02│smiles behind biology books

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❝ We make a really good teamand not everyone seeswe got this crazy chemistrybetween us ❞。for him,, Troye Sivan

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❝ We make a really good team
and not everyone sees
we got this crazy chemistry
between us ❞
。for him,, Troye Sivan

« devi farmi copiare! mrs. Smith mi ucciderà, letteralmente! » appoggiai la fronte alla superficie fredda del mio armadietto rosso, non avevo mai amato svegliarmi presto la mattina, nonostante non fossi un dormiglione. Intrufolai la mano sinistra nella tasca della mia felpa, anche se non avevo un motivo ben preciso per farlo, due ragazzi continuavano a parlare, uno chiedeva favori all'altro, brontolando e lamentandosi di quanto fosse stato impegnato quel weekend.

Ero riuscito a scappare dalla folla di studenti che si erano ammassati nel corridoio, raggiungendo la mia meta con la testa che vorticava a causa del misto di odori che mi aveva travolto durante l'arduo tragitto. Allontanai il mio viso dall'armadietto, inserii la combinazione e lo scatto della sicura m'indicò che fosse aperto. Presi i libri mentre un vociare giungeva come un ronzio nelle mie orecchie, richiusi la rossa anta, dopo aver preso il libro di matematica, voltandomi in modo da poter raggiungere la mia classe ma una certa figura che, tranquilla -con le cuffiette nell'orecchie, uno zaino nero posato distrattamente sulle spalle, una t-shirt bianca con le maniche a tre quarti, dei pantaloni larghi, simili a quelli di qualche giorno prima, le solite scarpe rovinate, i capelli pece che gli piovevano sulle palpebre in modo naturale- si fece spazio tra la folla che parlottava guardandolo.

Avevi attirato l'attenzione di tutti già dal primo giorno, Ethan. Scrollai le spalle e scossi la testa, nel disperato tentativo di non fare come gli altri, di non restare a guardarti. Chiedendomi cosa diavolo ci facessi lì, andai verso la mia classe, stringendo i pesanti e spessi libri al petto, senza più girarmi.

« silenzio, silenzio! » ci intimò con un gesto delle mani a tacere, mrs. Brown, tutti si zittirono, prestando attenzione a ciò che la nostra professoressa di matematica stesse cercando di dirci, il mio sguardo si spostò dal quaderno -su cui stavo facendo una lunga serie di scarabocchi senza il minimo significato- alla figura minuta della mia insegnante, guardandola con un po' di difficoltà a causa del ciuffo di capelli che mi pioveva sull'occhio sinistro « ho una splendida notizia per voi! da oggi avrete un nuovo compagno di classe! date tutti un caloroso benvenuto a Ethan »

Sapevo che fossi tu, un brivido mi si arrampicò sulla schiena e le mie iridi scattarono verso l'entrata, eri lì, avevi la spalla sinistra poggiata allo stipite della porta e stavi attendendo che la professoressa ti desse il permesso di entrare, sembravi non fregartene degli sguardi curiosi degli altri « su, entra e presentati alla classe »

« sono Ethan Murphy » si limitò a dire dopo essere entrato con aria annoiata all'interno della classe, affiancando la professoressa che in confronto era un moscerino, così minuta da non poter attirare l'attenzione di nessuno e mai come allora fu più difficile per me fossilizzare il mio sguardo su di lei, non potevo crederci, eri ancora lì e chissà perché qualcosa dentro di me si smosse « a quanto pare non è molto loquace » disse, mrs. Brown, facendo ridacchiare qualche studente in prima fila « Ethan, va' a sederti davanti a Johnny »

Mi passasti davanti, ero seduto nella fila di sinistra, all'ultimo banco e tu dovevi sederti nella fila centrale al penultimo banco. Ethan, ci avresti mai creduto? un inizio così per la nostra storia, perché posso considerarla in questo modo, non è vero?, la lezione iniziò e mai la matematica mi era parsa più noiosa, non riuscivo a stare attento e tu sembravi non essere interessato a quello che mrs. Brown stesse spiegando.

Ti voltasti, mi cogliesti impreparato, non mi ero nemmeno accorto che il mio sguardo fosse posato su di te. Le nostre scure iridi s'incontrarono per la prima volta, mi guardasti, una scossa si arrampicò sulla mia schiena, di nuovo, avevi uno sguardo intenso ed indecifrabile, eppure in quel momento, con le iridi posate nelle tue, potei giurare che tu mi avessi riconosciuto. Spostasti lo sguardo dopo poco e ritornasti alla tua posizione iniziale ma io continuai a guardarti con la coda dell'occhio.

Smettila di fissarlo, sei così ovvio, il mio sguardo si staccò finalmente dalla sua figura e si lasciò cadere sul mio quaderno, in particolare sulla parte che avevo riempito di disegni fatti male e distrattamente « Terra chiama Tyler » alzai lo sguardo, mrs. Brown mi guardava severa con un cipiglio in volto, il piede destro batteva sul pavimento e metà classe spostò l'attenzione su di me, ma tu non facesti niente « visto che non sta prestando attenzione, suppongo che sappia già come risolvere il problema di trigonometria, perchè non mostra alla classe le sue capacità? »

La guardai per qualche secondo per poi sospirare ed alzarmi, sentivo gli occhi di tutti rincorrermi sulla pelle, dirignai i denti infastidito da tutta quell'attenzione, mrs. Brown alzò la mano nella quale teneva saldo il pennarello nero ed io lo afferrai, per poi pararmi dinanzi la whiteboard, fissai per minuti interminabili il problema, i dati e poi, con esitazione, poggiai la punta del pennarello sulla superficie bianca della lavagna.

« sei un genio in matematica, Tyler! » l'inchiostro nero del pennarello che tenevo stretto tra le dita cominciò ad imprimere numeri sulla lavagna, i ricordi di Louis ricominciarono ad affollare la mia mente « non capisco perché non partecipi mai alle gare di matematica che organizza la scuola! » un sospiro fuggì dalle mie labbra, la punta del pennarello si staccò dalla superficie della lavagna, così come il mio corpo si allontanò da essa, misi il tappo e lo porsi con espressione vuota a mrs. Brown, poi senza dire nulla tornai al mio posto, passò un minuto, la classe era immersa in un tombale silenzio ed io tenevo la testa bassa, ricominciando a fare piccoli disegni, ripercorrendo in mente ciò che avevo appena compiuto, l'ho veramente risolto?

« è corretto » i lunghi corridoi della mia scuola, in quel momento, erano pullulanti di studenti, il mio cuore continuava a battere forte per quello che era avvenuto cinque minuti prima, avevo davvero risolto quel problema di trigonometria e tu mi avevi lanciato uno sguardo prima che uscissi dalla classe, al suono della campanella. Sorrisi, nascondendo le mie labbra piegate verso l'alto con i libri di biologia, cosa mi avevi fatto, Ethan? Non ti conoscevo neanche.

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John Murphy di The 100?

FRAGOLE & SIGARETTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora