1.4

59 6 3
                                    






Anna

Lancio uno sguardo veloce allo specchio.
Dietro di me Aurora, col suo vestitino nero e i tacchi rossi, spicca e quasi mi fa vergognare nonostante siamo in casa.
Vuoi mettere un paio di Jimmy Choo laccate da trecento euro con le mie ciabatte di Olaf, il pupazzo di neve di Frozen?
Sto aspettando Camilla, la mia migliore amica, andiamo al cinema e poi al McDonald's.
Aurora va a ballare, e poi a casa di qualcuno.
Spero di Luca.
E lo spero per lei, non per lui.
So che Luca la tradisce da un po', ma non le ho detto niente.
E come potrei? Passa praticamente tutto il suo tempo con lui, e non me la sento di certo di rovinare il suo amore più grande.
Chissà se sa che in realtà lui non la ama per niente.
-A che ora esci? - domando mentre giocherello con le chiavi nella ciotola in corridoio senza aspettarmi una reale risposta.
-Tra mezz'ora.
Secca, brusca.
Tira fuori dall'armadio dell'ingresso una serie di pellicce di diversi colori, una collezione che farebbe invidia a qualsiasi negozio.
È indecisa.
-A me piace quella leopardata- sussurro appena.
Si volta. Mi guarda. Scaglie di ghiaccio mi trafiggono e sento freddo, anche se qui dentro fanno almeno 24 gradi.
Piega verso l'alto l'angolo destro della bocca ma scuote la testa.
-Con il vestito nero e i tacchi rossi?
Scoppia a ridere e il mio cuore si spezza ancora un po'.
-Ma chi ti ha dato lezioni di stile? - prosegue e il mio cuore continua a spezzarsi sempre un po' di più.
Vorrei dirle che in realtà starebbe benissimo, ma lei tira fuori una pelliccia nera con inserti rossi e dorati e ci abbina la sua Prada del medesimo colore delle scarpe.
La guardo.
1 a 0 per lei.
Mi ha battuto, di nuovo.
-Allora? - mi domanda guardandosi allo specchio e accenna un sorriso, quasi sapesse di aver vinto un'altra tacita battaglia con me.
Mi faccio da parte per permetterle di guardarsi meglio e adoro la luce nei suoi occhi quando si ammira.
Non lo fa con presunzione o narcisismo, lo fa con ammirazione e semplicità, anche se lei di semplice ha rimasto ben poco.
Vorrei avercela anche io quella luce quando mi guardo, ma quello che vedo non mi piace mai.
Ciò che vedo di Aurora mi piace, invece.
Le ossa stanno cominciando a diventare sporgenti e al posto delle gambe ha due stecchini.
Io sono almeno il doppio di lei.
Il triplo quasi.
Improvvisamente mi ricordo della pizza che ho mangiato a pranzo, seguita da due brioche e da un gelato poco fa.
-Io esco - mi annuncia lei, e non fa neanche in tempo a chiudere la porta che mi sono già fiondata in bagno.
Butto fuori tutto.
Paure, insicurezze, dolore.
