6• Capitolo

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Finalmente la scuola era finita, solo che avrei dovuto trovare lo stesso un'amica, se non la trovavo saremmo tornati a Seattle, e per restare qui avrei sposato anche una mucca. Quindi il primo giorno lo feci tutto di riposo, ero davvero stanca. Volevo fare lo stesso anche per il secondo ma verso le 8 mi alzai dal letto per andare a fare la doccia e tornare nel letto. Mi feci la doccia e mi mi misi un accappatoio, troppi brutti ricordi con gli asciugamani, andai in camera, mi tolsi l'accappatoio e mi misi i fuseaux neri, con una canotta nera con scritto "Free" in bianco. Mi buttai sul letto ma sotto di me c'era qualcosa, o meglio qualcuno. Era Luke. Ora lo uccido. -Figlio di puttana. Che cazzo ci fai in camera mia! Ero nuda!- Che nervi. -Ti ricordo che quando eri piccola di cambiavo i pannolini e ti facevo il bagnetto!- Mi guardò con aria di superiorità. -Eh certo! Perché tu a 3 anni riuscivi a fare tutte queste cose! Ma se ci voleva qualcuno che te li cambiava a te i pannolini!- Mi guardava sempre come se fosse ad un livello più alto del mio. -Carissima, ero un bimbo molto sveglio e responsabile.- Quello stesso bambino che giocava con la cacca? -Quel bimbo si è guastato col crescere. Che cazzo vuoi?- Non ha il diritto di entrare in camera mia. -Ah, ah, ah. Simpatica. Comunque stasera c'è una festa.- Diamine eravamo qui da un giorno e lui sapeva anche che c'era una festa. Ma come faceva? -Ehm... Ok.... Bravo. Ora che hai condiviso la notizia con me, te ne vai? Voglio dormire!- Speravo se ne andasse ma invece mi prese per un braccio e mi porto nella cabina armadio. -Ora rimani lì e ti scegli un vestito. Poi fra un'oretta circa scendi!- Lo odio. Cosa cazzo mi dovevo mettere. La maggior parte dei vestiti me li dovevano ancora portare da Seattle. Presi un vestito a caso e me lo misi. Era alto fin sopra il ginocchio. Aveva in corpetto aderente in pelle nero e sotto era di raso. Corto avanti e lungo dietro. Presi dei tacchi neri pieni di brillantini di dodici centimetri e andai in bagno. Mi misi un po' di eyeliner, un po' di matita, il mascara e un po' di fard, con un rossetto rosso sulle labbra. E cercai di dare una sistemata ai capelli, non riuscendoci, mi feci una coda alta. Tanto avevo i capelli lunghi. Mi misi una giacchetta nera e scesi. Sul divano c'erano due tipi con i capelli neri, pensai fossero amici di Luke. Cercai di non fare rumore, ma fallii miseramente per colpa dei tacchi. Così si girarono e mi guardarono. Oddio che begli occhi. Uno li aveva azzurri e uno verdi. Solo io ho gli occhi color cacchetta? Quello con gli occhi verdi si avvicinò a me porgendomi la mano. -Piacere, io sono David e lui è Ian.- Mi sorrise e io feci uno dei miei sorrisi più finti, porgendogli la mano. -Piacere, io sono Deborah.- E subito dopo mi staccai dalla sua mano andando verso il divano. Quello con gli occhi verdi continuava a guardarmi. -Così mi consumi.- Lui fece un sorrisetto e io mi alzai andando ai piedi delle scale. -Rincoglionito scendi! Già non ci volevo venire!- E andai in cucina. Subito dopo scese Luke. Vestito uguale agli altri due. Camicia nera e jeans. Poi David e Ian da dietro sembravano gemelli. Luke stonava un po' perché era il più chiaro. Arrivati alla festa quei tre sparirono. Ma la cosa era ovvia. Era solo colpa mia. Non dovevo venire. Ma almeno potevo cercare "un'amica". Andai in pista e subito dopo iniziai a parlare con una ragazza, Maddie. Ballammo tutto il tempo, scambiandoci anche i numeri. Poi lei si allontanò per prendere da bere e io continuai a ballare da sola. Poi una mano si avvicinò al mio fondoschiena. -Se non togli subito quella mano da me, sarò io a togliere la tua mano da te.- Poi mi girai ed era David.

Maledettamente StronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora