-Dai Meghan, più veloce- urlò il moro incitandomi a velocizzare il passo.
"Si eccomi Thomas" spinsi i miei muscoli al massino sentendo un forte dolore nella zona bassa del petto, verso la milza, ciò indicava che il mio fisico non era abituato a dei grossi sforzi.
Cercai di non badarci e accelerai ancora ed ancora, mentre allo stesso tempo mi abbassavo o saltavo cercando di schivare gli aghi del dolente che si stava scagliano su di me con una ferocia inaudita e che stava guadagnando terreno arrivandomi alle calcagna.*Non mollare ci sei quasi*
Si, esatto eravamo quasi arrivati all'uscita, giusto un'altra curva a destra, un altro lungo corridoio buio e saremmo arrivati a fine corsa. Svoltammo rallentando un po' riuscendo a sfuggire appena in tempo, ad un altro attacco della bestia dietro di noi, che stavolta aveva mirato alla mia testa.
Tirai un sospiro di sollievo nel vedere che dopo quel tentativo fallito di attaccarmi, il Dolente girò su se stesso e se ne andò lasciandoci del tempo per riprendere fiato.
Mi piegai sulle ginocchia per allungare i muscoli ormai stremati dalla corsa, respirai profondamente costringendo i miei polmoni a riempirsi fino all'orlo mentre goccioline di sudore scorrevano imperterrite, lungo il viso cadendo poi sul colletto della maglia ormai appiccicata addosso al mio petto.
Così mi sedetti un istante stando sempre all'erta, per riuscire a scorgere eventuali rumori provocati dai dolenti che stavano tornando per noi, ma invece scorsi degli altri rumori vicini, provocati dalle scarpe dei radurai che, ormai stremati, sbattevano i piedi sul pavimento liscio del labirinto, per poi udire nettamente una voce autorevole, probabilmente quella di Minho, che incitava gli altri ragazzi a sbrigarsi.-Minho, siamo qui-
<Thomas, Meghan...? Grazie al cielo siete vivi forza vi stiamo aspettando>
Fu solo allora che li vidi, tutti i ragazzi fermi davanti ad un muro sigillato da quella che sembrava una porta metallica rotonda.
Così, ripensai alle parole di Ava:
~...arrivati a quel punto credo non siano tanto intelligenti da pensare che l'ordine con cui si aprono le sezioni durante la settimana, sia il codice per uscire, e nel caso lo capiscano, saranno troppo stanchi e i nostri dolenti li pungeranno, uno ad uno.~Le sue parole rimbombavano nella mia mente creando un forte eco che pensai avrebbero addirittura sentito gli altri ragazzi
Mi voltai verso Thomas, notando con mia sorpresa che anche lui era fermo, e aveva assunto un' espressione incredula.
Sembrava davvero che avesse sentito i miei pensieri.
Ci guardammo dritti negli occhi e capii subito che anche lui aveva ricordato le stesse parole, quindi dopo esserci scambiati un sorrisino complice, ci dirigemmo da Minho, che nel frattempo cercava di aprire la porta, invano.Scorgemmo da lontano la sagoma del piccolo e grassoccio ometto che affiancava il velocista.
<No, non so quale sia questo caspio di codice ad 8 cifre> sembrava quasi rimproverare il piccolo Chuck.
-L'ordine delle sezioni Minho, forza!- disse imperativo il moro, essendo ancora lontano.
<Ma come fai a sape...> la frase sfumò nel silenzio quando ognuno di noi avvertì lo stridio delle ruote arruginite e bavose del Dolente questa volta seguito da molti altri che, vedendoci, scattarono alla carica con gli aghi rivolti verso le nostre teste.
"Li distraggo io, voi scrivete il codice, non abbiamo tempo per le spiegazioni" affermai con sicurezza ed afferrai una lunga lancia di legno di uno dei ragazzi, per poi puntarla verso una bestia.
Così facendo, fui seguita altri radurai che vennero in mio soccorso, tra cui c'era anche Thomas e cercammo in tutti i modi di respingere l'attacco di quelle creature orripilanti.
Qualche ragazzo fu scaraventato contro le pareti, senza pietà ma comunque ce la cavammo abbastanza bene, dando a Minho il tempo necessario per comporre la sequenza.Appena in tempo per l'arrivo di un'altra orda di dolenti, Minho completo la combinazione e la porta si apri con un click permettendo a tutti noi di metterci in salvo percorrendo un lungo corridietto stretto e basso, privo di illuminazione.
Infine raggiungemmo una porta con su un cartello che indicava l'uscita.
Un senso di felicità mi fece illuminare il viso ma appena la aprimmo, vedemmo qualcosa di sconvolgente.
Ci trovavamo nel laboratorio della W.I.C.K.E.D, che però era stato raso al suolo, e tutti i cadaveri degli scienziati erano riversi a terra in grosse e puzzolenti pozze di sangue secco.
La vista di quei corpi perforati, sanguinanti e in decomposizione, mi fece rigirare lo stomaco facendomi salire la nausea, che cercai di ricacciare indietro.
Questa sensazione però fu affievolita da un senso di soddisfazione, che mi colpì non appena vidi il corpo di Ava Paige, non che direttrice della W.I.C.K.E.D., accasciato a terra con gli occhi spalancati, il viso corrucciato in un'espressione di terrore e un foro di proiettile che le bucava la testa da parte a parte.*Hai avuto ciò che ti meriti puttana*
Così calciai il suo corpo senza pietà, nonostante fosse senza vita, con le lacrime che rigavano le mie guance.
D'un tratto la vista mi si appannò e mi ritrovai in ginocchio, mentre Thomas mi trascinava di peso, fuori dal laboratorio.
Tutta la paura e la rabbia che avevo provato per tutti gli anni passati li dentro a sgobbare per lei, fino poco prima, si era trasformata in lacrime... Un pianto liberatorio.Riuscii con molta fatica a rimettermi in piedi, con l'aiuto di Minho e Thomas, solcammo la soglia della porta di emergenza e ci fiondammo fuori, ritrovandoci all'esterno della struttura.
Fummo travolti da un forte vento caldo, un sole cocente e da fini granelli di sabbia che ci colpivano in faccia.Un deserto.
Così mi tornò in mente la storia che mi raccontò la Paige quando ero ancora piccolina: la storia dell' eruzione e di tutto ciò che aveva comportato, tra cui la desertificazione che aveva colpito il mondo intero a causa dei fortissimi raggi uv, l'infezione del virus che aveva trasformato gli umani in zombie gocciolanti di liquido nero, ricoperti di vene verdi, gonfie e pulsanti e assetati di sangue e carne.
Gli spaccati.Così capii una cosa... Non saremmo mai più stati al sicuro.
"Siamo condannati Thomas" dissi con un fil di voce mentre anche l'ultima mia speranza di salvezza, si prosciugava.
-Si... Lo so, piccola... Ma andiamo via di qua-
Così io e lui ci allontanano dal gruppo per fuggire da soli verso un luogo indefinito, alla ricerca di un posto sicuro in cui vivere e passare il resto della vita insieme, come ci eravamo ripromessi prima dell'incubo del labirinto.
"Addio radura, benvenuto inferno" afferrai la mano di Thomas.
-Affronteremo questo inferno insieme, esattamente come Paolo e Francesca... Sempre mano nella mano.- mi disse guardandomi negli occhi"Sempre"
Lo baciai appassionatamente come se intorno a noi non ci fosse nulla, eravamo solo io e lui, noi due insieme contro il mondo.
Ci staccammo appena in tempo per vedere i nostri amici scortati a bordo di elicotteri, da quelli che sembravano militanti dell'esercito, fino alla loro completa sparizione verso l'orizzonte.
-INIZIA ORA LA NOSTRA NUOVA VITA, MEGHAN- detto questo, ricominciamo a correre, mano nella mano, nella tempesta di sabbia che sia era appena alzata, con un unico pensiero in testa:
Ora le nostre vite, erano solo nelle nostre mani.
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Il Labirinto Della W.I.C.K.E.D\\TMR FANFICTION
Fiksi PenggemarDal capitolo 6 -Io...te lo sto dicendo perchè mi fido di te, ti ho conosciuto in passato e so come sei. Sono fuggita dai creatori per aiutarvi ad uscire perchè il senso di colpa mi stava letteralmente distruggendo. Thomas...io so tutto di tutto sul...