Nota iniziale: consiglio vivamente di ascoltare la cover di Ermal di High & Dry dei Radiohead, mentre leggete.
Enjoy!
A volte ci fai il callo.
È brutto dirlo, ma alle delusioni, alle giornate in cui non te ne va una per il verso giusto, alla mancanza di una persona, alle malelingue, a tutto questo ci fai l'abitudine. La vera sorpresa capita quando accade qualcosa di bello che ti sconvolge l'esistenza ed era esattamente quello che era successo ad Ermal. Certo, si era appena lasciato con quello che credeva fosse l'amore della sua vita, gli si era rotto un tubo in casa - ed aveva appena finito di parlare al telefono con l'idraulico affinché glielo sistemasse -, ma ora si trovava su di un taxi che l'avrebbe condotto a casa di Fabrizio e sinceramente, non gli sembrava di essere mai stato più felice in vita sua. L'aveva visto poco tempo prima, eppure era stato come andare in apnea per ore e si sarebbe sentito in quel modo finché non l'avesse rivisto.
L'autista si fermò e lui capì che erano arrivati. La casa di Fabrizio gli era ormai familiare, anche se non si sentiva esattamente appartenere a quella dimensione, come se non fosse ancora interamente sua, ma lo stesse diventando piano piano. Suonò il campanello, poi andò a prendere il trolley dal portabagagli.
Fabrizio uscì di casa un paio di minuti dopo e non appena notò Ermal, un sorriso prese a colorirgli il volto come schizzi di colore su di una tela bianca. Lo guardò salutare l'autista, gli occhiali da sole ritti sul naso e la voce finalmente concreta nella sua testa come la maniglia della porta che stava stringendo fra le dita.
Era lì.
Ermal era lì.
Ripensò a tutte le volte in cui si era sentito solo. Ripensò a tutte le volte in cui si era sentito morire per qualcosa. Ripensò a quando si era sentito a disagio, inadatto, inadeguato, non all'altezza della situazione. Poi guardò la persona che stava venendo verso di lui con il manico di una valigia stretto in una mano. Lui era la sua occasione di riscatto, quello che non lo faceva mai sentire a disagio, inadatto, inadeguato o non all'altezza. Quello che ricomponeva le sue membra fatte a pezzi. Quello che non lo lasciava mai solo. Lo abbracciò, una mano sul collo ed una che gli avvolgeva la testa.
<< Mi sei mancato. >> gli sussurrò all'orecchio ed Ermal avvertì ogni singola parola vibrare nella sua cassa toracica, mentre una scia di scariche elettriche gli scendeva lungo la spina dorsale.
<< Anche tu. >> soffiò, poco prima che gli potesse mancare l'aria.Rimasero in quella posizione per qualche secondo, poi Fabrizio lo lasciò, facendo scivolare la mano destra dai suoi capelli alla guancia come in una carezza ed Ermal si sentì tornare bambino, in qualche modo.
<< Dai, vieni dentro. I bambini sono a casa da scuola ormai, quindi ce li dobbiamo sorbire, ma vedrai che sono simpatici. >> scherzò ed Ermal gli diede una pacca sulla spalla.
<< Se hanno preso da te, non c'è dubbio che siano un caso perso. Vorrà dire che ci penserà lo zio Ermal ad insegnargli qualche battuta superlativa. >>
Fabrizio roteò gli occhi, ridacchiando.
Ermal non ebbe il tempo di varcare la soglia, che Anita gli era corsa incontro, saltellando felice.
<< Zio Ermal! Zio Ermal! Alla fine sei tornato! >>
<< Ma certo! Te l'avevo promesso, no? >> disse Ermal, lasciando la valigia per prenderla in braccio.
STAI LEGGENDO
In due tempi | MetaMoro
Fiksi PenggemarQuesta storia si sviluppa su due piani temporali: la vicenda si svolge da una parte durante la settimana di Sanremo, mentre dall'altra nel tempo presente. Ermal si risveglia un giorno senza ricordarsi cosa sia accaduto la sera prima e per quale mot...