Remembers[Revisionato]

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Uscii dalla struttura, e solo allora mi accorsi di quanto effettivamente fosse bella la radura (certo, se tralasciamo il fatto che si trattava pur sempre di una 'prigione').
Mi guardai attorno, con l'adrenalina a mille, non ricordai di essere mai stata così tanto emozionata per qualcosa in vita mia...
Amavo tutto di quel posto perchè in qualche modo (ok, lo so che sembra strano ma lo giuro credetemi), mi faceva sentire,...come protetta?
Non solo mi piaceva il contrasto che l'edera fitta e resistente creava contro le grosse pareti del brutto e monotono labirinto, ma amavo anche il modo in cui i radurai avevano sfruttato lo spazio della radura stessa, adibentola a tutte le loro esigenze.
L'intero spazio era suddiviso con estrema precisione, infatti si potevano trovare aree diverse usate in base allo scopo: c'erano delle zone ricche di campi coltivati, altre in cui si trovavano i dormitori ed altre ancora, in cui si vedevano delle strane strutture incavate sotto terra e circondate da recinzioni in legno, chiamate gattabuie, in cui venivano rinchiusi i radurai che non rispettavano le regole.

Fu solo quando mi voltai verso il casolare dei medicali da cui ero appena uscita, che vidi un ragazzo appoggiato ad una parete, con lo sguardo fisso su di me e le braccia conserte. Mi ci volle solo qualche secondo per capire di chi si trattasse ed ebbi un tuffo al cuore, ma non misi di guardarlo nemmeno per un attimo: era alto e moro, con le guance leggermente sporche di terra, la fronte lucida per via del sudore e il viso corrucciato. Staccai leggermente gli occhi dal suo volto, per poi notare con mio grande stupore che la sua maglia color grigio topo, era letteralmente incollata al suo petto fasciando alla perfezione i suoi addominali scolpiti e contratti.

Non appena lo vidi, iniziai ad agitarmi e ad arrossire in maniera decisamente esagerata, tanto che Thomas lo notò. Dopo poco, infatti, il moro iniziò ad avvicinarsi a me e questo mi sorprese a tal punto che il mio cuore accelerò e non smise più di martellarmi nel petto, mentre i miei occhi si gonfiarono minacciandomi di farmi piangere, così cercai di calmarmi provocandomi però, un grosso nodo alla gola.

Non potei fare altro che ripensare ai bei momenti passati insieme, crollai a terra disperata e mi coprii il viso, per non farmi vedere debole ai suoi occhi...non mi è mai piaciuto piangere in pubblico, per questo non ero mai riuscita a sfogare del tutto la mia tristezza.

Tutto ciò che successe dopo, accadde in un baleno: il moro arrivò accanto a me e, posandomi la sua mano calda sulla spalla, mi parlò dicendo:

-Hey pive...tutto ok?-

PIVE...

Tutto il mio mondo crollò in pochi secondi, dopo averlo sentito che mi chiamava in quel modo...segno che effettivamente non ricordava nulla di noi, e questo mi spezzò il cuore.

<Ah, ma fottiti un po'...io mi chiamo Meghan e non PIVE, ok?> dissi acida specificando bene la parola pive, poi incrociammo lo sguardo e, notando un bagliore nei suoi occhi nocciola, mi sentii in colpa per la risposta.
Ma quel che avevo fatto, non potevo cambiarlo così, imbarazzata e dispiaciuta, scattai in piedi mentre lui era ancora a terra e corsi...corsi velocemente, tra singhiozzi e lacrime che ormai erano scese copiosamente dai miei occhi.

La destinazione?

La zona della foresta in cui gli alberi si facevano più fitti che mai.

Il Labirinto Della W.I.C.K.E.D\\TMR FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora