L'alba che scopre il mio viso
Sono sveglio e mi vesto nel posto sbagliato
Così sbagliato
Fabrizio aprì un occhio. Il sole filtrava dalla finestra, illuminando il corpo della donna placidamente addormentata al suo fianco. L'ennesimo sesso vuoto e senza sentimenti. Il suo disperato bisogno di un contatto fisico lo portava sempre tra braccia fredde e bocche avide. Si rivestì e se ne andò, senza un benché minimo interesse per l'amante della notte appena trascorsa.
Scusa mi sono distratto
Ti ho lasciato da solo al momento sbagliato
Forse ho sbagliato
L'aveva lasciato solo, ancora, dopo l'ennesimo litigio. Era scappato, come solo un codardo come lui poteva fare. Aveva corso, non si era voltato. Gli aveva voltato le spalle, nel momento in cui l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era aprire le braccia ed accogliere il corpo esile dell'altro. Ne n'era andato nel momento sbagliato.
I taxi delle sei
Panchine vuote
E la mia barba dentro le vetrine
Ma tu che colpa hai se sono io sbagliato
Se ne stava tornando a casa, con la coda tra le gambe. Non una sola anima in giro, solo l'alba a fargli compagnia. Nessuno nei parchi, pochi taxi operativi, i negozi ancora chiusi. Il suo riflesso nelle vetrine rimandava l'immagine di un uomo ferito, con una barba forse troppo cresciuta. Occhi vitrei, solo un enorme senso di colpa a divorargli l'anima. Era lui quello sbagliato. Lo era sempre stato.
Portami a casa
Salvami ancora
Da queste mani fredde e viola
Ma la cruda verità, era che casa per lui era Ermal stesso. Il suo profumo di quotidianità, il suo sorriso che sapeva di abitudine. L'unica abitudine che Fabrizio avrebbe mai accettato. L'aveva salvato, senza nemmeno rendersene conto. Le sue mani fredde e esangui, tra le sue diventavano bollenti.
Riportami a casa
Perché ho paura di me
Tienimi stretto al buio e dimmi
Che mi vuoi bene anche così
Mi vuoi bene anche così
Sembrava volergli dire Ermal, rimani con me, ho paura di me stesso. Perché sì, Fabrizio era morto tante volte. Era morto quando aveva toccato il fondo. Era morto quando il mondo l'aveva calpestato. Era morto quando l'ipocondria aveva iniziato a perseguitarlo. Ma mentre Ermal lo cullava tra le sue braccia, nel silenzio della notte, si sentiva vivo. Ti prego Ermal, amami, amami anche se sono un disastro.
I miei castelli di carta
I miei occhi da pugile al bordo sbagliato
Così sbagliato
Era un sognatore Fabrizio. Costruiva castelli, che poi la vita demoliva. Era un pugile sconfitto, con gli occhi pesti e le ossa rotte. Combatteva, ma perché? Perché farlo se ne usciva sempre solo da perdente? Così sbagliato
E la mia abilità di farmi male
Quando mi sento figlio e sono un padre
E tu mi dici che non è così sbagliato
L'eterno uomo bambino. Era un padre, ma al tempo stesso un figlio. Era un irresponsabile. Un grande ed enorme irresponsabile. Un adulto mai cresciuto. Eppure, mentre Ermal lo guardava approcciarsi con i suoi figli, ci vedeva solo amore. L'amore che lui non aveva mai ricevuto. E non c'era niente di sbagliato nella versione paterna di Fabrizio, il cuore gli si poteva leggere sul viso mentre stringeva al petto i suoi bambini.
Portami a casa
Salvami ancora
Da queste mani fredde e viola
E mentre Fabrizio attraversava il soggiorno, Ermal lo guardava. Fabrizio, voleva dirgli, aiutami.
Riportami a casa
Perché ho paura di me
Tienimi stretto al buio e dimmi
Che mi vuoi bene anche così
Ti prego amore mio, rimani con me. Ho paura. Non lasciarmi solo con i miei demoni. Abbracciami Fabrizio, stringimi fino a togliermi il respiro. Amami, amami adesso.
E tu mi raccogli comunque in mezzo ai vetri
E puoi farmi credere che sia perfetto anche così
Che mi ami anche così
Nell'abbraccio, i pezzi si ricomposero. Erano due fragili vasi di vetro, che alla prima folata di vento rischiavano di cadere e frantumarsi. E loro si erano rotti, i loro cocci sparsi sul tappeto. Ma ognuno, negli occhi dell'altro, ci vedeva la perfezione. Ci vedeva l'amore. E mai, mai, ci avrebbero rinunciato.
Sbagliato
E sì, erano sbagliati. Erano eccessivi, impulsivi, incazzati. Ma erano tutto questo insieme. E solo insieme sarebbero sopravvissuti.
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[MetaMoro] songfic
FanfictionNon credo ci sia bisogno di una descrizione, il titolo dice già tutto. Perciò salve, benvenuti in questa raccolta di songfic incentrate sui MetaMoro. Ne avevamo bisogno? No. Le scrivo comunque? Sì