CAPITOLO 15

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Entrai in casa.

Fortunatamente non c'era nessuno o avrebbero visto il lividi che avevo sul polso destro visto che, bagnando la felpa, un po' d'acqua era scivolata sul mio polso togliendo il trucco.

Andai in camera mia e provai a rimettermelo da sola ma, non essendo mancina non riuscivo nell'impresa.

Andai così in camera di Aly per chiederle una mano.

Lei era stesa sul letto a leggere un giornalino di moda e appena mi vide trasalì e si alzò subito in piedi venendomi incontro.

"Meggy, ti sei resa conto di che ore sono?!"

Effettivamente non lo sapevo, avevo il telefono in borsa e non lo avevo toccato da quella mattina.

"Ti rispondo io: le 19:40, sono due ore che sei a scuola! Ti è andata bene che i miei stanno facendo tardi dal lavoro e che non ti hanno vista tornare. Ti ho chiamata 3 volte!"

"Scusa Aly, ma mi sono addormentata..."

"Addormentata?! E ti è anche andato via tutto il trucco dal polso!"

"E' per questo che sono venuta, devi rendermi ancora invisibili i lividi."

"Va bene ma devi dirmi cos'è successo con Dylan"

Mi misi seduta sul letto, Aly andò a prendere i trucchi e si accomodò di fronte a me, mi prese il polso e mi chiese "Quindi? Cos'è successo?"

"Allora..."

Flashback

Eravamo seduti sull'erba.

Io con la testa bassa a bagnargli la mano che non accennava a diventare meno rossa, lui invece, davanti a me con le spalle al muro, che mi osservava.

Ad un certo punto mi prese la mano con cui tenevo la felpa e me la baciò.

Io ero sorpresa, non sapevo come reagire a quel gesto del tutto inaspettato, così lo lasciai fare.

"Grazie Meg" e mi lasciò la mano.

Delicatamente presi la felpa che era caduta e la strizzai, poi la distesi e avvolsi una manica intorno alla mano di Dylan.

Mi alzai in piedi "la felpa me la ridarai, adesso torna a casa e metti del ghiaccio sulla mano. Quanto l'hai menato forte per farti diventare le nocche così?!"

"Sisi, certo mamma" disse Dylan ridendo.

Mi misi a  ridere anche io.

"Io ora vado, o mia cugina si preoccuperà, ciao Dyl" e lo salutai con la mano, che poi lasciai cadere lungo il mio fianco.

Non feci in tempo a fare un passo che mi ritrovai nuovamente seduta sull'erba con la schiena appoggiata al petto di Dylan che mi cinse la vita con le braccia per non farmi andare.

"Dai, rimani ancora un po'. Guarda che tramonto fantastico davanti a noi!"

Effettivamente aveva ragione, il sole stava tramontando e in lontananza potevamo ammirare il campo di atletica tinto di un arancione misto al rosso e al giallo dei raggi del sole.

Certo, un campo di atletica non era il panorama più bello del mondo, ma non era per niente male.

A rendere il tutto più bello c'era Dylan che, nonostante avessi smesso di cercare di liberarmi dalla sua presa già da un po', non scioglieva quell'abbraccio.

"Va bene, ma solo 10 minuti" gli dissi.

"Me li farò bastare" rispose lui sorridendo.

Mi misi quindi comoda appoggiando la schiena al petto di Dylan e la testa nell'incavo del suo collo.

LOST IN YOUR SMILE ||DYLAN O'BRIEN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora