Tramonto

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La via era completamente in ombra a causa di una serie di palazzi dall'altro lato della strada che toglievano almeno un'ora di luce. Fortuna che lo studio dava sulla strada dove seppur di striscio di luce ne arrivava sempre.

Ma Sanclare non si demoralizzò, era sempre così, bastavano pochi metri e avrebbe rivisto il sole per le poche ore che gli restavano.

Diede la prima spinta sul pedale e come sempre sentì la presa non essere propriamente sicura per via delle infradito, usò quindi i primi metri per trovare la posizione più confortevole. Quando venne colpito dai raggi del sole, così caldi che poteva sentire erano rossi ed arancioni, era oramai completamente a suo agio e si avviò per la strada senza sapere nemmeno lui la sua meta.

Si godette il viaggio.

Si fermò ai semafori.

Osservò indeciso i baracchini che vendevano frullati.

Voleva curiosare un po', anche se erano sempre le stesse cose.

Scese dalla bici e la portò a mano per osservare alcune vetrine.

Arrivato davanti ad una si soffermò per godersi la temperatura mite dell'ombra ed una vampata di odore di sudore gli fece arricciare il naso. Si bloccò sul posto chiedendosi se fosse lui.

Gesù, non si era messo il deodorante prima di uscire?!

La bici quasi rischiò di cadergli, la prese al volo e con una mossa nella sua testa fluida, ma non per la coppia di pensionati che passavano, si odorò l'ascella. Salvo! Emanava un odore non ben definibile di deodorante. Non era lui. Però doveva stare attento, quel giorno la temperatura si sarebbe alzata nella notte.

Inforcò nuovamente la bici e decise di andare alla spiaggia, un po' scontato ma era giovedì quindi avrebbe potuto fare una bella passeggiata senza essere disturbato o per lo meno senza ci fosse troppa calca.

Continuò a curiosare e si fermò solo un'altra volta quando un pezzo di marciapiede era stato trasformato in mercatino a cielo aperto. Vi passò solo attraverso con poco interesse, era solo di roba usata. A lui piacevano quelli in cui giovani artigiani o piccole realtà vendevano i loro prodotti.

Certo poteva cercarli anche su internet in uno di quei mille siti ma vedere gli oggetti dal vivo, scambiare due parole con le persone che li avevano creati aveva tutto un altro gusto e atmosfera.

Salì in sella ancora sul marciapiede e quando il semaforo divenne verde con attenzione si immise nel pigro traffico del tardo pomeriggio già tendente alla sera.

Il sole caldo gli accarezzava la faccia ad intervalli regolari, il vento caldo diventava sempre più gradevole mentre il mare si avvicinava ed in giro vedeva immagini quotidiane di una semplicità affascinante.

I ragazzi che scherzavano in attesa di attraversare, uomini che si slacciavano la cravatta dopo una afosa giornata di lavoro, donne che tornavano a casa con buste troppo pesanti (spesso accompagnate da visi per nulla allegri) o che cercavano di tenere a bada dei figli troppo intraprendenti. Anziani che si godevano le lunghe giornate passeggiando o seduti sulle panchine a gustare degli enormi gelati freschi e pronti a sciogliersi in pochi istanti. Ragazze giovani che forse andavano in giro un po' troppo scoperte ma che mostravano una forte sicurezza. Bambini che tornavano da qualche avventura pomeridiana troppo breve per i loro gusti, ma la scuola non era ancora finita e la sera si doveva tornare a casa seguendo il coprifuoco lavorativo. E così via.

Gli passarono davanti agli occhi così tante persone che quando finalmente la linea ondulata ma regolare della spiaggia rossastra apparve davanti al suo campo visivo si trovò spaesato.

L'ultima notte, la prima albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora