- Benvenuta nel Paese delle Meraviglie.
Disse il Coniglio Bianco.
"Strano". Pensò la ragazza. I capelli biondi e ondulati le ricadevano ordinatamente sulle sue spalle, un fiocco azzurro subito sopra l'orecchio sinistro. Indossava un vestitino turchese, semplici scarpette rose a coprire leggermente i piedi. Gli occhi celesti che ricordavano il cielo dopo una tempesta.
"Non assomiglia tanto al Coniglietto del mio libro".
Il coniglietto bianco del libro aveva una faccia carina e vivace, i movimenti pieni di vitalità e un orologio d'orato nella tasca della giacca sempre a portata di mano. Aveva coperta la pelliccia con vesti formali dai colori accesi e un papillon rosso in mezzo al collo.
Invece la creatura davanti a lei in questo momento non era che un coniglio normale come tutti gli altri, senza vestiti, senza quel papillon rosso che a lei piaceva tanto e nemmeno l'importantissimo orologio sembrava ci fosse. Non aveva tasche dentro quale custodirlo.
"Come farà se dovesse tardare anche per un solo secondo davanti il cospetto della Regina? Non rischierà forse di farsi saltare la testa?"
Aveva iniziato lei a preoccuparsi. Le venne anche l'idea di chiederglielo direttamente ma quel coniglio andava a passi così svelti che se non correva rischiava di perdersi in quel posto sconosciuto. E poi, c'era qualcosa che non era giusto in tutto ciò. Il posto, almeno quello, era tale e quale le raffigurazioni del suo libro. Fiori dai tanti petali colorati, alberi sempreverdi che si innalzavano alti nel cielo, cespugli di more e lamponi ordinati a creare dei stupendi vialetti. Le rose puramente bianche color latte, bellissime. Ma c'era ancora qualcosa che non andava per il verso corretto. Con gli occhi l'invisibile deformazione non riusciva a scorgerla, il cuore lo percepiva pienamente tuttavia il cervello non lo capiva. Il cuore non possedeva una bocca, quello che solamente poteva fare era mandare delle piccole scosse sul corpo. Il cielo sopra di loro era stata coperta da una velatura spessa e grigia di nuvole dalle dimensioni sproporzionate.
La ragazza aveva iniziato a vedersi intorno preoccupata.
"C'è decisamente qualcosa di sbagliato in questo posto." Si disse, fermando le gambe in quella specie di percorso che portava in chissà quale posto magico. La mente fino ad adesso incantata aveva ripreso a svegliarsi.
- Cosa c'è? Perché ti sei fermata?
Chiese il Coniglio, voltandosi. Sembrava cercasse difficilmente di dare un suono soave alla sua voce che soave non era.
- Dove stiamo andando?
Chiese lei, con gli occhi luccicanti che scrutavano gli occhi neri privi di profondità, come se fossero stati realizzati sul momento, senza vita.
Sembrava si fosse accorta finalmente, di quel passaggio che era solo una ripetizione di immagini, appiccicati uno contro l'altro per dare l'illusione di un percorso. Forse solo il cielo, osservandolo bene, poteva definirsi reale. Adesso, seppure fosse giorno, risplendeva una mezza luna, la sua esistenza lontana e dimenticata dai dimenticati. L'animale sembrava non si fosse accorto della presenza tanto luminosa e alquanto strana in quel cielo oscurato. E non aveva ancora risposto all'ultima domanda che gli era stato posto. Era rimasto immobile nella stessa posizione, rimanendo a cercare un qualcosa negli occhi puri e celesti di lei.
- Non è bellissima la luna?
Disse lei alzando il viso verso l'alto.
- La luna?
Ripeté l'essere, spostando finalmente lo sguardo per osservare il cielo anch'esso. La voce più profonda che si avvicinava probabilmente a quella più vera, non era un suono che doveva uscire dalla bocca di una creatura tanto piccola.
STAI LEGGENDO
Nel Paese delle Meraviglie
Bilim KurguLa Luna splendeva Rossa. Lei, essere luminoso, osservava lontano e distante il nostro mondo terreno. E certe volte rideva, sempre senza far suono, nel vedere a quante tragedie portava la stupidità umana.