di rubargli il potere, giusto?».
Trent mi guardò con preoccupazione «se scoprissero di chi si tratta, si» ammise.
Io mi strinsi le braccia intorno al corpo, improvvisamente infreddolita.
«Capisco».
La porta alle mie spalle si aprì, lasciando passare due uomini dall'aria minacciosa che, senza preavviso, si affiancarono a Bran, pronti a trascinarlo via.
Il druido fece un passo indietro, spaventato, e alzò lo sguardo sorpreso verso Trent «Alpha» gracchiò «cosa...?».
«Non ho intenzione di farti del male, Bran» lo interruppe il lupo «ma a prescindere dalle tue ragioni hai fatto del male alla mia compagna e non posso lasciarti libero».
«Ma non era mia intenzione... lo sai, volevo solo... lo sai!» balbettò supplicante.
«Alloggerai al castello fino a decisione contraria e per tutto il tempo resterai chiuso nei tuoi alloggi. Faranno eccezione solo i momenti passato in infermeria, alla serra o in cucina, per la creazione delle tue pozioni» sentenziò «e anche in questo caso sarai accompagnato dalle guardie».
Fece un cenno del capo per intimare a queste ultime di portare via l'uomo e dopo pochi secondi restammo soli nella stanza.

Cappuccetto rosso e il lupo [#wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora