Più ti amo e meno ti voglio bene
Ho perso la mia testa però ho perso il tuo corpo (perso il tuo corpo)
E pensavamo che stando insieme le sere
Potevamo nasconderci dal mondo (dal mondo)
Cercando di non far vedere mai
Le particolarità del nostro sogno (che sogno)L'amore, per Anna era una cosa strana. Le parole ferivano e i gesti non erano mai quelli che ci si aspettava. Non rispecchiavano la realtà. Il tempo perso ad aspettare qualcosa che mai arrivava, l'aveva resa indifferente a quel sentimento che gli altri intorno a lei apprezzavano, lo raccontavano, lo scrivevano, lo cantavano.
Era stesa sul letto, Elisa dormiva al suo fianco le aveva fatto tante domande prima di crollare. Fissava il soffitto aspettando una risposta, quel ragazzo la faceva sentire strana.
I muri, i limiti che si era creata nel tempo a contatto con i suoi occhi scuri come la cioccolata si frantumavano. La rendevano fragile, incapace di bloccare le parole, i pensieri.
Immaginava di essere come Elisa, di tenergli la mano, si immaginava le sue labbra... Scuoteva la testa in segno di negazione, voleva scacciare via quella fantasia. La musica la accompagnava durante la notte, domani avrebbe visto uno dei suoi cantanti preferiti e questo le bastava per sentirsi meglio.C'è troppa luce dentro la stanza
Questo caldo che avanza e io non dormirò. E scusa se non parlo abbastanza. Ma ho una scuola di danza nello stomaco. E balla senza musica con te. Sei bella che la musica non c'è.La luce entra dalla finestra, sento stranamente caldo, un peso morto sulle gambe. Elisa dorme profondamente con la faccia nel il mio collo, sento il suo respiro rassicurante. Cerco di alzarmi senza svegliarla, ormai sarà troppo tardi per le lezioni.
"Che ore sono?"
Borbotta con ancora gli occhi chiusi e il trucco della sera prima sbavato
"L'una" Apre di scatto gli occhi,si siede sul letto "Cazzo! Oggi avevo un test"
Si ributta a letto e si copre la faccia con il cuscino. "Cosa ne sarà della mia vita se non passo neanche questo?"
"Eli lo stesso test lo ripetono ogni settimana. Avrai più tempo per studiare. I tuoi capiranno"
Mi guarda male, lascia perdere le mie parole di conforto
"Facile a parlare per una che prende sempre il massimo"Scuoto le spalle, non rispondo. È l'unico obbiettivo che ho nella vita. Studiare, cercare un lavoro essere indipendente.
Volevo comunque evitare una discussione, le sue parole sarebbero più taglienti delle mie. So già dove andrebbe a parare poi. Sul fatto che non ho amici, una vita. Che sono noiosa e che non so comunicare con il mondo.
"E se andassimo a fare shopping per stasera. Sai coez, il tuo appuntamento..."
scatta in piedi come una molla, si sistema i lunghi capelli neri dietro le orecchie. Afferra il suo iPhone dal comodino
"Mi avrà scritto?"
"Non lo so"
La vedo sboccare il telefono, quasi le cade dalle mani. Lo blocca e lo sbatte contro il materasso. Si dirige in bagno senza spiccicare parola. Bhe deduco che non abbia scritto.Il mio telefono invece si illumina improvvisamente, la notifica di una chat su whatsapp da un numero sconosciuto.
Il testo mi mette i brividi. Nessuna foto del profilo, nessun scritta che possa capire chi è il mittente. È una delle mie canzoni preferite. Rileggo il messaggio così tante volte che Elisa torna dal bagno già pronta e io ancora in pigiama. I suoi occhi scuri si muovono come una pallina da ping-pong tra il telefono e la mia faccia. Sento la sua curiosità crescere, sento che mi sta per chiedere qualcosa.
Non lo fa. Mi sento scivolare via il telefono dalle mani e la sua voce leggere il testo. Lo canta. Perché è così, viene spontaneo quando conosci una canzone. Nella tua testa la canti con la voce del artista e quando invece la vuoi urlare, bhe ti ricordi che poi non hai una così bella voce.
"E tu sei sola come me
Sveglia nel buio delle sei
Potrei mentirti e
Dirti che è tutto ok
È così grande questa città
Che a volte ci divide
È un cuore rotto a metà
Che a volte non coincide"

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Qualcosa In Cui Credere
Fiksi PenggemarLe parole scivolano come armi taglienti, troppo anche per chi al dolore è abituato. Arrivano fino in fondo, nell'abisso della tua anima, quella parte di te che non mostri a nessuno per vergogna. Neanche a te stesso.