Poetree

La Danza

Introduzione dell'autore:
Un po' poesia, un po' prosa, un po' flusso di coscienza.
Ogni errore sintattico è intenzionale, ed ogni parola ha un significato; per la verità, anche abbastanza personale.

Ancora desidero vuotare questa mia mente vorticante, che così tanto vuole raccontare i così pochi ed ancor acerbi frutti saldamente attaccati ai suoi giovani e flessibili ramoscelli.
Già la pianta è nata da poco, e i suoi tralci si reggono a stento su sé stessi; e i frutti matureranno, se avrò l'accortezza di irradiarmi d'acqua limpida e bere abbastanza sole. E pur ancora ho bisogno di vuotarla, non al vento, che esso porterebbe i miei pensieri lontano e li sperderebbe per sempre, ma sulla carta e sui libri e sugli abissi luminosi inquilini delle nostre tasche, portali profondissimi di conoscenza e connessione, piccoli ectosimbionti oscillanti tra il ruolo di commensali e di parassiti. Dentro loro, e sui libri, e sulla carta, necessito di imprimere i miei pensieri e le mie storie, perché il tempo non se le porti via; perché con gli anni i ricordi sfumano, e sono inconsciamente convinto che tutto ciò che un giorno resterà di me sarà la memoria. Perché questo siamo: piccole isole, ingranaggi indipendenti nel gioco caotico ma per nulla casuale, eppure incalzante del tempo; fiammelle che durano poco e pullulano innumerevoli, portando l'ordine, e quindi la stabilità, in un universo che tenderebbe altrimenti al caos. Questa è la vita: la grande riequilibratrice dell'entropia di spazio e tempo. E in questo gioco immenso ed epico, l'individualità di ognuno non può che perdersi: possiamo scegliere di prendere le armi contro questa decisione astrale, e aggrapparci senza speranze, come ad uno scoglio nel mare in tempesta, a ciò che siamo, a noi stessi, nonostante la consapevolezza che infine ci spegneremo. Oppure possiamo scegliere di accettarlo e concederci la felicità, partecipando alla cosmica danza come parte di questo vasto tutto.
Alla fine,
di noi,
non resterà solo la memoria.