Ama il prossimo come te stesso

11 2 0
                                    

A volte mi chiedo come sia possibile per certe persone continuare a vivere sacrificando giorno per giorno se stessi pur di ritrovare un leggero sorriso nel volto del prossimo.  

Oggi ho avuto modo di comprendere cosa significano le parole del titolo di questo messaggio, e posso dire che mi hanno scossa un attimo facendo decadere il mio orgoglio.  

Dopo pranzo ho avuto una piccola ma accesa discussione con i miei familiari. Mi lamentavo chiedendomi come fosse possibile aiutare una persona dopo che questa continua costantemente a cacciarsi nei guai, mentre noi a nostra volta cerchiamo costantemente di risollevarla.

Così Dio ha voluto parlare attraverso diversi canali. Inizialmente ho letto la meditazione prevista per questo 25 Maggio del calendario di UCB Italia. 

( https://www.ucbitalia.com/2018/05//es25serci-1/ )

"CHI FA OPERE DI MISERICORDIA, LE FACCIA CON GIOIA." Romani 12:8

Noi diciamo "Non è la mia responsabilità. Non voglio essere coinvolto!" Hai mai pronunciato queste parole? Potresti aver pensato di avere una buona ragione, forse era un brutto momento. Il punto è che non hai offerto aiuto alla persona in difficoltà. Non sei l'unico. I ricercatori confermano che la tendenza di evitare coinvolgimenti sta aumentando a livello mondiale. Tuttavia, "esserci" per gli altri è un mandato biblico; è l'applicazione pratica di amare Dio e il tuo prossimo come te stesso (vedi Matteo 22:3739). Le crisi si presentano generalmente in tre modi: 1. Crisi dovute alle situazioni, che includono malattie gravi, la morte di una persona cara, separazioni in famiglia. Il patriarca Giobbe sperimentò tutto ciò! 2. Crisi dovute ai cambiamenti, che avvengono durante il corso della vita; lasciare casa,
andare all'università, matrimonio, essere genitori, andare in pensione o il declino dello stato di salute. Abramo e Sara sapevano tutto riguardo al vivere attraversando crisi di sviluppo. Lasciarono la loro casa e famiglia e sopportarono anni senza figli. Per di più, Dio gli chiese di sacrificare il loro solo e unico figlio. 3. Crisi di auto-consapevolezza, quando scopri verità sconvolgenti riguardo te stesso; quando ti dicono che hai un male incurabile, o quando vedi te stesso come fallito perché sei troppo vecchio per raggiungere gli obiettivi della tua vita. Oppure quando affronti il fatto di essere divorziato o vedovo, o quando ti senti rifiutato per via del tuo passato. Elia e Giona sono esempi di crisi di auto-consapevolezza. Per caso questi esempi ti fanno venire in mente qualcuno che tu conosci? Se sì, allora "fai presto a rispondere".

Mentre leggevo per la seconda volta queste parole, mi sono resa conto che in quella rabbia così grande che avevo in fondo c'era qualcosa di sbagliato. E se smettessimo di aiutare questa persona cosa succederebbe? Riuscirebbe a sostenersi da sola? a provvedere del cibo per la sua casa?

Eppure c'era ancora qualcosa che restava in sospeso, cioè " Ma se continuiamo a logorare noi stessi come potremo ancora continuare a darle una mano d'aiuto? Non cadremo forse insieme a chi stiamo cercando di sostenere?".

Così, in modo molto semplice inizio ad usare questo mezzo che tutti usiamo a volte nel modo più sbagliato possibile ( mi riferisco al mio cellulare), e mando un messaggio ad un amico. Chiacchieriamo, riflettiamo e comprendiamo questo.

La Parola di Dio dice: AMA IL TUO PROSSIMO | COME | TE STESSO.

Quel "come" vuole dire allo stesso livello, in modo uguale. E' come trovarsi di fronte due misure dello stesso peso, la bilancia sarà perfettamente allineata.

Nel momento in cui andiamo in eccesso nell'aiutare, nell'essere troppo presenti solo ed esclusivamente per gli altri rischiamo di soffocare noi stessi, di annullarci totalmente. E se siamo stanchi come potremo mai dare energia? O se siamo tristi e inappagati nei nostri desideri, come potremo mostrare la gioia di Cristo?

Quando andiamo in eccesso facciamo più male che bene, sia a noi sia agli altri. Infatti, il prossimo magari inizierà con l'abituarsi a noi, al nostro duro lavoro, alla nostra costante presenza ... e non crescerà mai, non imparerà mai a camminare da solo, e sarà totalmente dipendente da noi. 

L'abitudine crea vizi, e i vizi creano dipendenza. Ma non una dipendenza sana, perché le persone dipenderanno da coloro che le hanno aiutate, e se questi non mostrano Dio allora non stanno ottenendo buoni risultati. Perché l'unica dipendenza che un uomo deve avere deve essere la dipenda da Cristo Gesù e da nessun altro. 

La Parola dice : Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, benedetto l'uomo che confida in Dio. ( Geremia 17:5, 7 )

E che diremo di fronte a questi versi?

Paolo diceva : Io ho piantato, Apollo ha innaffiato ma è Dio che ha fatto crescere ( 1 Corinzi 3:6 )

Il nostro compito è un altro, non è quello di essere oppressori nel nostro aiuto, nemmeno se fatto con un pensiero "positivo" nella nostra mente. Come giovani ministri di Cristo dobbiamo creare negli uomini un'unica dipendenza, cioè quella di Cristo; e facendo questo dobbiamo anche saper amare noi stessi.

L'uomo che ama se stesso, è l'uomo che ama intensamente Dio. Infatti, prima del verso 39 di Matteo al capitolo 22 ( ama il tuo prossimo come te stesso ), sta scritto : << Ama il Signore, Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente >>.

Chi è l'uomo che ama se stesso? E' quello che si preoccupa di essere ripieno e stracolmo dello Spirito Santo per sperimentare la follia, la potenza e l'amore di questo grande ed unico Gesù Cristo.

Se penso al prossimo sono mille le cose che possiamo fare per amarlo, ma se penso a noi stessi mi viene in mente questo ...

Un uomo dedito al servizio per amare se stesso deve correre nel deserto a cercare la presenza di Dio. E durante tutto il suo cammino è necessario che si fermi ogni tanto a ricaricare il proprio Spirito e a riposare nella pace del Signore. Noi siamo esseri umani, e uno dei nostri bisogni è certamente quello di riposare, non possiamo sempre affrontare le fatiche della vita altrui e rischiare di cadere giù a terra per la stanchezza. Anche i soldati hanno periodi di tregua, allora iniziamo ad essere più attenti alla nostra saluta fisica e spirituale, mantenendo sempre costante il nostro desiderio di servire i fratelli e soccorrere i bisognosi.

Dio vi benedica lettori! 


Giovani di Dio!Where stories live. Discover now