07.

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Vorrei spiegarti che fuggire non serve
Se nessun posto è abbastanza lontano
Se nessun posto è abbastanza lontano da te e
Vorrei parlarti ma non riesco mai a farlo
E rovinare tutto quello che è stato
Che a volte le parole sono un inganno
Sono i rimorsi di chi se n'è andato

"Ok puoi lasciarmi qui" Alessandro mi guarda mentre cerco di chiudere la borsetta in modo frenetico. È troppo piccola, non ci sta il cellulare perché il portafoglio occupa metà dello spazio. Cerco di ignorare il suo silenzio, il suo sguardo speranzoso di chiarimenti, di parole, la sua voglia di conclusioni. Ma non ho nulla da dire, non c'è nulla che possa dire. Vorrei fargli domande, chiedergli chi era, ma non servirebbe a nulla.

La mia vita non è cosa adatta a lui, così distante dal suo modo di essere.

La sua mano si impossessa della mia, ancora frenetica, ancora agitata, fredda.
"Anna rilassati" finalmente ottiene la mia attenzione, è sicuro di se e i suoi occhi sono pieni di affetto "grazie" perché è vero, gli devo molto.

Apro lo sportello e la musica si sente da qui "se hai bisogno chiama" annuisco ed esco dalla macchina.
Ogni passo è un ripensamento. La musica è talmente alta che già mi fa male la testa. La porta è aperta spingo leggermente la maniglia per entrare, Alice mi aveva assicurato non ci fosse stato bisogno di suonare, dovevo entrare e cercarla. So già che sarebbe stata un impresa difficile per me. Stare in mezzo alla gente non era il mio forte, cercavo sicurezza nel orlo della mia maglietta, troppo lunga e larga mi aveva sgridato Elisa.

Nessuno si accorge della mia presenza, tutti troppo indaffarati a postare foto, a scambiarsi mi piace. Qualche coppia in disparte ma nulla di più.

Il soggiorno è grande, il bianco è il colore che padroneggia. Cerco Alice tra le persone accomodate, tra le persone che ballano o mangiano, di lei nemmeno l'ombra. Scatto una foto come prova che io alla sua festa ci sono stata e mi avvio verso la porta, quando improvvisamente qualcosa bagna la mia maglietta bianca.
"Stai attenta" la voce è severa, ma quella incazzata dovrei essere io!
Alzo lo sguardo verso il carnefice, due occhi azzurri e gelidi mi squadrano con sufficienza "a sei tu" non lascia spazio alla fantasia, io non so che rispondere.

Vorrei dirle che con lei non centro nulla tanto meno con lui, che non lo conosco e non ho niente da dargli, vorrei Elisa sempre di più in questo momento.

Sbatte il bicchiere ormai vuoto a terra e si sposta i capelli corti dietro le orecchie. Le unghie perfettamente smaltate. Siamo gli opposti e se a lui piacciono ragazze come lei, potremmo avere ancora meno in comune. Finalmente vedo Alice, mi raggiunge, circonda le spalle della ragazza e mi sorride sincera "tesoro sei arrivata" "ciao Ali" sposta lo sguardo sulla mia maglietta fradicia e assottiglia lo sguardo "che è successo?" Scuoto le spalle, non ho voglia di spiegazioni tanto meno di accuse sembrano molto in confidenza "vieni, ti presto qualcosa" la seguo verso le scale, apre una porta scura e la richiude.
Qui ci sono le camere, casa di Alice è immensa, perfettamente arredata in ogni minimo particolare apre un cassetto e tira fuori una canotta rosa e me la porge "questa dovrebbe starti" "grazie" sorride e ritorniamo alla festa. Mi chiedo se conosce tutte le persone presenti.

La musica è sempre più alta, mi tengo in disparte ogni tanto Alice si avvicina, la capisco, cerca di fare l'amica ma ovviamente non comprende la mia scelta di stare qui a bere e fumare da sola. Vorrei mandare un messaggio a Elisa per passare il tempo, ma poi lei farebbe storie, verrebbe a prendermi per riportarmi a casa e io forse non voglio del tutto. Il bicchiere è di nuovo vuoto.

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