Capitolo sedici

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Sky/Chloe's pov

Le lancette dell'orologio segnano le undici, sono ore che aspetto Daryl, ma da quando è andato via non ha neanche chiamato una sola volta. Sono preoccupata poiché non ho idea di dove possa trovarsi, e non riesco a togliermi dalla testa che possa essere in pericolo.

È assurdo e insensato pensare a tali catastrofi, ma una vocina dentro di me non smette mai di sussurrarmi che non devo mai abbassare troppo la guardia. C'è qualcosa di ambiguo e strano dietro quelle chiamate anonime.

Non riesco ad identificare la loro vera natura poiché non erano minacciose, malgrado ciò la mia pelle, al solo squillo del cellulare, rabbrividisce nel leggere quel numero sconosciuto.

Lauren ormai dorme da ore, è nel suo lettino rosa della sua stanza e prima di addormentarsi non ha fatto altro che domandarmi di suo padre, e ahimè le ho dovuto raccontare una menzogna, poiché neanche io so dove si trova Daryl in questo momento.

Nell'attesa provo a chiamarlo. Digito il suo numero di cellulare e aspetto pazientemente che risponda, ma ciò non accade e, dopo aver ascoltato per intero la sua segreteria telefonica, decido di non lasciargli alcun messaggio.

Tornerà presto.

Ripeto nella mia testa cercando di confortare me stessa.

Provo a distendere il mio corpo stanco sul letto, e invano cerco di addormentarmi. Ogni tentativo di dormire fallisce e, quando mi rendo conto che ormai è scattata la mezzanotte, decido di chiamare Spike, nella speranza che lui sappia dove si trova il fratello.

«Pronto? È successo qualcosa?» Spike risponde immediatamente e con eccessiva preoccupazione, la quale desta anche la mia.

«Non so dimmelo tu...Daryl non è tornato a casa» Gli spiego con agitazione, camminando freneticamente da una parte all'altra della stanza.

«Questo pomeriggio è venuto in centrale da me, ha parlato con il mio collega della sezione informatica e dopo è andato via. Io non sono rientrato a casa, sono ancora in centrale»

La risposta di Spike mi atterrisce completamente. Non so più cosa pensare, temo che gli sia successo qualcosa, non è da lui ignorare le mie chiamate e non è da lui sparire senza dire nulla.

«E se gli fosse successo qualcosa?» Chiedo titubante, terrorizzata alla sola idea.

«No, devi stare tranquilla, sarà tornato a casa e si sarà addormentato. Non devi preoccuparti»

Lo so che Spike vuole rassicurarmi, ma non può ignorare le nostre vite e quello che abbiamo vissuto, non deve dimenticare che alle spalle abbiamo un passato travagliato.

«Lascio Lauren dai miei genitori e corro a cercarlo. Se gli fosse successo qualcosa ne morirei»

Non lascio a Spike il tempo di replicare, chiudo la conversazione bruscamente cosicché non possa dissuadermi dalla mia scelta. Starmene qui ad aspettare è estenuante e logorante, ho già provato quella sensazione sulla mia pelle e ho giurato a me stessa di non riprovarla mai più.

Indosso un paio di jeans ed un top nero, i primi indumenti che ho intravisto nel mio armadio. Detesto disturbare il sonno di Lauren, ma non ho altra scelta, devo assicurarmi che il suo papà, nonché l'amore della mia vita, stia bene.

Delicatamente sollevo il corpo della mia bambina provando a non svegliarla, e per fortuna il suo sonno è pesante ragion per cui continua a dormire beatamente fra le mie braccia.

Mi affretto a raggiugere la casa dei miei genitori, che si trova a qualche isolato di distanza dalla mia abitazione. Fermandomi sulla soglia della porta mi rendo conto che non posso raccontare loro la verità, non posso dirgli che sto cercando Daryl e che potrebbe essere in pericolo.

Revenge: LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora