Devo calmarmi. Convincermi che la mia figuraccia è insignificante.
Tutto per uno stupido cane.
Insomma Giorgio è un cretino e per quanto riguarda il resto della squadra avranno pensieri più importanti di una ragazza che per caso butta un occhio nello spogliatoio e subito dopo arrossisce e scappa.
Giusto no?Se fossi rimasta a casa tutto questo non sarebbe successo. Non ho ottenuto niente venendo qua.
ELIA -Caldo oggi eh?- fa spuntando dall'angolo da cui sono arrivata poco fa.
Prendo fiato.
IO -Come hai fatto a trovarmi?-
ELIA -Istinto e ho gironzolato un po'.-
IO -Com'è finita?-
ELIA -L'ho lasciato andare.-
Che spavaldo.
Non vedo cos'altro avrebbe potuto fare.IO -I tuoi compagni hanno detto qualcosa? So che è una domanda strana.-
ELIA -Solo che Giorgio dovrebbe abbassare la cresta, beh almeno secondo quelli che non stanno dalla sua parte diciamo. Immaginavo mi avresti posto questa strana domanda.-
IO -Dico su di me, su di me hanno detto qualcosa?-
ELIA -Hanno chiesto chi eri, tutto qui.-
Accidenti.
IO -E che gli hai detto?-
ELIA -Ho pensato fosse meglio fingere di non conoscerti.-
Meno male.
Annuisco.ELIA -Dovremo inventarci qualcos'altro.-
Chi se ne importa di un cane.
Basta.ELIA -Tutto bene? Stai tremando.-
Ma perché il mio corpo deve fare di testa sua?
IO -Ho bisogno di una cosa.-
ELIA -Dica.-
IO -Voglio tornare nella mia stanza rimanerci.-
Lui sbianca.
ELIA -Beh prima o poi dovrai andare in bagno.- ironizza.
Non può andare avanti così.
IO -Vieni in macchina con me e mamma, convincila a non fare domande. Riprenditi la pianta, non che non abbia apprezzato ma la farei seccare. Se riesci a recuperare Yasha portalo in un canile. E poi non mi cercare più.-
Devo ripristinare l'armonia iniziale, è l'unico modo per uscire da tutto questo.
ELIA -Emily che stai dicendo?-
IO -Meglio così.-
ELIA -Pensavo fossi felice quando stavo con te.-
Oh sì, è vero. Ma il punto è che io non sono fatta per questa società e lui perde solo tempo appresso a una come me.
IO -Volevo vedere se succedeva qualcosa, fingevo. Mi dispiace...-
Mi dispiace mentirgli ma è l'unico modo per farla corta.
Il suo volto si declina in un'espressione di desolazione.
ELIA -Ho capito. Va bene. Andiamo da tua madre dai, prima partiamo prima arriviamo.-
Mi alzo e lo seguo.
Non dice nulla. Meglio così.Trovata mia madre insiste perché non mi chieda niente.
Lei rispetta la mia volontà ma si vede che è preoccupata.
Mentre torniamo a casa in macchina non vola una mosca. Elia sul sedile posteriore non stacca gli occhi dal suo cellulare. È proprio vero che chiudersi nella tecnologia è una conseguenza non una causa.Arriviamo.
Mi chiudo nella mia stanza. Avevo lasciato la finestra aperta. Mi affretto a serrare persiane e vetri. Mi sdraio e apro uno stupido gioco sul telefono per distrarmi.
Dopo poco sento voci nel corridoio.ELIA -Allora la porto via.-
MAMMA -Sì sì, ti ringrazio ma non ho il pollice verde, mi dispiacerebbe sciuparla.-
ELIA -Me la saluti lei.
Mia madre sussurra qualcosa di indecifrabile.
ELIA -No, non lo so. Ci parli lei se ci riesce. La ringrazio di tutto, alla prossima.-
La porta si chiude sonoramente.
Sento i passi davanti la porta.
MAMMA -Tesoro, quando vuoi parlarne io sono qui.-
Non rispondo.
Ora farò una bella dormita. Tanto per perdere la cognizione del tempo. E poi si ricomincia. Anime, manga, videogame, film, libri, scarabocchi e da capo... Tornerò a non interessarmi più di nulla e andrà tutto bene.
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Ecco, ora ci risiamo depressi...
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(Ri)uscire al giorno. Storia di una hikikomori
Roman pour AdolescentsEmily non sa da quanto tempo non esce dalla sua camera, non sa neppure se è giorno o notte. Poi arriva Elia, che si impegna nel sociale per svolgere le ore di alternanza scuola-lavoro. Riuscirà a tirarla fuori da lì o peggiorerà solo la situazione...