1.8 - Lunedì, 15 Settembre 2014

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Lunedì, 15 Settembre 2014

Ci credo troppo, ci ricasco sempre, merda.
Perché penso che cambi, che prima o poi torni quella di sempre, e allora ti rivengo incontro. Ma tu mi distruggi, una, venti, cento, infinite volte.
Ma io il punto non ce lo metto, non posso, sei mia sorella.
Oggi ho preso il treno Aurora, ma tu non lo sai ancora.
Siamo andate a scuola insieme e poi quando tu hai preso la strada per il classico io sono tornata indietro per prendere la valigia e andare in stazione.
Troverai una bella sorpresa quando tornerai a casa e io non ci sarò, ma tanto a te non importa.
Vero che non ti importa?
Sono andata a Roma, sono arrivata due ore fa e sono subito andata in albergo. È bello, proprio vicino al Colosseo.
Non ho cenato, mi sono chiusa in camera e ho fatto una doccia. E poi ho guardato il panorama.
Guardo Roma la notte, e mi accorgo che è uguale a te. È nuova, bella e splendente, e sotto nasconde macerie. Se le levi il velo di luci e palazzi nuovi trovi rovine, pezzi di antichi edifici, strade distrutte, teatri, archi e acquedotti.
Quello che era e ora non è.
Quello che eri e ora non sei.
Era potenza e ora è caos.
E tu, tu eri semplicità e ora sei... Non lo so nemmeno più cosa sei.
Devo andare a letto, Aurora.
Sono le due di notte, quindi in realtà è già domani, ma se Roma non dorme non dormo neanche io.
Non mi hai chiamato, Aurora, eppure sono passate ore.
Magari non t'importa, magari sì.
Magari vuoi farmela pagare per essere scappata, sicura che non sarei andata molto lontano.
Ma ne sei proprio certa?
Non ti darò questa soddisfazione Aurora, non stavolta.

A.






Mi sdraio sul letto con la tenda aperta, e Roma continua a brillare davanti ai miei occhi finché, stanchi e pesanti, si chiudono da soli.

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