Mi ricordo di quel giorno. Allora vivevo in un meraviglioso villaggio circondato da una foresta rigogliosa e piena di vita. Gli abitanti del villaggio non erano né gnomi, né elfi e tantomeno druidi: nessuno di loro sapeva esattamente cosa fossero. Lui li chiamava kokiri. Diceva che erano destinati ad essere sempre bambini per proteggere la foresta, ma per qualche motivo nessuno di loro era in grado di combattere o usare una qualche magia. Erano creature in completa comunione con la natura e nessuno capiva bene perché, nonostante questo legame, alcun kokiri era mai riuscito a fare il piú blando degli incantesimi. Il nostro villaggio era molto piccolo, poco più di quindici case sugli alberi che rendevano quella foresta dalle mille sfumature di verde ancora più magica.
Era un giorno come tanti, un giorno in cui sopravvivere. La mia fatina, Vanille, era venuta a casa mia per svegliarmi e quando il sole iniziò a squarciare il cielo notturno con i suoi raggi d'oriente eravamo giá in cammino verso il torrente che tagliava la foresta a metà.
Lo chiamavano "Torrente di Rash", dedicato al Dio dell'acqua che tutto crea. Girava un' antica leggenda su di lui, il creatore della foresta: diceva che dove ora c'era foresta, vi era un arido deserto poco più di cinque secoli fa. La terra era ancora un caos, un globo dominato dalle ferite che aveva lasciato il forte e titanico scontro fra Dei e un antico demone. A quel tempo gli uomini non avevano più il minimo equilibrio con le forze della natura; la terra era incoltivabile poiché era appena stata travolta dalla ferocia della guerra e ben presto i suoi abitanti iniziarono a fare battaglia tra loro per accaparrarsi le poche risorse possibili. La situazione era disperata a tal punto che i Mash, la stirpe dei diretti discendenti degli Dei, nati quando Essi popolavano ancora la terra, decisero di chiedere aiuto ai loro divini antenati per porre fine alla miseria.
Fu allora che Rash, Dio dell' acqua e della vita, creò il torrente. Era stretto e lungo sì e no solo cinquecento piedi, ma fu la salvezza degli uomini. In prossimità del corso d'acqua presto iniziarono a germogliare piante e alberi finché non nacque la foresta che placò le controversie tra umani, donando loro frutti e altri abbondanti viveri. Gli esseri iniziarono a vivere lì, in armonia con tutte le creature; lo fecero per per quasi un secolo.
Infine, quando la carestia nera si fece sempre più impotente nelle altre zone della terra, molti degli uomini lasciarono il virideo luogo per andare ad insediarsi altrove.
La foresta venne dimenticata.
Poche persone rimasero a vivere lì, troppo poche per impedire che l'armonia di quel posto venisse rotta. Le piante iniziarono ad appassire, gli animali divennero tutt'ad un tratto aggressivi e gli alberi non producevano più vita. La natura era lasciata a sé stessa, e aveva bisogno di una guida.Lui era una giovane quercia che, all'improvviso, ricevette il potere di controllare l'oasi dagli Dei. Da quel giorno la quercia regnò nella foresta, s'impegnò a ristabilire l'armonia e rese gli umani rimasti, ormai molto legati al luogo, parte integrante di esso donando loro l'eterna giovinezza ed il legame indissolubile con la natura. Lui divenne il Grande albero Deku, il cuore pulsante della foresta. E gli umani, trasformati in bambini, divennero Kokiri pronti a servire la natura.
È una vecchia leggenda, allora priva di significato e circondata da un forte scetticismo. Io stessa non sapevo se credere o no: nessuno del villaggio lo sapeva. Era la classica storiella per bambini ma aveva anche un che di vero, e la cosa sconcertava. Forse se non sembra, ma i Kokiri sono molto saggi e i loro piccoli occhietti da bambini nascondono una grande voglia di sapere.Mentre camminavo non potevo fare a meno di pensare al torrente. Le sue acque limpide ci avrebbero aiutate a sopportare l'afa che da qualche giorno inondava il villaggio e tutta la foresta portando con sé stanchezza e panico.
Ultimamente gli Dei erano arrabbiati.
Gli incendi erano sempre piú frequenti e disastrosi, nessuno sapeva cosa fare. L' acqua del fiumiciattolo era sempre piú scarsa, gli alberi davano pochi frutti... l'intera foresta non collaborava, come nella leggenda. La differenza era che nella leggenda il Grande albero Deku prese in mano il controllo della foresta ed evitò che si autodistruggesse, ma adesso il suo immenso potere sembrava scomparso. C'erano sempre piú mostri in giro e quasi nessuno osava mettere piede fuori dal villaggio.
STAI LEGGENDO
L'ultimo eroe
FanfictionUn umano cresciuto nel popolo dei Kokiri sarà l'ultima speranza per il regno degli Dei. "L'ultimo eroe" è una fanficton basata sulla saga "The legend of Zelda".