Capitolo ventiquattro

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Sky's pov

Sono seduta su di una sedia posta sulla veranda interna della casa, fra le mani tengo una tazza di tè, non esattamente calda poiché continuo a tenerla fra le mani senza berne neanche un sorso.

Le settimane qui a Miami scorrono più o meno velocemente e Daryl lentamente sembra cambiare ogni giorno un po' di più. Ho provato a chiedergli qual è la natura del suo turbamento ma finora non si è mai espresso al riguardo.

Si mantiene vago e finge che la situazione che stiamo vivendo non sia affatto un punto di non ritorno.

Non sono ingenua, né tanto meno stupida o sprovveduta. Non avrebbe mai trascinato via me e Lauren dalla nostra vita a San Francisco se non ci fosse qualcosa di pericoloso alle nostre spalle, devo soltanto capire chi è sulle nostre tracce.

«Sei già sveglia» Constata alle mie spalle Daryl, il quale invece si è appena svegliato.

Durante la notte non ha fatto altro che agitarsi nel sonno, continuava a blaterare ed era teso, ragion per cui questa mattina, quando ho deciso di alzarmi, ho preferito lasciarlo riposare.

«Sì, Lauren però dorme ancora, quindi cerca di fare piano» Lo avverto rivolgendogli un'occhiata fugace, per poi tornare a scrutare l'oceano di fronte a noi.

Oggi l'oceano è calmo, non vi sono onde che si scontrano con la sabbia della battigia, vi è solo una lieve spuma che incornicia quella che è una vista a dir poco sublime e rilassante.

Ho sempre amato la spiaggia ed insieme ad essa i suoi rumori, i suoi odori e la piacevole sensazione che si prova ad avere la sabbia sotto ai propri piedi.

«Sembri arrabbiata» Dice Daryl, interrompendo il silenzio che si era creato.

«Non sono arrabbiata, Daryl. Sono preoccupata» Affermo sospirando con aria stanca, poggiando la tazza che tengo fra le mani sul bracciolo della sedia, decidendo di alzarmi per poter parlare faccia a faccia con lui.

«Ho tutto sotto controllo» Ribatte con fervida convinzione, malgrado la sua reazione possa sembrare convincente riconosco che non è affatto così.

«No. Ammettilo, hai paura» Lo ammonisco incrociando le sue iridi nere, le quali sono sfuggenti.

«Perché vuoi sempre sapere tutto a qualunque costo?» Chiede retoricamente con aria frustrata, passandosi una mano sui capelli.

«Perché sono la tua fidanzata?» Gli faccio notare emettendo un lieve suono gutturale, dovuto all'esasperazione.

Da quando siamo arrivati qui non facciamo altro che discutere animatamente, per un motivo o per un altro. Siamo entrambi agitati e tesi e questo sta mettendo a dura prova il nostro rapporto. Amo Daryl, con tutta me stessa, ma l'uomo che adesso ho di fronte a me è diverso dal ragazzo di cui mi sono innamorata.

«Fatti gli affari tuoi» Mi intima bruscamente, rientrando in casa senza degnarsi di scusarsi.

Con le lacrime agli occhi ed un'accecante rabbia mescolata alla delusione che mi provoca vedere Daryl assorbito dal suo passato e dai suoi cattivi pensieri, lo rincorro, raggiungendolo all'interno della casa.

«Questi sono affari miei. Perché ho scelto di stare con te!» Gli urlo alle spalle senza destare minimamente la sua attenzione, al contrario, finge di non ascoltarmi.

«Hai scelto male allora» Mormora piano, rimanendo di spalle e immobile, ferendomi profondamente.

«Rivoglio il mio ragazzo. Rivoglio il vecchio te, questa versione di te la odio!»

Revenge: LegamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora