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Andammo a Central Park, sorseggiando i nostri cappuccini di Starbucks, che non erano assolutamente paragonabili a quelli di Milano.
Devo ammettere che non mi aspettavo così Central Park: insomma me lo aspettavo più ordinato, invece c'era spazzatura vicino ad ogni cestino, che era ogni cinquecento metri più o meno. È uno spreco, un parco così immenso e così bello, rovinato dalla stupidità della mente umana.
Passammo ore a chiacchierare e a ridere come due pazze, facendoci un'infinità di foto, una più ignorante dell'altra. Wendy aveva ancora Retrica, cosa stranissima visto l'evolversi di Instagram... possiamo dire che l'abbiamo onorato come si deve.
E mentre la batteria del mio cellulare scendeva, anche il sole stava per cedere il suo posto alla luna.
"Forse è ora che andiamo, sono le cinque e mezza e la cena è alle sette. Ho intenzione di farmi una doccia... e tu?" dissi.
"Ovvio".
È cosi, bevendo fino all'ultimo sorso del nostro starbucks, ci avviammo entrambe verso l'underground, nonché mio mezzo di trasporto preferito anche a Milano. E così, cambiando tre volte metropolitana e con l'aiuto del navigatore, arrivammo sane e salve in accademia, esauste, ma felici.

La notte io e Wendy abbiamo dormito da dio. Il letto era comodissimo e l'aria condizionata aiutava il sonno. Peccato che adesso di relax ne avremo ben poco, perché stavano per iniziare le lezioni ed io e Wendy ci stavamo preparando.
"Wendy devo portare solo calzini, asciugamano e acqua giusto? Nella lettera c'era scritto che al resto ci pensavano loro".
"Non manca niente tranquilla".
Feci un gran bel respiro e mi preparai ad affrontare la prima di mille giornate.
"Allora sei pronta a conoscere il tuo pianista?" mi chiese.
"Così così" dissi. Era bello ballare sulle musiche di un pianista, ma se non c'è sintonia tra di noi, non funzionerà mai.

Nel tragitto, Wendy mi spiegò alcune delle regole basi dell'accademia, come ad esempio il coprifuoco alle 22:00, le assenze, che dovevano essere giustificate... insomma un mucchio di cose che mi entravano in un orecchio e mi uscivano dall'altro, dato che ero impegnata a concentrarmi.
"Arrivati!" mi disse, stordendomi dal mio relax mentale.
Io alzai gli occhi e vidi una sala, immensa, ma completamente vuota.
"Ma siamo in anticipo percaso? Non vedo nessuno..."
Wendy rise.
"Ma no! Questa è la tua sala, è la sala dove ballerai te, e il pianista suonerà" disse.
INFARTO.
ma siamo seri? Una sala così grande per due persone?
"Ehm..." ebbi solo la forza di dire.
"Beh io ti devo lasciare devo andare nella mia sala, ho lezione tra 10 minuti. Buona fortuna e, mi raccomando spacca!" mi disse, incoraggiandomi come pochi sanno fare.
Io le sorrisi, per ringraziarla e sgombrai la mente per concentrarmi solo sulla lezione che stavo per tenere.

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