La luce della luna illumivana la sua camera, entrambe si guardavano dalla finestra con l'unica differenza che Anna era completamente al buio, quel buoio che non permette a nessuno di vedere dentro di se, a nessuno neanche a se stessa.
La musica urlava i suoi pensieri, nessuno in quel momento sarebbe mai riuscito a richiamare la sua attenzione. Neanche tutti quei messaggi che continuavano ad arrivare, le persone fanno le loro scelte, prendono decisioni che involontariamente fanno allontanare o avvicinare come un cane che si morde la coda, chi non è deciso ritorna sempre e deve fare i conti con chi invece ha deciso di chiudere per sempre.
Anna era così. Non era semplice per lei allontanare le persone, privarsene, ma quando accadeva, quando era arrivato il momento di tagliare ogni legame, niente e nessuno l'avrebbe riportata indietro sui suoi passi.
Quel anello aveva una storia, una scelta e come tale doveva essere rispettata, chi era lei per rovinare i sogni di qualcun'altra? Sognava di esserci lei al suo posto, faceva male ma le cose non sarebbero cambiate.
Il suo profumo, la sua compagnia, i suoi baci avidi e le sue mani non le avrebbe dimenticate ma era giunto il momento di escludere ogni suo gesto dalla sua vita.
Anna era forte ma non lo sapeva.Io ho imparato che serve il silenzio
Per ascoltarsi e trovare nuove parole
Serve perdere quel che si ha
Per prendere ciò che si vuole
Ogni giorno di merda è un seme per un futuro migliore
Allora dammi, drammi colpe e sbagli
No, non mi spaventa, li trasformerò in diamanti."Quindi?" Indica con lo sguardo il foglio bianco difronte a me. Vorrei provare qualcosa di più della tristezza, del vuoto, della delusione per le scelte sbagliate "niente" ammetto perché è vero, non esistono parole per raccontare ora ciò che provo e sento mi guardo attorno, fingendo che in fin dei conti neanche mi interessa tanto, che lo faccio per noia, che le mancanze sono solo esterne a me, le domeniche sono sempre così piatte in questo angolo di città "no" dice cercando di evitare un contatto visivo con me, lui sa, sa più di quello che vorebbe.
Il biondo poggia finalmente lo straccio umido sul banco e mi degna della sua attenzione "cosa c'è tra voi?" cosa vuole che ci sia penso "con chi?" annuisce e percepisce i miei pensieri "e allora perchè ti preoccupi della sua assenza? È già una risposta questa no?" Mi provoca, mi conosce, vuole una mia reazione, inspira e chiude gli occhi, lo vedo sta cercando le parole giuste "Anna è una brava ragazza, bella, affascinante, in gamba, ma è sempre così triste, così sola, chiusa, deve allontanare sempre tutti" mi guarda e io ascolto, è vero, mi scatena un senso di protezione, la vedo fragile, ma più di tutto mi provocava fastidio, come una pelliccina nel labbro "tu non hai bisogno di qualcuno così, amico, non fraintendere, puoi avere chi vuoi e non è mai stato un problema per te, la vedi così irraggiungibile che la prendi come una sfida personale, più ti ignora più la desideri" le sue parole non hanno giudizio, percepisco l'amaro che sente dentro mentre le pronuncia sono così vere, non vorrebbe dirlo ma è il suo sentimento di amicizia che parla.
E io non ci credo neanche un po' alle sue parole, le persone si incastrano per un motivo.
Ci insegnano che il motivo è solo uno, sentirsi completi, completare se stessi con l'avvicinanza del altro. Eppure io ero convinto che si è già completti da soli, che l'altro serve solo a scoprirsi, a migliorarsi, ad insegnarci.Il biondo si gira infastidito verso la porta che si apre rumorosamente, un gruppo di ragazzi cerca qualcuno che li faccia accomodare, urlano si spingono, il silenzio viene coperto da chiasso insostenibile.
Alessandro esce dalla sua postazione e fa strada al gruppo spiega poi loro velocemente cosa poteva preparare da bere e cosa no, essendo domenica e vicino al ora di chiusura non poteva offrire molto "li odio" borbotta mentre ritorna difronte a me.

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Qualcosa In Cui Credere
FanfictionLe parole scivolano come armi taglienti, troppo anche per chi al dolore è abituato. Arrivano fino in fondo, nell'abisso della tua anima, quella parte di te che non mostri a nessuno per vergogna. Neanche a te stesso.