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Aurora

Apro gli occhi di scatto ma la luce accecante mi costringe a chiuderli nuovamente.
Ho dimenticato ancora una volta di spegnere la lampada prima di addormentarmi.
Non ho paura del buio, ho semplicemente il vizio di lasciarla accesa quando torno ubriaca pensando di non addormentarmi subito, e invece neanche faccio in tempo a spogliarmi che solitamente sto già ronfando sul letto.
E ieri notte non ha fatto eccezione.
Non sono tornata molto tardi, sconvolta da ciò che avevo visto.
E non so se mi ha lasciato più di stucco l'aver visto Luca baciare un'altra oppure l'aver incrociato mia sorella alla festa.
Ero già parecchio ubriaca ma riconoscerei mia sorella anche ad occhi chiusi, anche se per com'era vestita ieri poteva sembrare tranquillamente un'altra persona.
Sapevo che aveva quei vestiti da qualche parte, qualcuno gliel'ho anche regalato io, ma non avevo idea che li avrebbe mai usati! Soprattutto ad una festa, lei che le feste le odia.
Lei è più tipa da jeans larghi e felpe, cose enormi dove ci si può perdere dentro e non farsi trovare da nessuno.
Mi ha fatto strano vederla con quel vestitino ieri, ma le stava bene.
Era davvero bella.
Mentre mi alzo per cambiarmi un forte mal di testa m'investe completamente, ma ci sono talmente abituata che non me ne curo più di tanto.
Mi sfilo il miniabito che indossavo ieri sera e con il quale ho dormito e percorro in intimo la strada fino al bagno.
Mi faccio una rapida doccia calda prima di infilarmi una maglietta a maniche corte e un paio di shorts.
Siamo a settembre ma è ancora parecchio caldo e dentro casa si sta bene anche in pantaloncini corti.
Do una veloce messa in ordine alla camera e mi dirigo in cucina per farmi un caffè e magari prendere anche un'aspirina, questo mal di testa mi sta uccidendo più del solito.

-Buongiorno.
-Ehi, Anna.
Non l'avevo notata, è entrata con la sua solita camminata felpata da gatto e si è fermata giusto vicino alla mia sedia.
È in pigiama, anzi in realtà con la maglietta di mio papà che lei usa da pigiama, e con i capelli scompigliati, ma è bella comunque.
Non glielo dico però.
Mette a scaldare il latte e tira fuori dalla credenza il Nesquik, mentre io tiro giù i biscotti.
Quando tutto è pronto ci sediamo a tavola e ci guardiamo.
Sospiro.
Sospira.
Scuote la testa mentre butta via il latte dopo averne bevuto appena un sorso e io metto via i biscotti che tanto non li mangiamo comunque.
Anna mia perché mi copi?
Perché non mangi?
Vorrei aiutarti tesoro, ma sono nel tuo stesso baratro e non posso fare niente.
-Dovresti mangiare...- mi sussurra appena e mi innervosisce.
La fulmino e lei si blocca, come fa ogni volta.
Cambio velocemente espressione ricordandomi che mi ero ripromessa di non aggredirla, ma è difficile ripensando a dove l'ho vista ieri sera.
Che ci facevi, Anna cara, ad una festa, tu che le feste le odi?
Ti voglio bene Anna, e non voglio arrabbiarmi con te, e non è vero che di te non me ne frega niente, è solo che non so come dimostrarti che io, per te, darei la vita.
E se ti servisse un rene te lo donerei io, e se ti servisse una gamba ti darei anche quella.
L'unica cosa che non ti permetterei mai di tenere è il mio cuore, Anna.
Perché è ghiaccio.
È ghiaccio com'è il tuo sguardo ora, che mi fissa indagatore per capire se sono arrabbiata o no.
-Che ci facevi ieri a quella festa, Anna? - do voce ai miei pensieri.
Si blocca un attimo, sicuramente non sa cosa rispondermi.
Non ce l'ho con lei perché è uscita, ma solo non capisco perché non me l'abbia detto.
Do voce anche a questo di pensiero, e lei mi guarda indecisa se parlare o meno.
-Non lo sapevo. Mi ha chiamato Camilla poco dopo che sei uscita e mi ha detto che eravamo state invitate a quella festa. Mi dispiace non averti detto nulla ma non sapevo se mi avresti risposto al telefono. Credevo stessi con Luca.
Il pensiero di Luca mi riporta immediatamente a ieri sera, quando l'ho visto baciarsi con quella troia di Marina, mia compagna di classe che gli va dietro da non so quanto tempo.
Mettermi con Luca all'inizio era stato solo per fare un dispetto a lei, ma lui ormai è diventato l'unica costante della mia vita e, seppur non lo ami, non sono pronta a rinunciarci.
-Luca era impegnato a sbaciucchiarsi con Marina! - sputo fuori livida di rabbia.
-Lo so – sussurra lei in risposta.
-Hai visto anche lui alla festa?
-No, lo so e basta.
Mi blocco io stavolta.
-Cosa vorrebbe dire "lo so e basta"?
-Non sarebbe la prima volta.
Sono scioccata.
-Cosa stai dicendo?
Quando mi racconta di come lo abbia visto altre volte baciare donne a caso perdo il controllo, afferro il bicchiere sul tavolo e lo scaravento contro il lavandino lasciando che si frantumi in mille pezzi.
Il mio cuore ha appena fatto lo stesso.
-Brutta troia tu lo sapevi e non mi hai detto niente?
Non ci vedo più, non la vedo più, la afferro e la spingo violentemente contro il frigorifero.
Non urla, o se urla non la sento.
Mi stacco da lei velocemente, quasi inorridita da ciò che ho appena fatto, ma non riesco a reagire.
Corro in camera, apro il quaderno di matematica e mi concentro immediatamente su quelle funzioni di merda.
È domenica ma non mi importa, non voglio studiare ma devo.
Devo, perché devo tenere occupata la mente, dimenticarmi di quello che ho appena fatto.
Anna mi dispiace.

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