Capitolo otto

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Sky/Chloe's pov

I giorni continuano a scorrere mentre cerchiamo di stabilire tra noi quattro una specie di normalità, qualcosa che possa somigliare ad una famiglia per il bene di Lauren, ma anche per il nostro.

La nostra vita è cambiata radicalmente, anche se nessuno di noi vuole ammetterlo, soprattutto io, che continuo a nascondere i sentimenti che provo nei confronti del padre di mia figlia. A volte racconto a me stessa una finta verità, fingo che ciò che sento verso Daryl, quel trasporto e quell'affetto sia legato esclusivamente alla sua paternità, al modo in cui si prende cura di nostra figlia.

Si è rivelato un padre stupefacente, ma questo particolare non mi sorprende affatto, poiché so quanto ha sempre desiderato avere un figlio, rammento che quattro anni fa era disposto a riconoscere Mike e prendersene cura, malgrado non fosse lui il padre.

In questi ultimi giorno ho pensato molto a questa nuova situazione, poiché ancora devo far fronte ai miei genitori, e non sono affatto pronta a dover affrontare i loro sguardi accusatori, iracondi e astiosi, che nasceranno sui loro visi ormai sereni quando rivelerò loro che Daryl è qui, ha conosciuto sua figlia ed è diventata tutta la sua vita.

Mi viene naturale e spontaneo sorridere pensando a padre e figlia insieme. Lauren è stregata da lui, lo cerca ad ogni ora del giorno e quando stanno insieme la loro complicità riesce a far sciogliere il mio cuore di tenerezza.

Questo pomeriggio vederò per la prima volta la nuova casa di Daryl, situata in piena città, Lauren ha fatto il diavolo a quattro per essere qui insieme a me oggi, quando ha saputo che andavo a casa del padre ha inscenato un capriccio degno di un'attrice di Hollywood.

Guido moderatamente, percorrendo l'ultima salita ripida che conduce direttamente alla casa di Daryl, osservo la mia principessa seduta dietro nel suo seggiolino, gioca tranquillamente con la sua scimmietta di pezza e non percepisce in alcun modo la salita ripida.

«Mammina siamo arrivati?» Mi domanda con un tono di voce cantilenante e annoiato.

«Dovrebbe essere quella casa lì» Replico indicandole una bifamiliare dalla facciata bianca e la porta rossa.

Qui le case sono tutte una affiancata all'altra, e i colori di esse si differenziano talmente tanto che sembra di stare dentro un arcobaleno vivente. Ma il quartiere sembra tranquillo e molto accogliente, molto diverso dal grattacielo che possedeva una volta in quel quartiere di Seattle dove la droga si vendeva meglio dell'acqua.

Parcheggio la mia auto di fronte la casa, prendo Lauren fra le mie braccia insieme al suo zainetto dei giochi e busso al suo citofono nel quale vi è anche il nome di un altro ragazzo, sicuramente il suo coinquilino.

La sua voce trasmessa da quel apparecchio mi suggerisce di salire al secondo piano del piccolo palazzo che conta solo due piani, ed è ciò che mi affretto a fare tenendo a bada l'euforia della mia piccola pulce felice.

Essendo sabato oggi non è andata all'asilo e non ha potuto vedere Daryl questa mattina. Inutile sottolineare quanto sia stata insistente e petulante l'intera mattina.

«Papà!» Esclama quasi saltando giù dalle mie braccia, malgrado stia ancora percorrendo l'ultima rampa di scale.

Daryl è appena fuori la porta e non indossa nient'altro che i suoi jeans e, mentre la sua bambina corre fra le sue braccia, io rimango immobile dinanzi a lui continuando a far sgusciare il mio sguardo un po' ovunque, in cerca di qualcosa di molto più interessante del suo corpo seminudo.

Erano anni che non ammiravo i suoi tatuaggi, li ricordo ancora tutti a memoria: il teschio sul suo petto, che altri non è che la Santa Muerte, le rose sulla mano, la scritta in greco nella quale ha inciso il nome della sorella, il tribale sul braccio destro, la croce stilizzata sulla sua schiena e la sirena verso la fine del suo fianco. Ho sempre trovato attraenti i suoi tatuaggi, gli conferiscono quell'aria da cattivo ragazzo che viene annientata quando inizia a citare i versi dei suoi autori letterari preferiti.

Revenge: LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora