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Il fuoco scoppiettava allegramente, proiettando ombre sinistre sulle pareti;le salme deposte nei loro giacigli non aiutavano a migliorare l'atmosfera.
Ero ancora fra le braccia di Itachi.
Sasuke,anche se di poche parole, mi aveva confidato di come Itachi si stesse comportando in maniera diversa dal solito.
Era premuroso e gentile con me e sasuke, mentre era distaccato con gli altri.
Mi strinse un po' più forte,mentre mangiavamo in silenzio la zuppa, a eccezione di Rufy.
Neanche un minimo di rispetto per i morti dico io. Era proprio il caso di usare una mummia come marionetta e, reggendole un braccio, salutarmi?
Già prima avevano preso vita.
Il solo essere toccata mi dava fastidio. Stavo male. La pelle mi bruciava, avevo le vertigini e senso di vomito.
Ma notavo di come adesso con Itachi fosse diverso, di come mi sentissi protetta e non nauseata quando lui mi toccava.
Era morto. E il fatto di esserne consapevole mi faceva stare male.
Io invece ero viva.
Potevo essere più sfortunata?
Mi ero resa conto di amarlo.
E lui?
Lui poteva amare una come me?
Non ero bella, brillante e non mi consideravo interessante.
I miei capelli forse erano carini.
Ma Robin e Nami erano mille volte più belle e affascinanti di quanto io non fossi mai stata.
E un genio come lui non si meritava una donna mediocre e patetica come me.
Sebbene mi rendessi conto di quanto fosse carino,dolce e premuroso nei miei confronti.
Ma era morto.
Quando sarebbe tornato nel suo mondo mi avrebbe lasciata definitivamente.
E forse non lo avrei rivisto mai più,anche se speravo esistesse un paradiso solo per poterlo riabbracciare.
Faceva freddo. Itachi si era offerto di fare la guardia per tutta la notte;a quanto pare non aveva bisogno di cibo e di riposo..
La mattina dopo proseguimmo,senza però sapere con esattezza dove andare.
Io avevo l'impressione di girare in tondo.
I cunicoli,  le viuzze e tutto quello attorno a noi era uguale ed era pressoché impossibile orientarsi.
Mi chiedevo se saremmo mai riusciti ad uscire da lì.
Ad un certo punto arrivammo in una parte molto strana di quella complessa struttura: Alle pareti erano addossate tante statue di terracotta dalle forme insolite e deformi,con incisi sopra simboli complicati.
Appena percorremmo una buona parte di quel tracciato un rumore sinistro ci fece voltare,  e notammo che le statue si stavano rompendo.
Dall'interno provenivano dei colpi.
E come i pulcini escono dalle uova, dalle statue uscirono degli uomini.
Erano altissimi e massicci, e dal loro abbigliamento mi ricordarono dei soldati.
Rufy ne colpì subito uno;l'uomo appena toccò terra si ruppe in mille pezzi.
Statue di terracotta...
Itachi accanto a me evocò due copie e le lasciò a proteggermi.
Sebbene stesse combattendo era forte ed elegante allo stesso tempo, e volteggiava con grazia da una parte all'altra.
Mi ricordava un ghepardo o un leone.
Rufy era formidabile, e in pochi minuti le distrussero tutte.
Continuammo a camminare.
Ci eravamo divisi nuovamente.
L'altra volta eravamo riusciti a ritrovarci; ma io restavo dell'idea che saremmo dovuti restare uniti.
Proseguendo arrivammo in una sorta di cortile interno. Al centro c'era una capanna fatta di ossa umane,e sull'uscio una vecchietta stava filando.
Notai come ci fossero anche lì delle statue.
Ma avvicinandomi notai con orrore che erano ragazze.
Erano pallidissime e rigide come stoccafissi. E bellissime.
E la paura nei loro occhi mi fece venire i brividi.
Dalla loro bocca usciva una sostanza grigiastra solidificata.
Improvvisamente mi sentii tirare verso la casetta. Mi aggrappai a Rufy con tutte le mie forze e lui cercò di tenermi ma fu inutile.
Prima che me ne rendessi conto ero dentro.
La porta si chiuse con un cigolio e la vecchia mi si avvicinò.
Mi esaminò come se fossi stata un cavallo da corsa invece che una donna.
E ghignando si avvicinò al grande specchio appeso alla parete.
Dall'esterno sentivo provenire dei colpi. Cercai di urlare ma mi accorsi di essere muta.
Le labbra non mi rispondevano;Il mio corpo non mi rispondeva.
La vecchia stava ancora armeggiando con lo specchio.
La figura che fece capolino sulla superficie mi fece rizzare i capelli.
Marquise. Pallida. Stanca. E vecchissima.
M:"Baba Yaga perché mi disturbi?"
B:"Mia signora ho una sorpresa per voi.."
E mi indicò con un dito scheletrico.
M:"Le altre bambole sono pronte spero. Questa ragazza è davvero bellissima..sono sicura che dopo sarà ancora più bella.."
B:"Ma certo mia signora"
M:"mandamele tutte, dopo"
Baba Yaga si inchinò e Marquise scomparve dallo specchio.
B:"Sarete molto utili alla mia signora"
Iniziò a frugare in giro per la stanza.
La voce di Rufy mi arrivava forte e chiara ma ero completamente immobile.
B:"Non preoccuparti. L'esofago ti si solidificherà. Sentirai un po' di dolore ma passerà presto"
Accese il fuoco,e il grande calderone sibilò minaccioso.
Rufy, Itachi vi supplico fate presto.
La donna mi aprì a forza la bocca e mi ci infilò una specie di imbuto.
Iniziò  a versare la sostanza al suo interno.
Ma improvvisamente l'imbuto voló via e vidi Itachi trafiggere la vecchia.
R:"Anna? stai bene? Anna?!"
L'oscurità mi avvolse, spessa e pesante.
 
****
 
Ero nel letto dell'infermeria, sulla nave.
Come avessimo fatto a uscire da lì non lo sapevo e non lo volevo sapere.
Avevo avuto paura di non farcela.
Marquise mi aveva definita "bellissima" ma a me non piacevo.
Cosa c'era nel mio aspetto di bellissimo?
Avevo lunghi capelli castano cioccolato con riflessi rossi e occhi grandi e castani. Le labbra piene e il viso ovale, con gli zigomi alti.
Carina al massimo. Ma di sicuro non bellissima.
La porta si aprì e Itachi entrò nella stanza.
 

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