Quando arrivò presso strade familiari Sanclare sentì un po' di tensione salire, era vicino a casa e la sua nottata brava, per uno oltre la quarantina per lo meno, era giunta al termine. Planò per delle vie secondarie ed incrociò i lavoratori che uscivano per i primi turni della mattina.
Anche se quindi la realtà stava lentamente riprendendo possesso della città dopo la notte le strade mantenevano ancora una lieve atmosfera sognante. Il sole scaldava ma c'era anche quel fresco piacevole che rende le mattine estive uniche. Arrivato ad uno stop si sporse e scrutò in lontananza casa sua, o per lo meno la struttura dove erano incastrati i suoi pochi metri quadrati di proprietà.
Diede l'ultima pedalata, si immise nel traffico pigro ed in meno di un minuto lasciava andare i pedali e si faceva trasportare dall'inerzia verso la sua destinazione.
Legò la bici al solito posto e con la sua busta si avviò verso casa. Controllò la posta anche se sapeva non avrebbe trovato nulla, percorse la scala che lo portava al suo piano di buon passo e se arrivato davanti a casa si immaginò di aprire la porta con fare quasi solenne, pronto a rifinire la bozza con le ultime correzioni.
Invece inserì la chiave, aprì in fretta e si infilò dentro casa in pochi secondi.
Posò il sacchetto sul tavolo e sospirò, era a casa. Al sicuro.
Andò ad aprire la finestra della cucina. La casa era fresca e silenziosa.
Sanclare si accinse ad accendere la televisione ma mancavano poco meno di due ore al telegiornale e soprattutto a lui interessavano più i commenti. Li avrebbe lasciati maturare e letti solo a metà mattina. Sicuramente qualcuno tra amici e colleghi si sarebbe fatto sentire prima ma li avrebbe ignorati.
Ancora vestito andò nello studio, accese il computer ed andò nella pagina della bozza pronta alla pubblicazione.
Lesse e rilesse il titolo.
Sì, era troppo blando.
Cercò di stimolare la sua mente perché tirasse fuori almeno una decina di titoli di getto, giusto per avere del materiale su cui lavorare.
Se ne appuntò tre, cambiò un po' il verso, cercò alcuni sinonimi ed alla fine anche se forse un po' troppo lungo per attirare l'attenzione dei lettori occasionali lo scrisse nell'apposita barra. Era sicuro sarebbe andato bene. Il resto lo avrebbero fatto le condivisioni ed il passaparola.
Schiacciò il pulsante salva, controllò l'orario programmato e si allontanò dalla scrivania con così tanta foga da finire con la sedia contro lo scaffale.
Si alzò e chiuse la porta della studio dietro di sé.
Basta.
Era fatta.
Tolse la maglietta e la gettò in terra, in camera buttò le infradito in giro e prese dei vestiti puliti da casa, ora la doccia era diventata la sua nuova priorità. Il fresco era diventato caldo e sentiva di essere inseguito da un odore di sudore selvaggio. Doccia. Solo una doccia poteva aiutarlo.
Prima però prese posto sul water, recuperò una rivista che iniziò a sfogliare e quando cagò acqua in un unico getto velocissimo alzò lo sguardo ed osservò con stupore il suo riflesso confuso sulla piastrelle. Era confuso per via di cosa aveva appena espulso ma anche per il fatto che stava bene. Veramente. Stava bene.
Tutti i fastidi che lo avevano accompagnato nel corso della notte erano spariti. Chiuse la rivista e la ripose al suo posto.
Attese qualche secondo ma quando non arrivò nessuna seconda scarica fece spallucce e raggiunse la doccia. La fece tiepida senza prendersi i suoi soliti tempi calmi e dilatati.
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L'ultima notte, la prima alba
Science FictionUn giornalista ha appena scritto il pezzo che cambierà la sua vita e di gran parte delle persone che vivono con lui in un utopico futuro prossimo. È estate, fa caldo ed il giornalista ha già messo in conto che non dormirà così decide di passare la n...