1.11 - Sabato, 20 Settembre 2014

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Sabato, 20 Settembre 2014

Sai cosa?
Ora basta davvero, Aurora.
Sono stanca del tuo continuo rovinarmi intere giornate e mandarmi a puttane la vita.
Sei una vera stronza, sappilo.
E, quasi quasi, questo foglio lo metto in cima agli altri, così sarà il primo che leggerai e la prima cosa che ti salterà all'occhio è che sei una stronza.
Un essere indicibile, Aurora.
Sono le dieci di mattina quando tu entri dentro casa come niente fosse, come se non avessi passato l'intera notte a casa sua a fare dio sa che cosa.
Io sto facendo avanti e indietro tra la mia camera e la lavanderia per disfare la valigia e mettere a lavare i panni sporchi.
Il viaggio a Roma mi è servito, Aurora, ma tu questo non lo sai.
Non sai che, se fossi rimasta qui, sicuramente quel giorno ti sarei saltata al collo e ti avrei riempito di botte perché l'arrabbiatura non mi era ancora passata.
Partire mi ha dato modo di sbollire la mia rabbia, ma non ha certo cancellato il dolore.
Per quello Aurora devi fare qualcosa tu, io ho fatto il possibile.
La tua espressione iniziale è quasi di sorpresa nel vedermi a casa, ma piano piano i tuoi occhi s'infuocano e quasi mi scotto guardandoti.
Decido di non fermarmi e proseguo il mio tragitto verso la lavanderia con un mucchio di biancheria in mano.
Non mi ero resa conto di aver portato così tanta roba in realtà, è almeno il terzo viaggio che faccio e ancora non ho finito di svuotare la valigia completamente.
Fermati, mi ordini tu, ma io non ti do retta.
Dove sei stata, domandi in tono pretentorio, ma non ti ascolto nemmeno stavolta.
E la mia tattica era quella di non darti retta per tutto il giorno, finché tu non mi fermi di botto e mi tiri uno schiaffo.
Di nuovo.
Non l'hai ancora imparata la lezione?
C'hai preso gusto, Aurò?
Non male, ma puoi fare di meglio lo so.
Dimmi dov'eri, mi ordini a denti stretti e io sposto le braccia precedentemente incrociate davanti al mio petto per lasciarti vedere la scritta sulla mia nuova maglietta che dice "Roma" a caratteri cubitali.
Roma, sussurri stranita e un po' tentenni, ma mi lasci andare.
Tanto lo sai già dove sono andata, ho fatto in modo che ti fosse ben chiaro.
Vorresti dire qualcosa, lo vedo, ma io corro subito in lavanderia impedendoti di parlare e impedendomi di ascoltare.
E infatti non ci rivolgiamo più la parola per tutto il giorno, e quando mi sono seduta alla scrivania qualche minuto fa per scriverti, ho pensato che magari potremmo davvero provare a ignorarci per il resto della nostra vita.
Forse io e te funzioniamo meglio separate che unite.
Boh, non so, tu che dici, ci proviamo?

A.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2018 ⏰

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