Lo stomaco mi si contorce, il fegato non ce la fa più, le unghie diventano poco per volta più fragili e spezzate e, senza accorgermene, mi provoco un taglio in gola.
-Merda- grido quando vedo del sangue.
Mi accascio a terra e muovo la lingua sul percorso del taglio.
Adoro il sapore del sangue, sentirlo mi dà la sicurezza di essere viva.
Ancora per poco, forse.
Completo la mia routine lavandomi i denti e sciacquando la bocca con del collutorio, spruzzo il profumo della mamma dopo aver scaricato e mi asciugo gli occhi con l'asciugamano.
Mezz'ora dopo ho indosso i vecchi jeans neri di Aurora, a lei vanno larghi e a me van larghi i miei, e una maglietta grigia che in teoria dovrebbe essere attillata.
In teoria.
Vans nere, coda di cavallo, fondotinta e mascara e ci sono.
Controllo di aver infilato bene la canottiera nei pantaloni e negli slip in modo che non si alzi per nessun motivo al mondo e sono pronta.
Dio solo sa cosa succederebbe se qualcuno vedesse cosa c'è sotto.
Sento il cellulare squillare sul letto ma non ho voglia di rispondere.
Quando noto il nome di Camilla sullo schermo però mi faccio forza e vi scorro sopra.
-Cambiati immediatamente! - urla lei non appena avvicino il dispositivo all'orecchio.
-Ma che dici?
-Leo e Franci ci hanno invitate a une festa.
Sobbalzo.
-Che? Dove? Ma che dici?
-Una festa. Al Lido Verde. Dico che dobbiamo andarci – sbuffa lei sapendo già che dovrà faticare per convincermi.
-Scordatelo – nego categorica.
Eppure una mezz'ora dopo mi ritrovo con un vestitino troppo scollato sulla schiena, tacchi e pelliccia, e un trucco davvero troppo esagerato.
Forse non mi sta così male, però.
Mi ci posso nascondere dietro, e questo è un bene.
Camilla mi squadra allontanandosi un poco e schiocca la lingua in segno di approvazione strizzandomi l'occhio.
-Ma guarda come mi hai conciato!
Non sono abituata.
Sembro Aurora.
Sì, con quaranta chili in più però.
-Dai Alice, sbrigati! - mi richiama lei lanciandomi una mia borsetta che non ricordavo neanche di possedere.
Sorrido al soprannome.
Quando mi vede immobile mi chiama sempre Alice, dice che assomiglio un po' ad Alice nel Paese delle Meraviglie, sognatrice ad occhi aperti perennemente persa nel suo mondo di magie e fantasie.
Evito di guardarmi nuovamente allo specchio e seguo la mia amica lungo il corridoio verso la porta di casa.
Non sono abituata a portare i tacchi ma non mi ci trovo poi tanto male.
-Allora sei pronta per questa festa indimenticabile?
Ha gli occhi a cuoricino.
È segretamente innamorata di Leonardo, e questo è l'unico motivo per cui ho accettato di accompagnarla.
-Pronta – sussurro, ma la mia testa pensa esattamente l'opposto.

