La quiete prima della tempesta

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"L'unica cosa di cui dobbiamo aver paura
È la paura stessa.."

La mattina stava trascorrendo tranquilla quel giorno, l'aria era fresca, l'estate stava finendo e l'autunno iniziava a farsi sentire sempre di più ma si stava ancora bene in giardino sotto le fronde della quercia. Che albero meraviglioso, così grande e possente, con la sua corteccia così scura e ruvida, i suoi rami sono riparo per molti animali e uomini che ne sfruttano l'ombra, pensare che una grande quercia, come quella che era cresciuta nel giardino di casa di Rey, era nata da una piccola ghianda. L'aria muoveva le foglie sui rami e ogni tanto una piccola foglia cadeva lentamente in una leggera danza che accompagnava il suo lento cadere e una di esse andò a finire sul ventre di Rey.
Rey e Ben erano sdraiati su un telo che era stato messo per non sedersi direttamente sull'erba proprio ai piedi di quell'albero così maestoso, con le sue radici forti ben salde nel terreno e i suoi rami grandi che svettavano nel cielo, quasi a volerlo toccare. Ben aveva notato la piccola foglia caduta sulla pancia della sua amata, lui era appoggiato con la schiena al tronco e se ne stava seduto mentre Rey era distesa tra le sue gambe, a pancia in su, con le braccia incrociate dietro la testa che appoggiavano sul suo petto, il respiro regolare di lei gli diceva che stava riposando tranquilla. Aveva così le mani libere per potergli accarezzare i capelli che erano sciolti e ricadevano sulle sue spalle , tolse la mano dalla sua chioma e la tese verso la foglia che se ne stava appoggiata li tranquilla sul suo ventre dondolando ad ogni brezza ma, a qualche centimetro di distanza, dall'afferrare il picciolo tutto intorno a lui si fece scuro, la testa gli doveva, sentiva delle voci, ma più che voci sembravano delle urla, la confusione regnava ovunque, ansia e paura dominavano la scena ma nulla era nitido, tutto appariva opaco come coperto da un velo di polvere per non far vedere la terrificante scena che si svolgeva dietro di esso. Quando ad un tratto si trovò in mezzo ad uno scontro in un piazzale e li tutto si fece chiaro e nitido, intorno a lui macerie e buio, si vedevano uomini e donne, di ogni età, combattere con spade laser e blaster, alcuni di loro proteggevano dei bambini che piangevano disperati, altri invece combattevano fieri di fianco ad altri adulti. Più osservava la scena più si sentiva cresce l'ansia dentro di sè, non saper cosa fare o deve andare e questo lo rendeva nervoso, così decise di seguire con lo sguardo un gruppetto di persone che si stavano rifugiando nella foresta. Una volta giunti lì dentro Ben poteva notare come si stavano contando.. la conta dei sopravvissuti, vedendo nascere sui loro volti la paura di non trovare un amico o un compagno ma anche un maestro, ma soprattuto la paura di essere rimasti da soli. Come molto presto, fu chiaro a Ben, che quelle persone non erano persone normali... ma erano tutti dei Jedi e i loro padawan.. e li per Ben tutto si fece ancora buio, il suo cuore stretto in una morsa e nella testa un unico pensiero...
Sua figlia!
La visione era finita ma la sua mano ancora tesa verso la foglia tremava ancora come se stesse vivendo il momento, gli occhi sbarrati, increduli su cosa avevano appena visto. Ogni parte del corpo di Ben tremava, un tremore misto paura per la sua piccola che viveva su quel pianeta da soli tre giorni e rabbia incontrollata verso quei dannati che avevano attaccato un tempio Jedi di addestramento. Vigliacchi..ecco chi erano, solamente dei codardi potrvano sparare contro donne e bambini, anche se quelle persone adulte erano molto addestrate ad affrontare lotte e guerre i bambini si erano trovati in mezzo allo scontro impreparati, sovrastati dal terrore e dalla paura.

Rey si svegliò dal suo torpore, aveva bisogno di dormire un po' e sdraiata tra il suo Ben aveva trovato quella serenità per schiacciare un pisolino. Quanto tempo poteva essere passato? Minuti sicuro, ore ne dubitava.. quando posò gli occhi sulla mano di Ben vicina al suo ventre e notò come quella mano che dava sicurezza tremava. Allora decise di prendere quella mano tra le sue e si accorse che non solo tremava ma era anche fredda.. Così si voltò, facendo cadere la foglia sul telo, sul suo viso poteva leggere un misto di panico e rabbia. Preoccupata si girò verso di lui seduta sulle ginocchia, e gli prese il volto tra le mani.

Il principe e la mercanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora