1 ora e 17 minuti di volo, voglio solo sprofondare. Fin da piccola ho odiato gli aerei, forse perchè vedevo troppi film horror inerenti ad incidenti aerei e robe del genere.
"Siete pregati di allacciarvi le cinture di sicurezza.." Dice la voce metallica che rimbomba nelle mie orecchie.
Mi preparo mentalmente al volo e, alla nuova vita che sto per intraprendere e, chiudo gli occhi sprofondando improvvisamente in un sonno profondo.
-
"Hailey svegliati, stiamo per atterrare, prepara le tue cose" Mi sveglia mia mamma scrollandomi leggermente per le spalle.
Sbuffo e apro gli occhi.
La mia attenzione viene attirata fin da subito da Los Angeles vista dall'alto, che di conseguenza, mi fa rimanere a bocca aperta: è bellissima.
Riscuotendomi dall'entusiasmo è la solita voce metallica, la quale ci annuncia di stare seduti perchè siamo pronti all'atterraggio.
Appena l'aereo tocca terra tutti applaudono e io non ne capisco ancora il senso.
"Mamma" la richiamo.
"Dimmi tesoro"
"Sarà grande la casa?"
"Ti piacerà"
"Lo spero.." dico quasi in un sussurro.
Spero non sia un buco come quella in cui vivevamo prima..
Scendiamo dall'aereo e andiamo a recuperare le valigie, ci dirigiamo verso la macchina, che abbiamo fatto trasportare da San Francisco e, ci dirigiamo verso la nuova casa.
"È un quartiere sicuro e tranquillo, ti piacerà" dice lei mentre non distoglie lo sguardo dalla strada.
Guardo fuori dal finestrino e noto con serenità l'atmosfera allegra e spensierata che infondono i ragazzi qui a Los Angeles, in confronto ai ragazzi di San Francisco.
Spero di essere spensierata e felice come loro un giorno.
Appoggio la fronte al finestrino, aspettando di arrivare a casa.
—
"Siamo arrivate" annuncia mia madre scendendo dalla macchina sorridente.
Scendo anche io e noto con grande piacere quanto è bella e grande la casa da fuori.
Rimango letteralmente a bocca aperta e mia madre, mi affianca, chiudendomela "Dovresti vederla dentro, soddisfa tutte le nostre richieste"
Prendo le valigie ed entro dentro. Mi guardo attorno tutta contenta e salgo le scale per andare a vedere la mia stanza.
È spaziosa e luminosa, vedo degli scaffali, un armadio e il letto ad una piazza e mezza.
La adoro.
"MAMMA TU MI VUOI MORTA!" Dico incredula girando per alla camera.
"Ti piace?" Mi chiede appoggiandosi allo stipite della porta
"SE MI PIACE? SCHERZI? È MAGNIFICA!"
"Mi fa piacere, vado a sistemare le cose e tra una settimana inizi scuola come tutti gli altri ragazzi della tua età!"
"Lo so mamma" dico.
—
Finito di sistemare la mia stanza scendo ad aiutare mamma a cucinare.
"Ah, niente passeggiate notturne" mi ordina mia mamma.
"Mamma.. lo sai che ne ho bisogno, insomma per riflettere! È da 5 anni che quasi ogni sera esco per prendere una boccata d'aria!"
"Ma non conosci ancora la zona e poi potresti perderti!"
"Non mi perderò, promesso. Poi ho il senso dell'orientamento che non fa' cosi schifo"
"Lo spero, ma entro le 22:30 devi essere a casa, sennò ti dovrò mettere in punizione."
"Sì signora!"
Guardo l'orologio e segna le 20:28, perfetto. Mi affretto a finire la cena e pulisco velocemente i piatti per uscire prima.
Mi vesto mettendomi dei leggins, una felpa nera e delle vans, prendo il telefono e urlo "Mamma esco!"
"Non fare tardi, ricorda che hai il coprifuoco alle 22:30!!" Strilla dal salotto.
Mi fermo per un attimo nel vialetto di casa per decidere se prendere la strada a sinistra o a destra.
Rifletto ancora un po' e alla fine decido di prendere quella a destra.
Cammino sotto lo sguardo delle stelle, riflettendo a quanto cambierà la mia vita a Los Angeles e sorrido al pensiero di non ritrovarmi più in quella scuola infernale.
I miei pensieri vengono interrotti da una voce maschile, proveniente da dietro di me
"Sei tu la nuova vicina?"
Rifletto se rispondere o meno e decido di andarmene avanti per i fatti miei, mia mamma mi ha insegnato a non parlare con gli sconosciuti.
Dovrebbe essere fiera di me.
"Si okay sei tu"
Mi fermo, mi giro e lo guardo.
Non è niente male: è alto, ha i capelli castani così come gli occhi. Dalla maglietta bianca che indossa, riesco ad intravedere i suoi muscoli che guizzano sotto il suo respiro regolare.
E che dire del sorriso.. ti rapisce.
"Piacere Caleb, Caleb Barclay"
"Ciao Caleb, Caleb Barclay" dico imitandolo, per poi ritornare alla mia passeggiata notturna, ma facendo fatica a distogliere lo sguardo da lui.
"Potresti anche fermarti per socializzare e magari dirmi anche il tuo nome" Ridacchia seguendomi.
"Scusa" dico, mentre una folata di vento, scostandomi i capelli dal collo, mi fa' rabbrividire leggermente.
"Mi chiamo Hailey King"
"Bel nome, Hailey"
"Grazie"
"In che liceo andrai?"
"Alla Crenshaw High School, e tu tipo strano che mi parla?"
"Pure io! Che coincidenza. Poi sarei io il tipo strano se fino a poco fa eri tu quella che non voleva nemmeno dirmi il suo nome"
"Stalker" dico abbozzando un sorriso.
Il sorriso viene ricambiato e per poco non svengo.
Guardo l'orologio e vedo che sono le 22, devo rientrare.
"Beh si è fatto tardi, io vado buonanotte Stalker"
"Notte Hailey"
Prima di rientrare a casa sento Caleb richiamarmi "Hailey! Il tuo numero?"
Lo guardo stranita "Così presto?"
"Beh', mi sembrava carino iniziare a parlare" Si gratta la testa con fare imbarazzato.
Sorrido e gli urlo "Vieni a chiedermelo domani, tanto sai dove abito, stalker"
Sorrido ed entro dentro.
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FALLING ALL IN YOU
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