Me lo avevano portato via...
Quella credo sia stata la cosa che mi ha più distrutto, infatti senza di lui li con me, la mia vita era tornata alla sua solita monotonia.
In seguito al suo trasferimento, mi declassarono, costringendo a ricominciare il primo vero lavoro che avevo svolto per la W.I.C.K.E.D:
Programmatrice di test (se così si può dire).*Così la mia vita era andata a farsi fottere... Non che prima fosse altrettanto bella sia chiaro, però la preferivo a questo schifo.*
Ero tornata nuovamente alla solita e vecchia routine, 14 ore al computer per fare dei test sui radura, ovvero i ragazzi che avevamo rinchiuso in quella grossa ed inespugnabile struttura.
L'unica cosa che mi rimase da fare, in quella bellissima vita di merda...fu guardarlo...guardare Thomas da lontano, attraverso uno stupido schermo, con la sola soddisfazione nel fatto che si fosse ambientato subito bene.
Cercai invano di dimostrarmi distaccata e totalmente indifferente nei suoi confronti o nei confronti di tutti gli altri, ma quella situazione era troppo per me, d'altronde lo sarebbe stato per tutti, credo.
Mi sentivo male già solo nel vederlo distrutto, spaesato e impaurito, e l'unica cosa che mi faceva tranquillizzare era il fatto che lui nonostante la paura, avesse comunque la forza per affrontare qualsiasi cosa.
Quello che più mi distruggeva però, non era il fatto che non fosse più lì con me, ma che gli avevessero rimosso la memoria e che ricordasse solo il suo nome. Aveva dimenticato tutto, persino il mio nome, persino i nostri lunghi abbracci o i nostri sorrisi. Non ricordava più nulla ormai.
No... non potevo proprio sopportarlo, anche perché non avrei potuto fare più nulla per farlo tornare da me.
Potevo solo stare ad osservarlo dal computer mentre, testardo come era, si immischiava negli affari di Alby e Newt.Così una mattina mi alzai dal letto presto, dopo aver sognato il mio ragazzo e presi una decisione che avrebbe cambiato la mia vita in positivo o in negativo: avrei raggiunto i radurai e li avrei aiutati ad uscire da quel posto e nel frattempo avrei trovato un modo per far riacquistare a Thomas, i propri ricordi.
Si trattò di una decisione presa in maniera del tutto impulsiva, pensata così, su due piedi, senza pensarci troppo, ma alla fine lo feci comunque.Così mi ritrovai nel mio 'studio' (se così si può dire), feci passare qualche oretta per cercare di non destare troppi sospetti e nel frattempo mi misi ad osservare con precisione, il labirinto cercando di memorizzare più in fretta possibile, il maggior numero di informazioni a proposito.
*Si lo so, sembra strano che avendolo creato io, non sapessi come funzionasse il labirinto ma, che ci posso fare io, ripeto... Non sono mica un architetto?*
Poi passate le 16, bevvi un ultimo sorso di fumante caffè e mi alzai con estrema calma, per non attirare l'attenzione.
Sentii il mio cuore battere all'impazzata e dovetti riuscire a calmarmi e a restare impassibile prendendo un respiro profondo.
Infine, mi dirigeressi verso la porta alla mia destra, che si apriva su lunghi corridoi bianchi, illuminati qua e là da alcuni neon, alcuni funzionanti ed altri quasi del tutto fulminati, che lampeggiavano a tratti, dando vita alla tipica atmosfera da film horror, per non parlare poi del fastidioso ronzio provocato da essi, segno che prima o poi avrebbero smesso di funzionare del tutto.Passati 10 minuti, stavo ancora percorrendo quel maledettissimo corridoio, che sembrava infinito, così iniziai a correre per velocizzare la mia disperata fuga.
Qualche secondo dopo, raggiunsi una grossa porta di vetro pulita e priva di aloni o macchie, che riuscii ad aprire senza alcun problema, con la mia personale scheda magnetica.
Non appena fui dentro, ruppi quel dispositivo dall'interno, che provocò delle piccole scintille e del fumo, così che gli altri non potessero più aprirla e cercare di fermarmi.Scrutai gli innumerevoli scaffali di metallo che si trovavano attaccati alle pareti laterali della stanza e trovai ciò che mi serviva, in una delle tante mensole ormai in parte arrugginite.
Infilai in tasca due delle fiale contenenti un liquido blu, trovate appunto sulla mensola più nascosta.
Queste piccole siringhe, contenevano del siero abbastanza denso molto particolare e soprattutto, molto raro da trovare: il dolosiero.
Avento trovato ciò che mi serviva quindi, mi volta verso quello che era l'ascensore usato dai miei superiori, per mandare i ragazzi nella radura.
Premetti e ruppi con una forte gomitata, il pulsante che azionava la 'scatola', per poi scattare al suo interno.
Ebbi giusto il tempo di chiudermi dentro, che un rumorosissimo allarme risuonò in tutta la stanza, segno che la scatola stava per partire, così resi un respiro profondo ma nel mentre, la scatola si scagliò a tutta velocità verso l'alto facendomi capovolgere lo stomaco e gli scossoni improvvisi mi fecero salire più volte conati di vomito.
Mi chinai a terra mentre guardavo in basso...solo in quel momento mi resi conto di soffrire di vertigini.
Iniziai a respirare a fatica mentre sentivo il mio cuore accelerare pericolosamente martellandomi nel petto, minacciando di uscire fuori dal mio corpo, provai ad urlare ma dalla mia bocca non uscì altro che aria... Attacco di panico.Spostai il pensiero sul fatto che probabilmente ogni ragazzo si sentisse allo stesso modo, prima di arrivare a destinazione, senza contare che poi non ricordava nulla...mi sentii pian piano, sempre più colpevole, per ciò che avevo osato fare a tutti loro.
Il mio respiro si fece ancora più pesante ogni secondo che passava tanto che iniziò a girarmi la testa. Di sicuro il pensiero negativo non stava aiutando affatto.
Aspetta Meghan resta lucida. Ora calmati e mi raccomando concentrati sulla tua missione!
Presi profonde e lunghe boccate d'aria e dopo un tempo che sembrava non finire mai, riuscii a calmarmi.
Allora mi sedetti in un angolino buio, accasciandomi a terra fingendo di essere svenuta, proprio mentre l'ascensore arrivò a fine corsa, tra scossoni continui.
E poi tutto si fermò d'un tratto, così come il rumore che pareva interminabile.
Dopo qualche secondo udii un cigolio, che indicò che la grata di sicurezza che si trovava sopra di me si stava aprendo facendo filtrare la luce del sole all'interno dell'ascensore. Successivamente un tonfo sordo, mi permise di capire che un ragazzo era sceso e si stava avvicinando a me."È... Una ragazza?!"
Ci fu un vociare confuso provenire dalla radura e decidi di aprire lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco la situazione e cercando di capire chi fosse il ragazzo che mi stava osservando con un'espressione confusa stampata in viso.
"La porto da Jeff e Clint ragazzi"
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Il Labirinto Della W.I.C.K.E.D\\TMR FANFICTION
FanficDal capitolo 6 -Io...te lo sto dicendo perchè mi fido di te, ti ho conosciuto in passato e so come sei. Sono fuggita dai creatori per aiutarvi ad uscire perchè il senso di colpa mi stava letteralmente distruggendo. Thomas...io so tutto di tutto sul...