Siamo figli di Dio

7 1 0
                                    

Amo scrivere e leggere in generale, in particolare quando entro a contatto con gli scritti dei miei autori preferiti. Ad esempio,amo follemente Italo Calvino. Ne vado matta!
Al solo scorgere delle parole provenienti dai suoi immensi e profondi lavori, il mio cuore è come se si aprisse simile ad un fiore che sboccia. E oggi vorrei scrivere non proprio di Italo Calvino, ma vorrei condividere una delle pagine del mio diario, qualcosa di strettamente personale ma che ritengo unico e indispensabile per la mente di ognuno. Ecco una parte di me...

Giorno 3 Ottobre 2018 Mercoledì Pomeriggio

Scrivo dalla mia stanza, accanto ad una finestra dalla quale posso sentire il rumore delle pioggia. Qui, sopra la mia scrivania, poggia silenziosa e incerta una leggera luce, come dal colore grigio, simile alle nuvole che stanno sopra casa mia.
Se ci penso, una riflessione che spesso torna alla mia mente è proprio questa: a volte sentp la mancanza della profondità che avevo conosciuto un tempo, manco della sensibilità che mi rendeva un cuore e un libro aperto alla riflessione e alla descrizione del mio animo.
Per tanto e tanto tempo non ho fatto altro che gettare tutti i miei affanni su pagine bianche che non aspettavano altro che essere scritte. Forse non si aspettavano di essere dipinte da un inchiostro che avrebbe preso la forma dei miei pensieri, ma di certo sapevano che sarebbero dovute essere diverse man mano che le parole vi si imprimevano sopra, dentro, ovunque.
Nessuna delle mie parole impresse su carta può essere sfuggita allo sguardo vigile di Dio. Nessuna di esse.
Quando dico che Lui è l'unico a conoscermi sul serio, so di non confondermi e che per nessuna ragione mi posso sbagliare. È così e basta.
Una cosa su cui potrei sbagliarmi è forse quella di pensare che una caratteristica appartenente ad ogni essere umano qui sulla terra, sia proprio quella di non conoscere il verso sé stesso fino in fondo. Come del resto, una caratteristica che possiede Dio è quella sicuramente di conoscere tutti alla perfezione, sia dentro sia fuori.
Qui nel mondo si è sempre finto di avere enormi conoscenze, di essere scienziati e maestri della parola. Mentre, in realtà, sappiamo di comprendere  ben poco di ciò che ci sta davanti, intorno e dentro.
In questi giorni non ho pregato come facevo prima, non ho considerato nemmeno la parola per come facevo un tempo. Sto cambiando, sto sentendo in me qualcosa di così diverso da quello che trovavo ogni mattina in me, dalla persona che ho sempre visto allo specchio. È come se dopo anni e anni, mi fossi svegliata per trovare una me totalmente diversa e perfettamente cambiata.
Mi sono chiesta: " Quanto conta ciò che ho vissuto fin'ora? Quanta fede sto maturando di avere in questo preciso istante? ".
Queste sono domande essenziali da porsi nel momento in cui si comprende che sarà sempre la sincerità dei fatti a determinare la sincerità della tua fede e il fuoco che è in te. Non sarà mai la finzione di avere compreso tutto di Dio e della tua vita, a permettere che tu possa considerarti un figlio di Dio.
Da piccola mi hanno sempre insegnato che dallo sguardo del Signore non si può fuggire. EGLI è ovunque, in qualsiasi luogo, ma è anche onnisciente, ovvero sa e vede ogni cosa. E io l'ho sempre creduto, in un modo o nell'altro ho sempre sperato fosse così.
L'ho sperato perchè volevo non sentirmi sola, volevo che Lui fosse insieme a me in eterno.
È vero che con la mente e il pensiero puoi fuggire da Dio, ma è altrettanto vero che Lui non fuggirà mai da te.
Una persona è davvero innamorata quando non smette di pensare alla sua amato o al suo amato, quando ogni gesto e azione che compie prende il significato d'amore e sacrificio.
