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La mattina dopo, sebbene fossimo tutti intontiti per la levataccia nel cuore della notte, decidemmo di metterci in marcia per trovare quella fata e portarla a Tremotino.
Sanji preparò del pranzo al sacco per tutti, e a parte Usop che restò di guardia sulla nave, scendemmo a terra per deciderci sul da farsi.
Improvvisamente venimmo investiti da una gran luce, e una figura minuta e graziosa si materializzò dinnanzi ai nostri occhi.
I capelli biondissimi sembravano bianchi e il capo era coperto in buona parte da un cappuccio, che non nascondeva la tiara che ornava la fronte della giovane né la sua frastornante bellezza.
Le sue ali di soffici piume erano bianche e dorate, e risplendevano alla luce del sole .
?: “Ciao. Io sono Irina. Luce mi manda ad aiutarvi.”
R:”Perché dovremmo fidarci di voi? Potreste stare anche dalla stessa parte di Marquise!”
La rabbia luccicò metallica nei suoi occhi.
I: “NOI ANGELI BIANCHI NON SERVIAMO QUELLI COME LEI! CHI NON SA NEANCHE QUELLO CHE FA NON E’ DEGNO DI COMANDARCI! SIAMO NOI A DECIDERE CHI SERVIRE E A CHI VOTARCI! METTEVELO IN TESTA!  LA NOSTRA SIGNORA E’ STATA FIN TROPPO BUONA A PORTARE PAZIENZA ! VI HO DETTO CHE MI MANDA LUCE E QUESTO DOVREBBE BASTARVI!”
R: “Va bene non ti scaldare!”
I:”Vi ho detto che sono qui per aiutarvi; per trovare le fate necessarie a temprare la spada. Come vi ha detto Luce una sola è sufficiente. Noi angeli bianchi abbiamo già avvisato Tremotino e lui ha acconsentito.”
N:”E dove si troverebbero queste fate? La tua amica ci ha parlato anche delle Nereidi..cosa sono?”
I:”Le fate vivono all’interno dei fiori goccia-acqua, che crescono solo vicino al lago Acquachiara. Le Nereidi , le sirene d’acqua dolce ,proteggono le fate e faranno di tutto per evitare che ne prendiate anche una sola, impresa pressoché impossibile visto che sono imprendibili. “
S:”Che belle le Sirene!” * cuoricini *
I:”Le Nereidi sono molto aggressive e straordinariamente forti. Se vi prenderanno vi trascineranno sott’acqua e al novantanove per cento dei casi morirete annegati se non userete cautela!”
R:”Perché queste fate sarebbero imprendibili scusa?”
I:”Perché hanno denti affilatissimi , e se cerchi di afferrarle ti possono staccare anche pezzi di carne dalle mani..non è un bello spettacolo..
Io vi farò strada fino al lago e per tornare alla nave. Siete pregati di seguirmi.”
S:”Zoro vedi di non perderti come al tuo solito!”
Z: “Sta’ zitto cuocastro ! “
Continuarono a battibeccare per tutta la strada , finché Nami non li fece tacere .
Arrivammo al lago che era pomeriggio inoltrato.
Sebbene il lago avesse il nome di Acquachara, le sue acque erano torbide e il fondale completamente invisibile.
Ricordando quello che ci aveva detto Irina, immaginando qualcosa che nuotasse silenzioso nell’acqua, mi vennero i brividi.
Il lago era circondato da bellissimi fiori, che sembravano tulipani di vetro.
All’interno di ogni fiore, avvicinandoci, notammo delle piccole creature.
Osservando meglio, riconobbi dei capelli; aguzzando la vista riconobbi una donna, che però aveva grandi ali.
Sembravano di cristallo, e rilucevano di mille sfaccettature arcobaleno mentre ne avvolgevano il corpo, che sembrava vetro.
Ma come prenderle?
Provai a cogliere il fiore ma non c’era verso di staccarlo dal terreno, e per quanto mi sforzassi avrei avuto più successo con una statua.
Tentai quindi di aprirne i petali ma sembravano fusi assieme, e non si riusciva a spostarli di mezzo millimetro.
Vidi la fatina all’interno del mio fiore aprire gli occhi, fino a poco prima chiusi da ciglia di pizzo, e guardarmi.
Poi fu come se mi ringhiasse contro, mostrandomi una fila di dentini da fare invidia al pesce vipera.
Il fiorellino iniziò a schiudersi e la fatina mi fu addosso, graffiando potente la mia pelle.
La sua voce era il suono delle unghie su una lavagna, acuto, fastidioso e penetrante.
Le altre uscirono anch’esse dai loro rifugi e mi furono addosso.
Rufy per fortuna dopo pochi minuti ne prese una, con mille imprecazioni.
Ma le altre non gli badavano.
Improvvisamente sentii qualcosa afferrarmi per la caviglia.
Vidi l’acqua chiudersi sopra la mia testa e mille bollicine circondarmi.
Il fiato già mi mancava, perché non ero riuscita a prendere ossigeno.
 
Mi mancava l’aria; non respiravo più.
Stavo forse per morire?
*
Tossii forte, mentre sentivo l’acqua uscire dai polmoni.
Accanto  me, Zoro , Sanji e Itachi erano fradici.
Non potevo fare a meno di tossire ; non riuscivo proprio a respirare.
Itachi mi stava facendo delle manovre di rianimazione e sentivo le sue mani premere forte. Non riuscivo a pensare, perché non riuscivo a respirare mentre vomitavo acqua e cercavo di regolare il respiro.
It:”Anna mi senti?”
Tossii ancora.
Sentii Sanji imprecare.
S:”Io quelle le ammazzo! Anche se sono delle sirene! Hanno quasi ucciso Anna e la mia Nami!”
Mi tirai piano a sedere, mentre tossivo ancora e annuivo.
Nami si era appena ripresa, e seduta sull’erba respirava affannata come me.
*
La fatina l’avevamo messa dentro una bottiglia di vetro vuota ed eravamo tornati alla nave, guidati da Irina, che era notte fonda.
Rufy si lamentava che aveva fame; come se noi invece non ne avessimo, sebbene il pranzo al sacco preparato da Sanji fosse stato abbondante.
Cenammo che erano le 2 passate, e andammo a dormire.
Irina disse che doveva rientrare da Emilia , ma ci assicurò che sarebbe tornata l’indomani.
Ci aspettava un’altra pesante giornata.

AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora