Mentre mi addentravo sempre di più nel boschetto, un forte odore di muschio e terra bagnata mi inebriò, riempiendomi le narici di un buonissimo profumo.
Man mano che la zona più fitta si avvicinava, la luce che filtrava tra le grosse foglie verdi, era sempre più fioca, rendendo la visuale leggermente più buia rispetto al resto della radura.
Decisi di cercare un posto tranquillo in cui rifugiarmi, calmarmi e riflettere...avevo bisogno di sfogarmi perché, in effetti, non ne avevo mai avuto la possibilità.
Non trovando nulla di adatto ed avendo scartato a prescindere l'idea di usare dei piccoli e spogli cespuglietti, mi misi ad arrampicarmi su di una grossa quercia, una che sembrava essere la più grande ed la più resistente (e se la radura non fosse stata progettata il laboratorio, avrei pensato fosse secolare).
Non fu facile salirci perché scivolai più e più volte cadendo a terra come un sacco di patate, provocandomi così dei grossi tagli sui palmi delle mani e sulle ginocchia, per colpa di grossi pezzi di corteccia appuntita, conficcati nella carne.
Tentai di sfilare via il legno dalla mia carne e trasalii a causa di un conato di vomito che riuscii a reprimere, come anche il successivo urlo di dolore.
Non dovevo assolutamente farmi sentire...volevo stare sola.Decisi di riprovare l'arrampicata solo quando avvertii i passi di qualcuno che si stava avvicinando a me, provocando un forte scricchiolio di foglie secche. Immaginai subito chi potesse essere ma ne fui certa solo quando la sua voce chiamò il mio nome con tono preoccupato.
Mi sedetti ad uno dei rami più grossi e robusti dell'albero e mi assicurai di essere seduta correttamente, pregando Dio di non farmi cadere, altrimenti sarebbe stata una bruttissima visione per tutti.
Visualizzati nella mia testa quella scena raccapricciante: vedevo il mio corpo riverso a terra in un bagno di sangue mentre dei piccoli legnetti appuntiti mi perforavano il petto ed una delle mie gambe, era piegata dalla parte opposta rispetto a come dovrebbe essere normalmente.
Mi schifai di come il mio cervello avesse potuto solo pensare una cosa così orribile e macabra ma i miei pensieri furono spezzati dalle grida del ragazzo che mi aveva raggiunto e si era fermato proprio sotto di me.-Va via, lasciami in pace, hai capito!- gli urlai contro, mentre la pelle d'oca provocata dalla visione del mio corpo schiacciato sul terreno, stava pian piano sparendo.
"Megan...ti prego scendi da lì perché è pericoloso...e poi devo parlarti..." mi scongiurò Thomas con il viso rivolto verso l'alto, ed ancora il fiatone dovuto dalla corsa che aveva fatto per raggiungermi.
Ma io non volevo scendere... Volevo stare da sola, senza nessuno che mi compatisse solo per farmi contenta."Per favore Meghan...ti prendo io" allungò le braccia verso di me.
Ero combattuta...
Cosa avrei dovuto fare...dare ascolto al cuore e raggiungere il moro oppure dare ascolto alla testa e rimanere sull'albero aspettando che il ragazzo andasse via?
Solo dopo qualche minuto di lotta interna, decisi che sarei dovuta scendere di li e, indubbiamente, avrei dovuto dare le mie scusa a Thomas perché, in fondo, non si meritava quello... Non era colpa sua se i fottutissima creatori gli avevano cancellato la memoria.
Guardai giù e mi impanicai avendo paura dell'altezza, iniziò a girarmi la testa allora mi aggrappai al ramo su cui ero seduta e mi immobilizzai con gli occhi sbarrati."Megh... Respira ok? Ascolta la mia voce e non guardare giù. Fissati su un punto davanti a te..." affermò con tono rassicurante e dolce, allora non potei fare altro che eseguire le sue istruzioni.
Era ancora lo stesso Thomas che conoscevo ed io mi fidavo ciecamente di lui.
Mentre il moro cercò di spiegarmi ciò che dovevo fare, mi lasciai cadere giù dal ramo dandomi una lieve spinta con i palmi feriti delle mie mani.
Caddi...
Caddi nel vuoto...
Sarei morta, me lo sentivo!
Serrai gli occhi per non vedere cosa stava accadendo.
Mi ritrovai sdraiata con la testa dolorante, ma non ero a terra bensì sopra a Thomas. Ero letteralmente appiccicata al suo petto ed inalai il suo buon odore, mentre il suo respiro spostava leggermente i miei capelli.
Le sue mani mi stringevano saldamente i fianchi ed il suo tocco provocò in me una forte scarica elettrica.
Non appena vide che stavo bene sorrise debolmente e mi afferrò il viso, accarezzandolo lentamente con i pollici.
Sorrisi anch'io e arrossii leggermente, schioccandogli un bacio casto sull'angolo delle labbra.-...G...Grazie Thomas...- sussurrai e rimasi a guarsarlo un istante ancora, mentre le sue guance sembrava che si fossero arrossate leggermente.
Avrei voluto fermare il tempo in quel preciso istante ma decisi che, purtroppo, dovevo assolutamente scostarmi da lui e così feci, sedendomi accanto al moro, sulle foglie secche."I...Io...be...so che sembra...strano ma..." iniziò a balbettare e la cosa mi sorprese...non lo avevo mai visto così.
"Be... Come posso dire...ti sogno la notte!?" si trattava più di una domanda che di un'affermazione.*E che i suoi ricordi stessero pian piano riaffiorando?*
Anche io avevo qualcosa da dirgli...ora o mai più.
STAI LEGGENDO
Il Labirinto Della W.I.C.K.E.D\\TMR FANFICTION
FanfictionDal capitolo 6 -Io...te lo sto dicendo perchè mi fido di te, ti ho conosciuto in passato e so come sei. Sono fuggita dai creatori per aiutarvi ad uscire perchè il senso di colpa mi stava letteralmente distruggendo. Thomas...io so tutto di tutto sul...