Noi uomini di amore ne sappiamo qualcosa, ci sono stati riportati molti esempio di cui Gesù stesso ne è l'emblema. Ma anche noi nelle nostre esperienze, seppure in parte, possiamo vivere di vero amore.
Se dopo un'intera giornata viene improvvisamente il pensiero "Mi sono dimenticata di Dio" , subito viene la risposta da parte sua o della mia mente che dice "Dove sei stata fin'ora?". E allora potrei benissimo dire nella mia ignoranza " E Tu, dove sei stato? ". Ma sarebbe stupido, superfluo e assolutamente scorretto fare una tale domanda. Certamente Lui era con me, ma io non sentivo e sapevo nulla perché ero distratta. Dio mi è stato sempre vicino, ma io col cuore non c'ero.
La verità è che spesso avvertiamo un senso di superiorità, credo si possa definirla così. Ci accorgiamo dell'esistenza di Dio quasi sempre solo quando sentiamo la necessità di avere un aiuto, cioè quando nel nostro dolore e nelle sofferenze della vita abbiamo bisogno di aria per respirare. È come entrare in una caverna oscura senza rendersene conto.
Ma Dio è questo? Può essere solo aiuto, solo questo? Oppure c'è dell'altro?
Ho cominciato quest'anno scolastico non avendo nessun altro con cui condividere il mio dolore per essere stata in un certo senso lasciata sola dalla mia famiglia, non per qualcosa di voluto da loro con malizia, ma per necessità. Nessuno era con me quando pensavo di aver perso tutta la mia vita ed essere sola. Nessuno eccetto Lui, lo Spirito Santo.
Ho sperimentato la solitudine e la tristezza, e in momenti del genere ho riconosciuto che parlare con Dio è stata l'unica cosa che avrei dovuto fare ogni altro momento della mia vita che sarebbe venuto dopo. Nessuno conosce cosa abbia potuto fare insieme a Dio in tutto questo tempo, nemmeno i miei diari se ne possono rendere conto fino in fondo di ciò che siamo io e Lui insieme.
Nonostante il nostro amore, la nostra storia, a volte è come se non comprendessi ciò che sta alla base di tutto, ovvero : Dio è Dio. Allora mi pongo mille interrogativi, e mi chiedo il perché dopo tanti anni io non riconsca più chi è Dio. Forse perché vorrei poterlo mettere in uno spazio della mia mente ben preciso, forse perché vorrei cercare di comprenderlo a pieno. Ma come si può comprendere Dio? Come è possibile farlo? Quale uomo potrebbe avere le capacità per comprendere chi è il Signore sul serio? Domande su domande su domande.
Conclusione?
Credo che Dio non si possa comprendere, e con questo non voglio dire che nessuno di noi non possa davvero conoscerlo o sapere chi Lui è. Dico solo che Lui è un grande mistero che deve essere svelato. Come lo è stato Gesù così è Dio, un mistero che si scopre giorno per giorno , preghiera dopo preghiera, attimo dopo attimo, fatica dopo fatica, lacrima dopo lacrima.
Il suo nome non può essere racchiuso in una parola, in un piccolissimo numero e nemmeno in un immagine. Lui è troppo grande, troppo libero e infinitamente perfetto.
Ecco perché quando Mosè si preoccupava di dover rispondere al popolo di Israele quale fosse il nome di Dio, Dio rispose "Di loro questo: Io sono colui che sono". DIO aveva detto tutto come non aveva detto niente.
Nessuna in questa terra può avere una così grande maestà, una così grande magnificenza.
Persino il suo amore è così vasto che il cielo non lo può contenere.
Non è come noi, Lui ha sempre operato meraviglie, miracoli prodigi e segni.
Noi siamo bravi nel racchiudere il nostro amore attraverso gesti, oggetti e azioni. A volte una rosa contiene l'amore di un uomo, e nel peggiore dei casi addirittura un messaggio.
Dio ha racchiuso il suo amore solo per un istante, trentatré anni di vita, per poi liberarlo su una Croce e renderlo assolutamente perfetto.
Sta qui la nostra piccolezza, noi siamo di poco inferiori a Dio ma coronati di grazia e amore.
Siamo figli benedetti dal Signore. Non saremo Dio stesso, ma siamo fatti della stessa sostanza del creatore nostro Signore.

Giovani di Dio!Where stories live. Discover now