RITRATTO (2018)

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Dov'è scritto che servano pennelli, colori o talento per fare un ritratto? Dove è scritto che io non sia in grado di donartene uno su un coriandolo di carta
usando una penna qualunque e qualche parola.
Immagino di iniziare disegnandoti gli occhi,
profondi, insicuri, padroni della tua anima.
Poi i tuoi lineamenti;
il naso, il mento, il collo, senza
dimenticare il neo che mostri
inconsapevole
ogni qual volta volgi lo sguardo verso
la tua destra.
Mancano le labbra, ma aspetto.
Disegno poi la clavicola, le spalle, le
scapole, le tue forti braccia e
ammiro come prendi forma nella mia
immaginazione.
Mancano i capelli.
Quei boccoli ribelli che si posano scompigliati sulle tue tempie e appena
sulla nuca,
non troppo corti, non troppo lunghi;
adoro osservarti mentre
inconsapevole vi ci giochi con fare
nervoso.
Ed ora le labbra.
Un sigillo,
che apri e muovi per far fuoriuscire poche e semplici parole.
Non parli tanto, non ho la tua voce fissa in testa,
riesco solo a sentirla nei sogni, mentre dici quelle sempre poche e
semplici parole
che tutti,
che io,
ho bisogno di sentire.
Ma quelle labbra Dio,
non sono in grado di dipingerle
né a parole, né a pensieri.
Tanto le bramo,
tanto sembrano un miraggio,
tanto probabilmente rimarranno tali,
tanto mi vergogno di pensare ciò.
Ecco.
Il "Ritratto" è ora sigillato dalle tue labbra.

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