-Anna!!! Ma che ci fai qui?
Ovviamente alla festa più attesa dell'anno non poteva mancare Noemi, la più oca della classe.
Le rispondo con un sorriso tirato prima di voltarmi e individuare Leonardo e Camilla che parlano seduti su un divanetto bianco.
Due ore fa erano nella stessa posizione, forse meno avvinghiati di ora.
E io sono due ore che vago disperata per la festa alla ricerca di un intrattenimento.
Non mi piace ballare, a meno che non si tratti di un pezzo classico con body e scarpette, ma non mi sembra certo questo il caso.
Mi appoggio al bancone del bar e cerco di fare una panoramica della festa.
-Posso offrirti qualcosa?
Scatto velocemente all'indietro per poi tranquillizzarmi nel vedere che è soltanto Francesco.
Mi sta sorridendo con due bicchieri rossi in mano.
Ricambio il sorriso ma scuoto la testa.
Lui allunga un bicchiere verso di me e mi incita con i suoi occhi cristallini a prenderlo e io, completamente ipnotizzata, lo afferro sfiorandogli la mano.
Il contatto con la sua pelle rende la mia morbida come ricotta e il bicchiere mi cade spargendo sul pavimento una macchia rossastra.
Non so cosa dire.
Ma non è una novità, con i ragazzi è sempre così.
Li evito, preferisco.
-Tranquilla, non è un problema! Vieni, perché non ci sediamo un po'.
Lo seguo senza una reale voglia di farlo, ma appena mi siedo noto una scena che mi fa scattare subito in piedi.
-Che succede?
-Niente – balbetto io rimettendomi seduta ma continuando a fissare la persona che ho individuato dall'altra parte della sala.
Ed è un attimo, Aurora si volta e incrocia i suoi occhi con i miei.
Il sorriso dal suo volto scompare mentre spinge bruscamente via il ragazzo con cui, fino a un secondo prima, stava "ballando".
Ingoio a vuoto e respiro piano.
Aurora è arrabbiata, lo vedo.
-Anna fermati!
Francesco mi afferra il polso facendomi sussultare e mi costringe a voltarmi.
Metto fine velocemente a questo contatto e la pelle quasi mi brucia.
-Devo andare via – sussurro piano e lui si propone di accompagnarmi.
Nego, ma lui insiste talmente tanto che alla fine, quando noto Aurora non troppo lontana da me che scruta la folla alla mia ricerca, lo afferro per la manica della camicia e lo trascino con me fuori dal locale.
Sbircio l'ora sull'orologio al suo polso, le 2.10.
-Andiamo a fare una passeggiata al mare?
Ed è solo quando annuisce e mi prende la mano che mi rendo conto di cosa gli ho chiesto.
Tolgo le scarpe prima di affondare i piedi nella sabbia gelida e alzo lo sguardo al cielo sospirando.
Che ci faccio qui? Sarà una buona idea essere sola con lui?
Le stelle mi rispondono brillando.
Si sono fatte ormai le 3 quando Francesco si propone di accompagnarmi a casa con il suo motorino.
Valuto per un attimo i rischi. Lui ha bevuto, anche se non è ubriaco, e ha quindici anni e quindi sarebbe contro la legge portarmi dietro su quel mezzo, e in fondo casa mia non è molto lontana dal Lido, potrei farla a piedi
Poi però lo sguardo mi cade per un momento sui tacchi che ho in mano e al solo pensiero di doverli rinfilare il "no grazie" che stavo per pronunciare mi muore in gola.
I suoi occhi azzurri incontrano i miei e, incapace di formulare qualsiasi frase di senso compiuto, mi limito ad annuire.
Non accenna a lasciarmi la mano mentre mi guida verso il suo motorino, e io non accenno a rimettermi le scarpe nemmeno per salirci sopra.
-Tieniti mi raccomando.
Ma abbracciarlo è difficile, dà i brividi.
Ah no, i brividi sono per l'ansia che ho di tornare a casa e trovare Aurora sveglia.
Il breve viaggio in motorino passa così, il vento che sferza il nostro viso e lui che tenta di intavolare una conversazione con me, una me troppo presa a far la lotta coi suoi demoni.
Quando arrivo sotto casa la luce è accesa e il cuore mi batte talmente forte che, presa dal panico, salto giù dal veicolo e corro a piedi nudi fino al portone.
Tiro fuori le chiavi dalla borsetta e noto sul cellulare una trentina tra chiamate e messaggi di Aurora e Camilla.
Risponderò domani.
Forse. O forse no.
Diamine, non ho salutato Francesco.
Mi volto, ma lui non c'è già più.
È strano ma ci rimango male, e sì, per me che i ragazzi li evito, è strano.
Francesco è stato così carino a riaccompagnarmi a casa che...
Che niente, addio Francesco.
Rinfilo le scarpe solo per salire le scale, e quando apro la porta di casa il silenzio m'investe.
Conto fino a tre.

Uno.

Due.

Tre.

Aurora dorme.
Sono salva.
Aurora dorme, e io di certo non la sveglio.
Anche se so che si è addormentata con la rabbia negli occhi e la paura nel cuore.
Anche se so che domattina mi ucciderà.
Tolgo le mie scarpe, un paio di Louboutin che erano di mia mamma, prima di attraversare il corridoio, e apro piano la porta perché so che a un certo punto scricchiola un po'.
Lascio le scarpe per terra, lancio borsa e cappotto sulla poltrona accanto alla finestra e mi butto sul letto a pancia sopra.
Uno spiraglio di luce proviene dalla camera di Aurora, ma lei dorme e io non la sveglio.
È meglio così.
Riesce a essere così bella anche quando dorme.
La invidio, la invidio tanto, ma non gliel'ho ancora detto, e forse ora è giunto il momento.

Aurora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora