Torneranno i vecchi tempi con le loro camicie fiammanti
Ermal aveva smesso di considerarlo il tempo. Da quando Fabrizio se n'era andato, la realtà si era fatta piatta. Monotona. Ma questo non aveva impedito al tempo di scorrere. Andava avanti inesorabile, crudele, senza preoccuparsi di chi non riusciva a stargli al passo. Ma il dolore, quello, non si era affievolito. I ricordi si ripresentavano vestiti a festa, nitidi e belli come se non fossero parte del passato. Come se potessero essere eterni.
Sfideranno le correnti, fino a perdere il nome dei giorni
Una spiga di grano, ecco come poteva considerarsi. Una sottile, fragile spiga di grano. Incapace di sostenere il peso della corrente, incapace di contare i giorni, incapace di badare a sé stessa.
Spesi male per contare solo quelli finiti bene
E si era illuso, sì. Si era concesso il lusso di credere nella felicità. Di sperare in una storia a lieto fine. Ma per ogni giorno finito bene, ce n'erano altrettanti conclusi in lacrime.
Per non avere da pensare a nient'altro se non al mare
Se non ci fosse stato il mare a cullarlo, chissà dove sarebbe ora. Forse a cercare amore in altre braccia. Se ne stava lì, ad ascoltare il rumore calmante della risacca, aspirando a pieni polmoni l'odore di salsedine. La sabbia tra le dita, la mente più leggera.
Torneranno tutte le genti che non hanno voluto parlare
Chi commette errori, cerca di rimediare. Lui e Fabrizio no invece, loro erano testardi. Testardi ed orgogliosi. Della peggior specie. Piuttosto di parlare e mettersi in discussione erano scappati. Uno a destra, uno a sinistra. Uno bianco, l'altro nero.
Staremo a sentire quelle storie da cortile, che facevano annoiare
Ma che adesso sono aria, buona pure da mangiareErmal amava le storie, le aveva sempre amate. Sin da bambino, passava giornate intere a pendere dalle labbra della madre. Ancora una, diceva, poi vado a dormire. Crescendo, però, la consapevolezza aveva sostituito la meraviglia. Erano mondi fittizi, idilliaci, incantati. Perfetti per i bambini, ma non per gli adulti. Aveva iniziato ad odiarle, le storie. Le considerava un ammasso di cianfrusaglie. I racconti di Fabrizio, però, quelli li avrebbe ascoltati per ore. Sapevano di casa, di quotidianità. Un prato in cui distendersi e lasciarsi cullare baciati dal sole. Anche quelli, però, gli erano stati strappati. Vivevano nei suoi ricordi, certo, ma perché accontentarsi di aria stantia quando avrebbe potuto avere l'intera atmosfera?
Tornerai anche tu tra gli altri e mi sentirò impazzire
Tornerai e ti avrò davanti, spero solo di non svenireErmal lo sognava, lo sognava tutte le notti. Sognava di abbracciarlo, di stringerlo a sé. Sognava le sue labbra, il profilo dei suoi zigomi. Sognava di toccarlo, di stringere i suoi capelli tra le dita. Sognava di fare l'amore con lui, ancora una volta. Ma poi si svegliava e tra le dita trovava solo polvere. E piangeva, pregando di avere sollievo, quando in realtà l'unica cosa che era in grado di raggiungere era un orgasmo forzato. Si svegliava nel cuore della notte, con l'immagine dell'amante ancorata nella mente, e con una mano tra le gambe cercava di arrivare al piacere. Un piacere falso, momentaneo. E se ne vergognava. Non avrebbe mai voluto che l'altro lo vedesse in quello stato.
Mentre torni non voltarti che non voglio più sparire
Nel ricordo e nei miei giorni resta fino all'imbrunireNon andartene, ti prego. Resta con me. Resta con me fino all'imbrunire. Ma Fabrizio se n'era già andato. Il sole non scaldava più, i colori non avevano più brillantezza e il giorno aveva il sapore amaro dell'addio.
Con un taglio sopra il cuore
Prendi un ago e siamo pronti, siamo pronti a ricucireAvevano entrambi il cuore dilaniato. Gli era stato strappato a morsi dal petto. Erano stati privati di un pezzo di sé, conservato gelosamente dall'altro. Ma non appena un giorno di metà settembre, per caso, si incontrarono, tutti i pezzi tornarono al posto giusto. Petto contro petto, i cuori si ricucirono.
Stringimi come se non ci fosse più niente
Con le lacrime che scivolavano picchiettando sugli scogli, si strinsero. E il mondo sparì. Niente più dolore, niente più odio, niente al di fuori di loro.
Mentre torni non voltarti, che non voglio più sparire
Nel ricordo dei miei giorni, resta fino all'imbrunireNon lasciarmi Fabrizio. Aveva paura che fosse un sogno. Non sparire. Perché finirei per sparire anche io, mi annullarei per te. Non voltarti. Ho paura che ti dimenticherai di me.
Resta fino all'imbrunire
Ermal, io resto qui fino alla prossima vita
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[MetaMoro] songfic
FanfictionNon credo ci sia bisogno di una descrizione, il titolo dice già tutto. Perciò salve, benvenuti in questa raccolta di songfic incentrate sui MetaMoro. Ne avevamo bisogno? No. Le scrivo comunque? Sì